Osteoporosi

Osteoporosi

OSTEOPOROSI

Osteoporosi e aspettativa di vita è un binomio inscindibile e la seconda include la prima per fattori naturali.

Si può convivere o minimizzare l’effetto deleterio del surrogato della senilità con il supporto della fisioterapia, oltre a quello farmacologico.

Il contenuto di questo articolo è teso al raggiungimento di tale ipotesi, per cui non sarà tanto esaustivo per contenuti scientifici, ma per informare in termine di prevenzione.

L’osteoporosi è una condizione scheletrica caratterizzata da una riduzione della quantità di osso accompagnata da rarefazione delle trabecole dell’osso spugnoso e da assottigliamento della corticale a seguito di uno squilibrio tra velocità di sintesi e velocità di degradazione, con conseguente rischio di fratture. La perdita di massa ossea è molto più accelerata ed elevata di quella che si produce nel corso del normale invecchiamento.

L’osteoporosi è asintomatica,  può essere rilevata solo da indagini adeguate, ed è classificata in:

  • Primitiva
  • Secondaria a malattia
  • Secondaria a patologie distrettuali

L’osso è un tessuto connettivo ( costituito da cellule, da fibre e da sostanza fondamentale amorfa a cui i costituenti extracellulari, calcificati, fanno assumere caratteristiche notevoli di durezza ) con diverse funzioni:

  • Sostegno
  • Locomozione
  • Sede del tessuto emopoietico, di riserva di calcio, fosforo e magnesio
  • Mantiene l’omeostasi minerale

Quindi esso non è una struttura inerte ma dinamica ed è deputata ad adattare la resistenza agli sforzi meccanici, di riparare i danni e di consentire la funzione omeostatica dell’organismo.

Le caratteristiche biomeccaniche del tessuto osseo sono costituite dalla densità minerale ossea (BMD) e dalle alterazioni dell’osso che dal quarantesimo anno di vita si perderà progressivamente la componente minerale.

L’osso e tutto il sistema scheletrico è costituito da un tessuto connettivo mineralizzato composto da una matrice di tipo organico (il collagene) e da una componente minerale (cristalli di idrossiapatite) che combinati adeguatamente danno specificità biomeccaniche, fisiche e metaboliche all’osso garantendo durezza e resistenza.

Un impoverimento quantitativo e qualitativo della massa ossea (mineralizzazione e collagene) è predisponente alla patologia di osteoporosi , quindi alla fragilità ed ad un aumento di rischio di frattura.

Il picco di massa ossea è influenzato da:

  • fattori genetici non modificabili (tra questi il recettore della vitamina D , degli estrogeni, del collagene di tipo 1, dell’osteocalcina e del calcio)
    • età
    • razza
    • familiarità
  • fattori non genetici modificabili

fattori ambientali

lo stato ormonale (con la menopausa, le donne, vanno incontro a modificazioni ormonali che alterano le caratteristiche dell’osso dovuto alla riduzione degli estrogeni, depressori dell’attività osteoclastica, che determinano un’accelerazione di perdita di massa ossea soprattutto a livello dell’osso trabecolare)

l’alimentazione (un insufficiente apporto dietetico di calcio e vitamina D è causa di una massa ossea non ottimale ed è alla base delle fratture da fragilità ossea per osteoporosi

– le abitudini di vita tra cui :

Attività fisica (merita una considerazione a seguire nell’articolo)

Fumo, consumo di caffè ed alcool inducono una riduzione del BMD ed un elevato consumo di caffeina negativizza il bilancio calcico, come l’uso eccessivo di sodio si traduce in una aumentata escrezione urinaria di calcio

  • fattori parzialmente modificabili
    • peso
    • malattie endocrine, reumatologiche, gastrointestinali,artrite reumatoide, ipertiroidismo
    • uso di farmaci
    • immobilizzazione prolungata
    • terapia cortisonica, eparinica, anticonvulsiva
    • asportazione delle ovaie in età fertile
    • trapianto d’organo (tratterò in modo più esaustivo tale argomento nell’articolo a seguire ).

Al dì là dei fattori genetici non modificabili, l’osteoporosi va affrontata dalla nascita, dalla primissima infanzia fino al raggiungere la condizione di adulto, con l’assunzione giornaliero di calcio:

  • 400 mg al giorno dalla nascita a 6 mesi
  • 600 mg al giorno da 6 mesi ad 1 anno
  • 800 mg al giorno da 1 anno a 5 anni
  • 800- 1200 mg al dì da 11 a 24 anni

oltre ad una sufficiente attività fisica per incrementare, nella fase adolescenziale, la BMD fino al picco di massa ossea.

