Le cellule, l’intero corpo umano sono attraversati da correnti elettrodinamiche: ferite, fratture o artrosi possono interrompere questo flusso. Basterebbe un esempio del genere per comprendere l’importanza e l’efficacia di questa terapia fisica che sfrutta l’interazione tra campi magnetici pulsanti ed organismo.
Seppure sia stata per lungo tempo discussa e criticata, definita una medicina alternativa, viene regolarmente utilizzata in campo medico ed in fisioterapia che si avvalgono sempre più dell’utilizzo di campi magnetici per intervenire su alcune patologie.
I campi magnetici non erano un segreto per gli antichi Egizi ma il loro utilizzo nella medicina occidentale è relativamente recente. Risale agli anni ’70 e, nel corso del tempo, si è diffusa rapidamente tanto che, oggi, in Italia è disponibile in quasi tutti gli ambulatori di riabilitazione.
Inizialmente, veniva utilizzata per lo più come trattamento per la rigenerazione del tessuto osseo ma, nel corso degli anni, dopo aver dimostrato i suoi effetti rigenerativi, è stata estesa in altri campi. Scopriamo meglio cos’è, come funziona, le tipologie, indicazioni e controindicazioni, su quali patologie interviene.
Il campo magnetico può essere generato da un apparecchio cilindrico chiamato solenoide oppure da due magneti contrapposti.
Le onde elettromagnetiche generate vengono usate per interagire con le cellule senza provocare un aumento della temperatura corporea: agiscono a livello dei tessuti e non vengono assorbite dagli organi.
Il loro obiettivo è accelerare i processi di scambio ionico nella membrana cellulare per stimolare la rigenerazione dei tessuti: la magnetoterapia stimola le cellule ad espellere tossine ed immagazzinare ossigeno per ristabilire l’equilibrio biochimico cellulare.
La magnetoterapia può sfruttare due diversi tipi di onde elettromagnetiche:
– Non ionizzanti e non invasive perché non vengono assorbite da organi e tessuti limitandosi ad agire solo a livello biofisico. I fisioterapisti utilizzano questo genere di onde;
– Ionizzanti utilizzate in medicina, efficaci a livello terapeutico ma potenzialmente pericolose in quanto vengono assorbite dai tessuti e, ad elevate quantità, potrebbero rappresentare un rischio biologico per il paziente e per l’operatore.
I fisioterapisti utilizzano soprattutto i campi magnetici di bassa frequenza ed alta intensità a scopo curativo e riabilitativo, più efficaci per trattare diverse patologie del sistema nervoso, circolatorio, locomotorio, cutaneo oltre che come terapia contro i processi infiammatori ed il dolore locale.
A seconda della diversa sorgente del campo magnetico, si distinguono tre tipologie di magnetoterapia:
– Statica, la forma più semplice e meno efficace che consiste nell’applicare uno o più magneti sull’area da trattare utilizzando un solenoide, un apparecchio percorso da corrente che genera un campo elettromagnetico con emissione di onde elettromagnetiche a bassa o alta frequenza, in base alla patologia da trattare;
– A bassa frequenza, in grado di generare campi magnetici con frequenze comprese tra i 10 ed i 200 Hz, indicata per stimolare la rigenerazione dei tessuti e trattare patologie ossee, reumatiche, muscolari, cefalee, ecc.;
– Ad alta frequenza (o radio frequenza), capace di generare onde radio di frequenze elevatissime (da 18 a 900 Mhz), apprezzata per la sua azione antinfiammatoria ed analgesica.
L’apparecchio utilizzato eroga la terapia attraverso un generatore del campo magnetico che agisce all’interno della parete di un cilindro: qui viene sistemata la parte da trattare (spalle, ginocchia, colonna cervicale, piedi, ecc.).
Per essere efficaci, le applicazioni devono avere una durata minima di 30 minuti ed essere eseguite ogni giorno per un periodo compreso fra i 15 giorni ed i 5-6 mesi a seconda del disturbo da trattare.
I primi effetti benefici si riscontrano dopo almeno una decina di sedute da 30 minuti ciascuna.
Se confrontata con le terapie tradizionali, la magnetoterapia offre i seguenti vantaggi:
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I principali campi di applicazione sono ortopedia, traumatologia e reumatologia.
Vi forniamo una lunga lista delle patologie trattate dalla magnetoterapia:
La magnetoterapia viene applicata anche per favorire il consolidamento di protesi articolari dopo l’innesto tramite intervento chirurgico.
Come qualsiasi terapia, anche la magnetoterapia va prescritta dal medico di base o da uno specialista in fisioterapia e riabilitazione.
Durante le prime sedute, si possono manifestare effetti collaterali come:
Se la terapia dà al paziente un certo effetto di sonnolenza migliorando la qualità del sonno, questo è un segno positivo: un buon riposo non può che influenzare positivamente il processo di riabilitazione.
E’ una pratica indolore, sicura e non invasiva, tuttavia è controindicata a:
La magnetoterapia può essere effettuata soltanto da uno specialista (fisioterapista, fisiatra, medico riabilitativo) negli ospedali, presso un centro specializzato o direttamente al domicilio del paziente.
Ogni medico o specialista deve conoscere bene la storia clinica del paziente (patologie, disturbi, condizioni di salute) prima di sottoporlo a magnetoterapia.
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