Artrosi Cervicale

Artrosi-Cervicale

 Artrosi Cervicale

L’ artrosi cervicale è una patologia di tipo degenerativo, in costante evoluzione. Interessa l’articolazione in tutti i suoi componenti (scheletro, cartilagine, capsula articolare, membrana sinoviale, legamenti, dischi e menischi).

Tale malattia, pur interessando tutti i settori che concorrono al movimento, è prettamente a carico della cartilagine. Col passare del tempo la cartilagine si deteriora ulteriormente producendo l’artrosi che si manifesta con dolori periarticolari, vertigini, con limitazione della funzione articolare della zone interessate e deviazione assiale.

La cartilagine è un tessuto che assolve alla funzione di sostegno e ad una funzione plastica (naso,orecchie,ecc.). E’ priva di vasi e si nutre di sostanze provenienti dai liquidi intercellulari.

Video dell’Anatomia del Rachide Cervicale

Perde le sue caratteristiche di resistenza alle sollecitazioni da carico e da movimento producendo l’irreversibile fenomeno di artrosi legato a:

  • età
  • sesso
  • obesità
  • tipo di attività lavorativa
  • squilibrio metabolico
  • alterazione della forza di carico (ginocchio varo o valgo,displasia congenita dell’anca,ecc..)
  • fattori ambientali, climatici e genetici.

Artrosi cervicale: classificazione

L’artrosi si classifica generalmente in:

  • primaria, manifestandosi in modo generalizzato con alterazioni strutturali nelle zone colpite. I soggetti più predisposti sono di sesso femminile, oltre i 50 anni di età, ed obesi. Si riscontra principalmente a livello delle piccole articolazioni delle dita (con deviazione e tumefazione), delle ginocchia a livello coxo-femorale e a livello delle vertebre.
  • secondaria, legata ad un’alterazione strutturale considerevole con possibile incidenza di fratture, lussazioni articolari e con un consolidamento osseo non in linea.

Scopriamo l’incidenza dell’artrosi sullo scheletro in riferimento alle aree più grandi:

  • 25% rachide cervicale
  • 40% acromio scapolo-esterno
  • 30% rachide lombare
  • 30% anca
  • 60% ginocchio
  • 60% interfalangi distali della mano
  • 40% interfalangi prossimali della mano
  • 35% trapezio metacarpali
  • 60% fra tarso, metatarso e interfalangi dei piedi.

Artrosi cervicale: come si sviluppa

L’artrosi cervicale è una malattia degenerativa legata alla senescenza. Può anche interessare gli adulti, spesso per motivi posturali o per il tipo di lavoro svolto. Una posizione prolungata del busto (come succede all’impiegato) predispone all’insorgere dell’artrosi. Vi è una netta differenza tra un dolore cervicale dovuto all’artrosi e un dolore da torcicollo.

Si manifesta con rigidità mattutina, collo che scricchiola e dolori nella parte posteriore del collo, precisamente tra la linea nucale posteriore fino alla prima vertebra toracica e tangente ai bordi laterali del collo. E’ associata a cefalea, deficit di coordinazione e movimento oppure a dolore irradiato all’arto superiore.

L’instaurarsi di un’artrosi cervicale, quindi, incide sulle vertebre, sui nervi e sui muscoli. Tali conseguenze sono state ampiamente descritte nell’articolo “cervicobrachialgia” e articoli correlati.

In questo breve excursus, vorrei solo rispondere ad alcune domande ricorrenti nella mia pratica fisioterapica:

Quali sono i trattamenti fisioterapici per l’artrosi cervicale?

Prima di elencarli, è importante fare una raccolta anamnesica accurata escludendo dall’artrosi cervicale sintomi che possono associarsi a condizioni più serie conducendo uno screening sistemico per escluderne la presenza. Tutto questo prima di iniziare un percorso riabilitativo.

Bisogna verificare un’eventuale presenza di:

  • mielopatia cervicale
  • instabilità
  • fratture
  • condizioni neoplastiche
  • condizioni vascolari e sistemiche.

Occorre effettuare un controllo con le figure sanitarie di riferimento, perché per esempio le radici nervose (C7-C8-D1), oltre a dare una sintomatologia periferica con dolore e deficit della sensibilità con parestesie, trasmettono anche impulsi dolorifici provenienti dall’area cardiaca per cui necessita di una diagnosi differenziata.

Un’anamnesi accurata richiede la conoscenza di fattori come:

  • zone del dolore
  • da quanto tempo si manifesta, se è di breve durata, ricorrente, con remissione
  • quando si presenta il dolore (se nella rotazione del capo) e in quale posizione
  • irradiazioni agli arti superiori con parestesia
  • cefalea
  • nausea
  • farmaci assunti e la loro efficacia.