Anche se oggi tanti giovani ed adolescenti praticano attività sportiva, un discorso a parte merita il carico accanto all’esercizio fisico quale elemento essenziale per mantenere l’osso nelle migliori condizioni strutturali, ma è un discorso lungo perché implica una conoscenza degli esercizi che agiscono sulle pressioni assiali, sul carico dinamico e sul rinforzo muscolare e quindi ci porterebbe a disquisire su argomenti, anche se confacenti all’articolo in oggetto, molto specifici e che sono alla base della costituzione del picco di massa ossea in età adolescenziale e ancor prima.

Basta sapere che l’esercizio fisico adeguato è l’elemento predominante nel determinare la massa e la consistenza dell’osso, è ovvio che necessita essere seguiti nello svolgimento di tale attività.

Vi è , quindi, una stretta relazione tra la qualità dell’osso, l’osteoporosi e il rischio di fratture.

Le donne, oltre i 55 anni ed in menopausa, risultano più esposte al rischio di fratture e la più frequente è quella a livello vertebrale seguita dal femore, radio ed anca.

Tra i problemi clinici più rilevanti e con conseguenze grave tanto da portare a notevole disabilità ed anche alla morte per complicanze sono le cadute a cui sono soggetti particolarmente gli anziani e quindi persone con osteoporosi.

Le cadute possono essere cause di motivi esterni o ambientali, ma molto spesso sono legate al soggetto in senescenza o a disturbi della deambulazione. E’ importante per questi soggetti rimuovere tali cause.

Non mi sono soffermato sulla costituzione dell’osso corticale, osso trabecolare, matrice extracellulare, le cellule principali dell’osso come osteoblasti, osteociti, osteoclasti, sull’evoluzione dello scheletro in riferimento alle fasi della: crescita, modellamento, rimodellamento e riparazione perché argomenti molto specifici e tecnici ma non consoni all’interesse che intendo dare all’articolo in termini fisioterapici in quanto il nostro intervento è praticabile nelle attività per:

  • Immobilizzazione prolungata e ridotta attività fisica
  • Fratture (vertebrali di cui darò un accenno nell’articolo)
  • Trapianto d’organo.

Come si fa la diagnosi di Osteoporosi?

radiografia colonna

La diagnosi di osteoporosi si basa sulla presenza di valori  sotto una certa soglia e per tale accertamenti si utilizza  la densitometria ossea.

Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la diagnosi di osteoporosi è classificata dai seguenti valori :

  • Normale             T- score > -1
  • Osteopenia             T- score compreso tra -1 e -2,5
  • Osteoporosi             T- score < 0 = – 2,5
  • Osteoporosi stabilizzata T- score < 0 = – 2,5 con  conseguenti più fratture atraumatiche

Per determinare la densitometria ossea si può far ricorso a:

  • Densitometria ossea a raggi X singolo ( per segmenti ossei appendicolari ) o doppio raggio (per le vertebre lombari, la porzione prossimale del femore, l’intero scheletro)
  • Densitometria ossea mediate tomografia computerizzata che misura la densità della porzione centrale delle vertebre lombari. Molto indicata per ostiofitosi del rachide e grave scoliosi.
  • Densitometria a ultrasuoni che danno lo stesso risultato di quello a doppio raggi X ma non impiega radiazioni ionizzanti.

Oltre a questa indagine si può far ricorso ad esami diagnostici di laboratorio a completamento delle indagini densitometriche e radiologiche per una diagnosi differenziale tra osteoporosi ed altre patologie con esami di routine sul sangue e sulle urine.

ATTIVITA’ FISICA NELLA PREVENZIONE DELL’OSTEOPOROSI IN AMBITO FISIOTERAPICO

L’immobilità o il non uso di un settore del corpo provoca una perdita di massa ossea per cui è necessario iniziare l’esercizio fisico in giovane età (periodo in cui si acquisisce tanta massa in termini di tessuto osseo tra gli 11 anni e i 13 anni e lo si perde nei 30 anni a seguire dalla menopausa o a partire dalla quarta decade di vita ).

E’ necessario che gli esercizi siano costanti, graduali, variabili e adattati al soggetto, coinvolgendo tutto l’apparato locomotore e specifici distretti.

Negli ultimi anni l’interesse per l’esercizio fisico degli anziani è aumentato in conseguenza del protrarsi delle aspettative di vita e per far fronte all’insorgere dell’osteoporosi e al rischio di cadute.

Per tale attività è possibile costituire sedute di gruppo il più possibile omogenei ( 5-7 persone ) per una durata annuale e con frequenza bi – trisettimanale previa una visita fisiatrica accurata e un consulto con il medico di famiglia.

