Mal di schiena: una guida passo dopo passo
Il mal di schiena è un dolore molto diffuso e rappresenta senza dubbio il più comune problema tra quelli di natura muscolo scheletrica.
Prenderlo in tempo e sottoporsi in modo tempestivo ad un trattamento adeguato è l’unica strada per evitare che questo vada a cronicizzarsi, fino a diventare un fastidio con cui convivere.
Il mal di schiena si manifesta con una sensazione dolorosa avvertita in una o più zone del dorso, in modo localizzato o esteso, fino ad arrivare, in alcuni casi, ad irradiarsi anche verso la zona del tratto cervicale, dei glutei e della coscia.
In genere, chi ne soffre non riferisce un dolore locale in punti definiti, salvo che si tratti di un caso di frattura vertebrale.
Nei casi più problematici, invece, il dolore arriva anche a colpire il soggetto a livello viscerale e, in questa ipotesi, è necessario agire con terapie molto specifiche.
In ogni caso, è sempre fondamentale individuare l’origine e la causa scatenante dei problemi alla schiena, così da intervenire in modo più specifico e mirato.
In genere, dunque, il mal di schiena è una condizione diffusa e che, nella maggior parte dei casi, non desta grandi preoccupazioni.
Tuttavia, vi sono delle situazioni specifiche di dolore alla schiena che devono essere tenute d’occhio in modo particolare e che possono far suonare i campanelli d’allarme del vostro medico curante.
Si tratta di tre casi specifici, ossia quando vi è la presenza di comorbilità, che potrebbero avere maggiori complicazioni nella zona lombare, quando il mal di schiena è invalidante o recidivante e quando vi è un evidente e importante coinvolgimento dei nervi.
Esistono, poi, ulteriori sintomi, che, accompagnati al mal di schiena, devono spingervi a contattare subito il medico e questi sono:
- formicolii non riconducibili alla sciatica;
- incontinenza urinaria o intestinale;
- sensazione di debolezza diffusa;
- problemi motori privi di una causa apparente.
Come accennato, quello del mal di schiena è un problema più diffuso di quanto si creda: basta pensare che più dell’80% della popolazione ha sperimentato almeno una volta nella sua vita un caso di dolore lombare.
Di questo 80%, la maggior parte dei casi è di tipo benigno e va a regredire in modo spontaneo in un periodo che va da una a 8 settimane, con una scarsissima incidenza di casi in cui il dolore persiste addirittura per mesi.
Tuttavia, in una altri casi, è possibile che vi sia un rischio di recidiva, in particolare nei 12 mesi successivi alla prima manifestazione dolorosa.
Per quanto riguarda la sua diffusione nella popolazione, si segnala la sua maggiore frequenza tra le donne rispetto che tra gli uomini, di quasi il doppio.
Inoltre, gli episodi di mal di schiena si presentano in modo più assiduo con l’avanzare dell’età, soprattutto tra i 65 e gli 85 anni.
Mal di schiena tipologie
In generale, si distingue tra un mal di schiena acuto e un mal di schiena recidivante.
Per quanto riguarda il primo, la maggior parte dei casi di dolore lombare acuto deriva da traumi, posture scorrette o sforzi eccessivi, che vanno ad accumulare tensione, rigidità e stiramenti delle strutture collegate alla colonna vertebrale.
Nel caso del mal di schiena da sforzo, questo compare all’improvviso, sotto forma di dolore violento e di una completa impotenza funzionale, oltre a registrarsi una forte contrattura muscolare e un dolore intenso alla pressione dei muscoli paravertebrali e lombari.
In caso di mal di schiena dovuto a postura scorretta, questo si scatena dopo essere stati a lungo in una certa posizione, come nel caso di lavoro al PC o di guida per molto tempo.
Quando il dolore alla schiena deriva da una tensione accumulata nei muscoli, questa può essere dovuta a stress meccanico o psicologico, al sovrappeso o alla lassità dei muscoli addominali, lombari e dorsali.
Per quanto riguarda, invece, il dolore alla schiena recidivante, questo si può avere a causa di una compressione dei nervi, nella maggior parte dei casi dovuta, nei pazienti giovani, ad un’ernia del disco o, nei pazienti di età più avanzata, alla formazione di osteofiti.
Quando il mal di schiena è associato ad un’ernia del disco, il dolore peggiora da seduto o quando mantiene la posizione eretta per molto tempo, mentre si attenua una volta distesi.
Nel caso in cui la discopatia comprima una radice nervosa, anche fenomeni blandi come tosse o starnuti possono peggiorare il dolore.
Il mal di schiena da osteoporosi presenta dolore intenso, che deriva da micro fratture delle trabecole ossee e che può essere avvertito a seguito di sollecitazioni meccaniche della colonna dorso lombare, come avviene in caso di flessione in avanti o di torsione del troco.
Mal di schiena cause

Le cause del mal di schiena possono essere di diversa natura, tanto che si può distinguere tra cause di tipo muscolare, osteo articolare, nervose periferiche e centrali, infettive, viscerali, vascolari, tumorali e psichiatriche.