Esame differenziale e diagnostico

cervicoartrosi

Per poter elaborare una corretta diagnosi si andranno ad effettuare diversi test clinici:

  • test di mobilità attiva/passiva
  • test provocativo di compressione assiale e di trazione assiale
  • tutti i test ortopedici descritti nell’articolo”cervicobrachialgia
  • Rx (raggi x).

In seguito, si potrà valutare quali trattamenti fisioterapici sono più indicati per la cura dell’artrosi cervicale considerando tutte le sue manifestazioni e complicanze.

Gli strumenti in nostro possesso sono:

  • tecar
  • laser
  • crioterapia
  • ionoforesi
  • ultrasuoni
  • massoterapia
  • digitopressione
  • terapie manuali
  • osteopatia
  • posturologia(dopo un percorso strumentale antinfiammatorio)
  • idroterapia e agopuntura, oltre ai fanghi
  • infiltrazioni locali con cortisone.

Il cortisone ha un buon effetto terapeutico sull’infiammazione acuta dell’artrosi, ma il suo utilizzo e non va protratto per lunghi cicli, perché produce effetti collaterali sia sistemici che locali ed ha un’efficacia limitata nel tempo.

E’ necessario rimuovere la causa. In questo caso, per una patologia progressiva, si ritiene opportuno ricorrere a trattamenti fisioterapici 2 volte all’anno (aprile-ottobre) per prevenire l’infiammazione artrosica.

Artrosi cervicale e lavoro

Sono sempre più frequenti i casi di pazienti giovani e adulti che si rivolgono al nostro studio lamentando dolori cervicali, tensioni muscolari, giramenti di testa, nausea, parestesia generalizzata alle dita della mano.

E’ semplice diagnosticare tale affezione con semplici domande:

  • quanto tempo passi davanti al computer?
  • quanto tempo usi il cellulare?
  • che tipo di lavoro fai o qual’è la tua postura mentre studi?
  • quanti cuscini utilizzi?
  • che posizione assumi a letto?
  • in quale posizione guardi la tv?
cervicale e postura a letto

Queste domande servono a valutare per quanto tempo si protrae il coinvolgimento della componente muscolare o dorsale in riferimento alla regione cervicale.

I muscoli della zona cervicale contratti per un lungo periodo accostano le vertebre tra loro in presenza di artrosi cervicale . Comprimono le radici nervose sensitive motorie producendo i sintomi che poi lamentano.

E’ da sottolineare che vi è una netta differenza tra una neuropatia causata dall’artrosi della cervicale e una neuropatia come quella del tunnel carpale. Il bravo medico esaminatore saprà differenziare le due patologie prescrivendo la cura più adeguata.

La mappa dermatomerica ci viene in aiuto individuando l’area interessata dalla disfunzione e la radice nervosa interessata. Di conseguenza le vertebre, anche se i sintomi possono essere prodotti da ernie, protrusioni, schiacciamenti, disidratazione dei dischi, osteofiti (artrosi).

Fisioterapia nell’artrosi cervicale

In questo caso, è necessario una cura fisioterapica con:

Le cure idrotermali e i fanghi sono utili per l’artrosi cervicale.

Nelle osteoartrosi e nelle artriti croniche risultano particolarmente efficaci i bagni di fango solforoso.

Il massaggio eseguito con l’uso idrotermale è in grado di tonificare la muscolatura resa dolente e contratta dall’artrosi cervicale. Inoltre, se l’acqua è calda, rilassa ulteriormente la muscolatura.

Ovviamente, tali pratiche non possono essere utilizzate da tutti i pazienti artrosici e non sono il toccasana perché, in sintesi, svolgono la loro azione terapeutica sull’effetto del calore producendo una diminuzione della contrattura muscolare e quindi una riduzione del dolore.

A questo si associa un’azione efficace sia fisica che psichica durante le sedute.

Esercizio fisico, attività sportiva e artrosi cervicale

E’ necessario che il soggetto, nei periodi di non riacutizzazione della malattia, pratichi una moderata attività ginnica in modo da tenere sempre mobili le articolazioni.

Oggi, più che mai, l’attività fisica è necessaria, obbligati come siamo a mantenere posizioni fisse o coatte per il lavoro.

Per quanto riguarda l’attività sportiva, su consiglio medico, è possibile praticare alcuni sport senza che incidano sulla propria patologia.

Consigliamo di eseguire quotidianamente al proprio domicilio esercizi per migliorare la mobilità articolare, ridurre le contratture dolorose ed elasticizzare la muscolatura.

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Roberto Franzese

Massofisioterapista specializzato in terapia fisica strumentale, nel trattamento delle sindromi dolorose e in rieducazione posturale Mezieres. Iscritto all'Ordine TSRM delle Professioni Sanitarie Guarda il profilo completo

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