Sindrome delle faccette articolari

Sindrome delle faccette articolari colonna vertebrale: come si cura
Spesso trascurata e poco riconosciuta, la sindrome delle faccette articolari della colonna vertebrale è un argomento da affrontare assolutamente. Talvolta mal diagnosticata e, di conseguenza, non adeguatamente curata, questa sindrome merita una particolare e maggiore attenzione.
Errori diagnostici, trattamenti chirurgici inadeguati e terapie sbagliate possono peggiorare il problema.
Cos’è la sindrome delle faccette articolari? E’ una sindrome dovuta ad un progressivo deterioramento delle faccette articolari. L’abbiamo già visto trattando, nello specifico, la lombalgia causata dall’artrosi delle faccette articolari.
Lombalgia e cervicale di tipo cronico legate a questo problema sono, in effetti, le due patologie maggiormente considerate ma la sindrome può coinvolgere l’intera colonna vertebrale.
Nel nostro focus, affrontiamo il problema a 360 gradi: dai sintomi alla terapia più indicata ad ogni singolo caso.
Sindrome delle faccette articolari colonna vertebrale: cos’è

Cos’è l’abbiamo già accennato ma spieghiamolo meglio partendo da un’altra domanda: cosa sono le faccette articolari zigoapofisarie? Sono strutture molto importanti, riccamente innervate e rivestite di cartilagine. Si trovano nella parte posteriore di ogni vertebra ed hanno un ruolo essenziale nella stabilizzazione della colonna vertebrale. Limitano i movimenti del rachide (torsione, flesso-estensione, rotazione), servono ad assorbire gli shock delle forze compressive (fino a un quinto dei carichi pressori spinali). Queste giunture presentano meccano-recettori che partecipano alla propriocezione, al mantenimento dell’equilibrio.
Alterazioni dei rapporti articolari a livello delle faccette con deterioramento delle stesse possono provocare dolore ed altri sintomi che spieghiamo più avanti. Questa patologia infiammatoria è strettamente connessa ad altre patologie come artrosi, ernia discale, scoliosi, cifosi.
A causa dell’asimmetria delle superfici articolari e all’usura della cartilagine, si verifica la degenerazione delle articolazioni: le ossa scorrono l’una sull’altra provocando attrito, limitazione funzionale e dolore.
Cause
Le cause responsabili della sindrome delle faccette articolari della colonna vertebrale possono essere molteplici e legate ad altre patologie (artrosi, ernie discali, ecc.) come abbiamo visto.
I principali fattori che causano questa sindrome sono:
– Eccessivo sovraccarico funzionale delle vertebre (lavori che richiedono sforzi prolungati), surplus meccanico;
– Invecchiamento;
– Vizi posturali;
– Vita sedentaria, scarsa attività fisica;
– Instabilità della colonna vertebrale su base disfunzionale.
La sindrome delle faccette articolari si manifesta anche nei casi di spondiloartrosi (artrosi della colonna vertebrale), spondilolistesi e microinstabilità a seguito di interventi chirurgici.
Colpisce il 45% dei pazienti over 65 e il 15% di soggetti di età inferiore ai 45 anni, indipendentemente dal sesso e dal lavoro svolto.
Sintomi

Nel 30-40% dei casi, dolore lombare e cervicale sono dovuti alla sindrome delle faccette articolari. Questa sindrome può manifestarsi, più raramente, anche a livello dorsale.
Il principale sintomo è il dolore che ha caratteristiche diverse in base alla regione colpita.
Se la sindrome colpisce la cervicale, il dolore è avvertito nella nuca e può irradiarsi alle spalle scendendo lungo la schiena: è spesso accompagnato da mal di testa, cefalee.
In sede lombare, il dolore coinvolge la bassa schiena, i glutei, talvolta la parte posteriore delle cosce, l’inguine, raramente la cresta iliaca. In questo caso, il dolore (sordo o acuto) peggiora nella stazione eretta, dopo lunghe ore in piedi e durante il movimento, con l’iperestensione della colonna vertebrale e nei movimenti di inclinazione e torsione del tronco verso il lato opposto. Il dolore è avvertito anche alla palpazione sulle spinose interessate. Un altro sintomo è la rigidità della colonna vertebrale e la limitazione funzionale, mentre si riscontra assenza di deficit neurologici degli arti inferiori (sensibilità e movimento).
Spesso, il dolore colpisce un solo lato, ma la sindrome può anche essere bilaterale.
Negli stadi più avanzati, può verificarsi la sublussazione dell’articolazione posteriore delle vertebre e lo stiramento della capsula articolare della faccetta. Possono anche formarsi osteofiti, ovvero piccoli speroni ossei ai margini articolari delle ossa interessate alla sindrome.
Diagnosi
L’indagine diagnostica prevede anamnesi, esame obiettivo dei sintomi ed esami strumentali (radiografia, TAC, Risonanza Magnetica Nucleare) ma non sono sufficienti.
Nessuno di questi esami può confermare la sindrome delle faccette articolari della colonna vertebrale, indipendentemente dalla regione colpita.
Per procedere ad una diagnosi certa, bisogna effettuare il cosiddetto blocco anestetico selettivo della faccetta interessata. Cos’è?
Blocco anestetico selettivo: metodo diagnostico e terapeutico contro il dolore
Il blocco anestetico selettivo è un test di infiltrazione nel nervo spinale: viene eseguito con anestetico locale (con o senza cortisone) sotto controllo fluoroscopio (raggi X) o ecografico col mezzo di contrasto nella faccetta bersaglio.
Di solito, riduce dell’80% o elimina completamente il dolore temporaneamente o in modo prolungato (alcuni mesi).
Se, dopo l’infiltrazione, il dolore non diminuisce almeno del 50%, la sindrome delle faccette articolari viene esclusa. Sarà, dunque, la risposta positiva al test a determinare la terapia definitiva.
Come si cura la sindrome delle faccette articolari?