Per quanto riguarda, invece, la spondilolistesi, questa può essere causa di un dolore acuto, che insorge in modo brusco, in quanto legamenti e nervi vengono stirati in modo eccessivo.
Anche la scoliosi è causa di mal di schiena, soprattutto nei giovani, con una incidenza maggiore nella zona dorsale e nella zona lombare.
Come accennato, in alcuni casi, poi, i problemi alla schiena possono essere conseguenza di tumori, infesioni sistemiche o deficit neurologici.
Inoltre, esistono una serie di fattori di rischio specifici, la cui incidenza può essere molto variabile, a seconda del tipo di mal di schiena del caso concreto.
Tra questi, è possibile annoverare il fumo, l’obesità e il sovrappeso, lavori pesanti, postura scorretta, molto tempo trascorso in piedi, frequenti movimenti di torsione o flessione del busto, depressione e ansia.
In sostanza, dunque, le cause note di mal di schiena sono elencabili come segue:
- acondroplasia;
- alluce valgo;
- amiloidosi;
- anemia emolitica;
- anemia emolitica autoimmune;
- artrite idiopatica giovanile;
- artrite psoriasica;
- artrite reattiva;
- artrite reumatoide;
- artrosi;
- artrosi cervicale;
- brucellosi;
- cancro della vescica;
- cistopielite;
- coccigodinia;
- colpo della strega;
- colpo di frusta cervicale;
- endometriosi;
- febbre di lassa;
- febbre emorragica crimea congo;
- febbre gialla;
- fibrodisplasia ossificante progressiva;
- gravidanza;
- herpes genitale;
- idronefrosi;
- insufficienza renale;
- linfogranuloma venereo;
- malaria;
- malattia di Lyme;
- malattia infiammatoria pelvica;
- miastenia gravis;
- mieloma multiplo;
- mielopatia;
- morbo di Paget;
- morbo di Scheuermann;
- obesità;
- osteite;
- osteocondrosi;
- osteoma osteoide;
- osteomielite;
- osteoporosi;
- piede cavo;
- piede piatto;
- polimialgia reumatica;
- poliomielite;
- porfiria;
- radicolopatia;
- sacroileite;
- sclerosi tuberosa;
- sferocitosi;
- sindrome da decompressione;
- sindrome della cauda equina;
- sindrome di Ehlers Danlos;
- sindrome di Marfan;
- sindrome di Reiter;
- sindrome fibromialgica;
- siringomielia;
- spondilite anchilosante;
- spondilolistesi;
- spondilosi cervicale;
- stenosi cervicale;
- stenosi lombare;
- stenosi spinale;
- torsione annessiale;
- tumore al rene;
- tumori del midollo spinale;
- vaiolo.
Mal di schiena diagnosi
Per capire da quale della cause indicate derivi il mal di schiena, non è sufficiente il mero esame clinico, in quanto la diagnosi può essere davvero complessa e, allo stesso modo, complessa risulterebbe anche l’individuazione del percorso terapeutico da seguire, soprattutto nel caso in cui sia necessario ricorrere a correzioni della postura o del generale stile di vita del soggetto.
Data la vasta casistica dell’eziologia del mal di schiena, è fondamentale analizzare la storia del paziente e le sue abitudini di vita.
Inoltre, svolgono un ruolo centrale l’esame da parte dello specialista, il quale spesso chiede di ricorrere ad un’indagine più approfondita a livello strumentale di immaginografia, come tac, risonanza magnetica o raggi.
Eseguire una corretta diagnosi è fondamentale, in quanto, se questa viene sbagliata, si rischia non solo di compromettere il percorso di guarigione, ma anche di creare danni ulteriori al soggetto.
Proprio per questo motivo, in genere i medici consigliano di aspettare alcune settimane, per vedere se si verifichi l’autonoma rimessione del mal di schiena o di altri sintomi associati.
In questo periodo di tempo, però, viene spesso prescritto un trattamento farmacologico, attraverso l’assunzione di antidolorifici o di antinfiammatori.
In alcuni casi, infatti, il riposo può contribuire ad alleviare i sintomi del dolore alla schiena, almeno nel breve periodo e in particolare se la causa è un’ernia del disco o una stenosi del canale spinale da osteoartrosi.
In questo caso, i sintomi sono ridotti al risveglio, ma vanno ad aggravarsi con il movimento; mentre, al contrario, si nota una maggiore rigidità e un peggioramento dei sintomi dopo un periodo di riposo prolungato nei soggetti che soffrono di una spondiloartropatia infiammatoria, come spondilite anchilosante, artrite psoriasica o artrite correlata ad una malattia infiammatoria cronica dell’intestino.
Nel caso in cui, nonostante la cura farmacologia, il dolore persista, allora si procede ad un esame obiettivo e funzionale da parte di un fisioterapista.
In seguito, anche in base all’entità del dolore, si può ricorrere ad un’indagine strumentale, per approfondire la condizione dolorosa.