Il percorso terapeutico può iniziare con esercizi semplici, a basso impatto, vario seguendo una progressione lenta e sicura allo scopo di prevenire e ridurre la fisiologica perdita di minerali del tessuto osseo,incrementando il tono , il trofismo muscolare, e migliorando la coordinazione.

Esercizi da proporre

  • Esercizi di carico
  • Esercizi di stretching
  • Esercizi di mobilità
  • Esercizi aerobici
  • Esercizi di rinforzo
  • Esercizi respiratori
  • Esercizi posturali
  • Esercizi di equilibrio
  • Esercizi di coordinazione.

Tale pratica è un elemento fondamentale per la prevenzione dell’osteoporosi dopo la menopausa e in senescenza oltre a ridurre e prevenire il rischio di frattura da fragilità; di pari passo, su indicazione del medico, assumere calcio e vitamina D.

L’ATTIVITA’ FISIOTERAPICA NELLE FRATTURE VERTEBRALI PER OSTEOPOROSI

ossa fragili

Le fratture vertebrali si riscontrano per lo più asintomatiche nel 50% dei casi e i soggetti limitano le attività di vita quotidiana, aumentano il riposo a letto peggiorando la qualità di vita, il 25 % lamentano dolore lombare e un altro 25 % sono fratture diagnosticate clinicamente.

Le vertebre maggiormente interessate sono quelle di passaggio tra le diverse curve fisiologiche della colonna e si riscontrano in D8, D12, L1.

Con l’aumentare del numero delle fratture vertebrali vi sono modificazioni strutturali del soggetto a livello della cifosi dorsale, maggiormente accentuata, e una riduzione del volume della gabbia toracica che influenza negativamente la respirazione.

Il progetto riabilitativo nelle fratture vertebrali da osteoporosi è caratterizzato da :

  • Il coinvolgimento delle funzioni motorie attraverso esercizi finalizzati al miglioramento dello stimolo osteogenico e funzionale oltre ad esercizi antalgici
  • Un programma per la correzione posturale, della mobilità, della deambulazione, dell’equilibrio e addestramento alla sicurezza durante i trasferimenti (letto – sedia, carrozzina – letto ecc. ….)
  • Eseguire un’indagine accurata per la rimozione delle cause possibili di cadute in termini ambientali o di natura personale del paziente.

Obiettivi del programma fisioterapico

  • Riduzione del dolore
  • Potenziamento muscolare degli estensori del rachide
  • Riduzione delle retrazioni muscolo–tendinee
  • Migliorare la capacità respiratoria
  • Migliorare l’equilibrio
  • Migliorare la postura
  • Correzione degli schemi motori errati.

LA RIABILITAZIONE DEL TRAPIANTATO D’ORGANO E LA PREVENZIONE DELL’OSTEOPOROSI

L’osteoporosi è una complicanza frequente per i soggetti sottoposti a tale intervento e a questa patologia concorrono diversi fattori:

  • Il solo allettamento che precede e segue l’operazione, decondiziona la muscolatura scheletrica, con una diminuzione del volume di ossigeno consumato per minuto ( V O2 MAX) di circa il 20 % del valore iniziale solo dopo 10 giorni di degenza.
  • La terapia immunosoppressiva
  • L’ipogonadismo
  • Il ridotto introito alimentare di calcio
  • L’alterazione del metabolismo fosfo – calcico.

Per questa ragione è necessario stabilire un programma riabilitativo personalizzato affinché il paziente recuperi al più presto le capacità funzionali e le condizioni psicofisiche attraverso una fase riabilitativa pre-operatoria, post-operatoria e di mantenimento.

Nella fase post-operatoria deve essere approntato un programma riabilitativo preventivo dell’osteoporosi con lo scopo principale di :

  • Attenuare il dolore
  • Prevenire e trattare deformità
  • Rallentare la perdita della massa ossea

Attraverso l’attività fisica e il potenziamento della massa muscolare a condizione che vengano eseguiti in modo appropriati e con costanza quotidiana.

L’osteoporosi, quindi, al di là del caso del trapiantato, è una patologia subdola che generalmente si manifesta in coincidenza di fratture.

Le fratture più ricorrenti sono quelle di :

A concludere sono tanti gli elementi da mettere in campo per la prevenzione dell’osteoporosi che può essere ritardata entro limiti accettabili attraverso abitudini di vita che comprendono un’assunzione alimentare di calcio, di vitamina D, la pratica di attività sportiva adeguata all’età e non ultima l’esposizione del corpo ai raggi ultravioletti del sole.

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Roberto Franzese

Massofisioterapista specializzato in terapia fisica strumentale, nel trattamento delle sindromi dolorose e in rieducazione posturale Mezieres. Iscritto all'Ordine TSRM delle Professioni Sanitarie Guarda il profilo completo

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