In base alla gravità della sindrome delle faccette articolari colonna vertebrale, è possibile ricorrere ad una di queste tre terapie:
– Farmacologica (antinfiammatori, analgesici) al fine di attenuare i sintomi dolorosi per un breve periodo e solo dietro prescrizione medica;
– Conservativa (Fisioterapia, Riabilitazione, Rieducazione Posturale Globale);
– Chirurgica.
Quando la patologia non richiede l’intervento chirurgico, è possibile ottenere i migliori risultati a lungo termine grazie alla Fisioterapia d’avanguardia strumentale e riabilitativa.
Fisioterapia d’avanguardia: trattamenti mirati, i migliori
La valutazione del Fisioterapista qualificato deve essere accurata e precisa almeno quanto la diagnosi. Il Centro Ryakos offre una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale (comprensiva di tutti i principali test) allo scopo di programmare un percorso terapeutico personalizzato.
Sulla base dei risultati di questa valutazione, verrà pianificato un programma terapeutico ad hoc.
I più avanzati ed efficaci trattamenti strumentali per affrontare questo problema sono:
- Laserterapia Yag ad alta potenza (a campi pulsati);
- Tecar
A questi due trattamenti d’elezione seguiranno:
- Terapia manuale eseguita dall’Osteopata (manipolazioni vertebrali mirate);
- Mobilizzazioni del Fisioterapista;
- Chinesiterapia (esercizi in flessione, isometrici, eccentrici, rinforzo muscolare, ginnastica posturale, rieducazione propriocettiva);
- Rieducazione Posturale Globale con metodo Mezieres.
A che serve la Rieducazione Posturale Globale metodo Mezieres

E’ molto importante valutare l’equilibrio posturale del paziente perché un deficit posturale potrebbe essere responsabile della sindrome delle faccette articolari colonna vertebrale, ancor prima del sovraccarico articolare.
Il Centro Ryakos esegue l’Esame Baropodometrico per verificare la condizione posturale complessiva del paziente. Se necessario, raccomanderà la Rieducazione Posturale Globale metodo Mezieres. Si tratta di un metodo che ripristina l’equilibrio dell’intera colonna vertebrale. Consente di recuperare del tutto la postura migliorando l’elasticità dei muscoli e la fluidità del movimento.
Sindrome delle faccette articolari colonna vertebrale: quando ricorrere all’intervento
Negli stadi più avanzati della sindrome, quando la terapia conservativa non sortisce alcun effetto, si ricorre al trattamento mini-invasivo di ablazione con elettrodi a Radiofrequenza che serve a denervare le faccette compromesse. In sostanza, viene interrotta la trasmissione del segnale doloroso al cervello.
Viene eseguito come il blocco diagnostico ma, anziché utilizzare anestetico locale, viene inviata energia per indurre una lesione a calore della fibra nervosa allo scopo di impedirle di trasmettere il dolore.
Il procedimento di Neurotomia percutanea in Radiofrequenza della parte posteriore del nervo spinale serve a devitalizzare la faccetta compromessa per bloccare il dolore. L’intervento eseguito in anestesia locale sotto guida radiologica dura, mediamente, 25-30 minuti. Porta alla riduzione (del 50%) o scomparsa del dolore e della contrattura muscolare a lungo termine (da 6 a 48 mesi) e, in caso di recidiva, può essere ripetuto.
Successivamente, il paziente potrà seguire un percorso riabilitativo e rieducativo personalizzato offerto dalla Fisioterapia d’avanguardia.
Per saperne ulteriormente puoi acquistare il libro che ho scritto per il mal di schiena e le patologie del rachide lombare.


Massofisioterapista specializzato in terapia fisica strumentale, nel trattamento delle sindromi dolorose e in rieducazione posturale Mezieres. Iscritto all’Ordine TSRM delle Professioni Sanitarie
