Protesi d’anca

La Protesi all’anca: stop al dolore
La Protesi d’anca rappresenta la fase finale e l’evoluzione della Coxartrosi.
L’anca è un segmento in grado di interagire con le altre parti del corpo ed ha come componente essenziale la funzione della deambulazione.
La sua interazione comprende il mantenimento, trasferimento e ammortizzamento del carico all’ interno dello spazio inter-corporeo ed inoltre è capace di raccogliere informazioni di tipo propriocettivo, pressorio, cinestesico ecc. …. per avviare processi che permettono una postura corretta ed equilibrata nello spazio.
In ambito extracorporeo è adibita alla fase di oscillazione del passo e nella variazione di direzione durante il cammino alternando e guidando le varie parti del corpo.
E’ in grado di assumere il ruolo di “punto dinamico di transizione” rispetto a parametri e coordinate intracorporee ed è deputata a dirigere il corpo verso lo spazio esterno.
All’anca è strettamente collegato il femore e l’articolazione coxo-femorale avviene tra la cavità acetabolare e la testa del femore. La cavità acetabolare è ampliata da un cercine fibro-cartilagineo che circonda il suo margine.
La testa del femore è accolta in questa cavità ed è tenuta adesa alla superfice articolare per la presenza di una robusta capsula articolare rinforzata da legamenti e per una pressione atmosferica negativa.
Coxartrosi e Protesi D’anca

Il processo artrosico dell’anca produce la coxartrosi che presenta pesanti risvolti di ordine socio economico, sia per quanto riguarda le ore di lavoro perse che per quanto riguarda le spese per il trattamento medico, fisioterapico e chirurgico che possono variamente essere associate tra loro in relazione al caso da trattare e allo stadio della malattia.
Per il trattamento conservativo si può utilizzare la terapia farmacologica classica per via generale,le infiltrazioni endoarticolare di cortisone o acido ialuronico, associando la dimunizione del peso, evitando la stazione eretta protratta, camminando poco,deambulando con l’aiuto di un bastone.
Di notevole importanza è la ginnastica attiva e passiva dell’articolazione che il paziente potrà attuare anche a casa. Prevenire l’insorgenza di tale patologia con ginnastica regolare delle anche con stretching, nuoto a rana, cyclette.
Fisioterapia e Riabilitazione in caso di Protesi all’Anca
I supporti fisioterapici utilizzati nella fase subacuta, hanno uno scopo ad indirizzo antalgico, di recupero articolare e schemi motori corretti in pazienti che, solitamente, assumono atteggiamenti e deambulazione viziate, oltre ad esercizi di rinforzo muscolare per i glutei e il quadricipite ipotonico per ipomobilità delle anche.
Utile anche l’utilizzo di terapie strumentali (tecarterapia , laser Yag, correnti diadinamiche, tens).
La terapia farmacologica e di FKT può essere prolungata fino a quando questa patologia degenerativa non abbia superato la fase iniziale.
L’aggravamento coincide con la persistenza del dolore, con la limitazione della deambulazione, con l’affaticamento nella stazione eretta, la dipendenza dall’ausilio di un bastone e quindi si propende per una terapia chirurgica conservativa o chirurgica.
La terapia chirurgica conservativa prevede due tecniche:
- La prima nel riaggiustamento dell’angolo di inclinazione tra asse diafisario e asse del collo del femore utilizzando placche e viti di fissaggio .
- La seconda, detta osteotomia di bacino o di CHIARI, è una tettoplastica che ricostruisce un tetto a livello dell’osso iliaco.
Chirurgia Protesi d’anca

La terapia chirurgica conservativa si avvale dell’impianto di mezzi protesici quali le artroprotesi o le endo protesi d’anca.L’impianto di protesi prevede la resezione delle componenti articolari ormai deformate e prive di cartilagine e la sostituzione con rivestimenti artificiali composti da diverse leghe metalliche separate da materiale (platico o ceramico) a basso coefficiente di attrito.
Le endo protesi d’anca mirano alla sostituzione della sola testa femorale impiantando nel femore uno stelo, mentre le artroprotesi d’anca o protesi totali sono costituite dall’insieme dalla cavità acetabolare e la testa femorale. Le artroprotesi d’anca possono essere cementate e non cementate.
Il protocollo riabilitativo del protesizzato d’anca prevede un momento pre-operatorio, che molto spesso non viene attuato, ed uno post-operatorio.
Il pre-operatorio mira al rinforzo di quei gruppi muscolari che risultano deficitari.
Per il post-operatorio in ambito riabilitativo, la scelta di una o di un’altra metodica è strettamente legata alla valutazione che il fisioterapista fa, sia del sistema che delle funzioni da recuperare.
Fisioterapia indispensabile dopo Protesi d’Anca
Il fisioterapista può utilizzare le contrazioni isometriche dei gruppi muscolari satelliti dell’articolazione dopo la 5a giornata, la kinesiterapia passiva che tende al recupero dell’articolarità, l’abbandono del l’appoggio (dopo 10 giorni) dal lato protesizzato e successivamente anche del secondo appoggio per riprendere una deambulazione normale, oppure può far ricorso ad uno strumento di lavoro come l’Esercizio Terapeutico Conoscitivo.
Questa metodica non si rapporta ai soli esercizi di mobilizzazione passiva e/o attivo-assistita, di rinforzo e di tonificazione muscolare, di carico ecc. …. perché non sufficienti al fine di un recupero ottimale ma tiene conto anche di altri elementi quali edema, dolore, contrattura, ipotrofia muscolare, deficit quantitativi e qualitativi del reclutamento di unità motorie e presenza di compensi.
L’Esercizio Terapeutico Conoscitivo, attraverso l’uso di esercizi di vari gradi, tenta di ripristinare sia tali elementi alterati e deficitari che altri parametri compromessi dalla patologia.
La scelta di una metodica in caso di protesi d’anca è sempre condizionata dall’età , dalle esigenze sociali o dalla necessità di un recupero immediato del paziente.

Massofisioterapista specializzato in terapia fisica strumentale, nel trattamento delle sindromi dolorose e in rieducazione posturale Mezieres. Iscritto all’Ordine TSRM delle Professioni Sanitarie