Mal di schiena rimedi

Nella maggior parte dei casi, il mal di schiena è di natura benigna e si risolve in modo spontaneo entro una settimana o in un periodo di tempo che va da 1 a 2 mesi, a seconda di quella che è la gravità dei sintomi e la causa all’origine degli stessi.
In casi più rari, invece, il dolore può durare anche fino a 6 mesi.
Inoltre, è elevato il rischio di recidive, soprattutto nei 12 mesi successivi alla guarigione.
Ma in caso di mal di schiena cosa fare?
Come accennato, il trattamento per questa patologia può variare in base alla sua causa scatenante.
Nel caso di mal di schiena cronico, che si protragga per lungo termine, cioè oltre i 3 mesi, si interviene sulla causa primaria per ottenere migliori risultati, in quanto portare avanti la sola cura farmacologica può essere utile per la prima fase, ma presenta un’elevata percentuale di recidive.
Mal di schiena acuto cura
Per il trattamento del mal di schiena acuta, il medico precede prescrivendo una terapia farmacologica, fondamentale negli stati infiammatori, e un periodo di riposo moderato e di astensione dalle attività che mettano sotto sforzo la schiena.
Inoltre, quando il mal di schiena si ad intensità bassa o moderata, il medico può prescrivere anche:
- un percorso di fisioterapia o di osteopatia di tipo manipolativo, soprattutto in zona spinale;
- la pratica di esercizi fisici di carattere riabilitativo e preventivo, che agiscono sulla flessibilità e sulla mobilità articolare e che vadano a potenziare i muscoli spinali;
- un’alimentazione controllata, per favorire la perdita di peso, in quei casi di obesità;
- un percorso posturale, per correggere la postura;
- la modifica di alcune abitudini quotidiani o lavorative;
- la valutazione delle calzatura, raccomandando l’utilizzo di scarpe comode e adatte alla fisiologia del piede;
- l’ottimizzazione del sonno.
Il ricorso all’intervento chirurgico, invece, è riservato solo a rari casi.
Mal di schiena cronico cura
Per la cura della forma cronica, di frequente, i medici ricorrono ad un percorso terapeutico ben definito.
In primis, per i pazienti che presentino condizioni di sovrappeso o di obesità, viene prescritta la necessità di perdere il peso in eccesso.
Si procedere ad individuare un percorso di fisioterapia o di osteopatia, per la manipolazione manuale soprattutto in sede spinale, e di pratica di esercizi fisici di tipo preventivo e riabilitativo specifico, che curino la flessibilità e la mobilità articolare, il potenziamento dei muscoli spinali e il condizionamento motorio aerobico.
Inoltre, a questo tipo di terapia, viene aggiunta una serie di trattamenti multidisciplinari bio psicosociali.
Il tutto è abbinato ad una terapia farmacologica specifica, che coadiuva nel recupero più rapido dall’infortunio.
Anche in questo caso, si procede con l’intervento chirurgico solo nelle ipotesi di deficit neurologici o di severa sciatica, con asportazione dell’ernia del disco.
Mal di schiena prevenzione
Per prevenire il mal di schiena, a volte è sufficiente adottare uno stile di vita corretto, mantenendo il corpo in esercizio e adottando alcuni accorgimenti, quando si compiono movimenti e sforzi fisici, che investano il rachide.
In merito a ciò, si consiglia sempre di:
- controlla e gestire meglio lo stress;
- eliminare le condotte inadeguate, in quanto il mal di schiena spesso si lega ad uno stile di vita inadeguato, per cui può essere efficace rinunciare al fumo , ad esempio;
- mantenere un peso corporeo adatto, dimagrendo se si è in sovrappeso o aumentando di peso se si è sottopeso;
- allenare la muscolatura della colonna vertebrale, attraverso allenamenti mirati a sviluppare il tono e l’elasticità dei più piccoli flessori ed estensori;
- rendere il core stabile e solido, in quanto influisce in positivo sull’equilibrio e sulla postura;
- correggere eventuali difetti di postura, paramorfismi e dismorfismi, incrementando il tono e la flessibilità dei muscoli di colonna vertebrale, tronco, braccia e le gambe;
- non dormire in posizioni scomode;
- fare attenzione anche allo postura da seduti, utilizzando una sedia ergonomica, per regolarne la posizione dello schienare, e dotandosi di un sostegno lombare, per mantenere la schiena dritta;
- evitare di adottare posizioni scomode e sbagliate oppure, se necessario, fare pause frequenti, anche se brevi;
- sollevare i pesi mantenendo una posizione corretta, ossia con i piedi allargati come base d’appoggio e orientati verso la direzione del movimento e le ginocchia flesse, mantenendo il carico da alzare vicino al proprio baricentro, inspirando a fondo e mantenendo la tonicità della zona lombare, senza inarcare la schiena.
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Massofisioterapista specializzato in terapia fisica strumentale, nel trattamento delle sindromi dolorose e in rieducazione posturale Mezieres. Iscritto all’Ordine TSRM delle Professioni Sanitarie