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Onde d’Urto al tendine d’Achille

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Onde d’Urto al tendine d’Achille: la soluzione definitiva, come funziona

Quando ricorrere alle Onde d’Urto al tendine d’Achille? Questo trattamento innovativo funziona nella cura delle tendinopatie? Come funziona? Risponderemo a queste domande che rappresentano il focus della presente guida, ma prima esploriamo sintomi, cause e terapia conservativa per intervenire sulla degenerazione del tendine d’Achille, il più grande e robusto del nostro organismo.

E’ una struttura che, collegando i muscoli del polpaccio (Soleo e Gemelli) al calcagno, subisce importanti sollecitazioni biomeccaniche e stress.

E’, quindi, particolarmente soggetto a lesioni (parziali o totali) più o meno importanti. Il motto ‘tendine sano in corpore sano’ è sempre valido: oltre alle sollecitazioni, ci sono da considerare le condizioni generali di salute del soggetto colpito da tendinite o tendinopatia.

La tendinopatia achillea cronica è una delle patologie più frequenti e può colpire indistintamente sportivi e persone sedentarie.

Onde d’urto al tendine d’Achille: partiamo dai sintomi

onde d urto al tendine d'achille

Esistono due differenti tipologie di tendinopatia achillea in base a fattori anatomici: quella inserzionale (localizzata nel punto dove il tendine si inserisce nella tuberosità calcaneare) e non inserzionale (a circa 2-6 cm dall’inserzione) che causa dolore e iperestesia proprio in quell’area.

I sintomi di un tendine di Achille infiammato e lesionato sono facilmente intuibili:

  • Dolore sordo lungo la parte posteriore del tendine in direzione del calcagno che si acutizza in particolare quando il soggetto si solleva sulle punte dei piedi con conseguente allungamento del tendine;
  • Tumefazione;
  • Gonfiore, edema;
  • Limitazione della mobilità della caviglia;
  • Nodulo di 2-6 cm costituito da tessuto cicatriziale (in alcuni casi).

In caso di rottura completa del tendine, si avverte uno schiocco e risulterà impossibile alzare il tallone o camminare sulle punte dei piedi.

Tendine d’Achille: diagnosi

La diagnosi si esegue attraverso l’esame obiettivo e l’ecografia per verificare la presenza o meno di rotture o aree di necrosi. La risonanza magnetica servirà, in seguito, ad approfondire eventuali lesioni o rotture ed avere più informazioni sulle condizioni dell’osso e dei tessuti molli.

Un particolare test (di Thompson) è utile per valutare la continuità del tendine d’Achille: l’assenza di flessione plantare indica una rottura completa.

Cause

Sono tante e diverse le cause che possono scatenare la tendinopatia achillea:

  • Scarsa vascolarizzazione del tendine;
  • Microtraumi ripetuti (soprattutto di natura sportiva e in assenza di stretching adeguato);
  • Sovrappeso, obesità;
  • Età avanzata;
  • Problemi posturali o di appoggio plantare;
  • Dismetrie agli arti inferiori;
  • Disturbi metabolici (gotta, diabete) o malattie del collagene come l’artrite reumatoide;
  • Assunzione di farmaci che danneggiano i tendini (infiltrazioni di cortisone ripetute, antibiotici, statine);
  • Calzature non idonee;
  • Muscolatura scarsa (in questo caso, il tendine subisce uno stress per compensare il muscolo ipotonico);
  • Allenamento eseguito in maniera non corretta o troppo intensa;
  • Attività svolte su superfici o terreni particolarmente duri.

E’ importante agire tempestivamente per curare la tendinopatia al fine di scongiurare la formazione di calcificazioni sul sito di inserimento del tendine.

La terapia conservativa

La terapia tradizionale per il trattamento della tendinopatia achillea è di tipo conservativo e prevede:

  • Riposo, sospensione delle attività;
  • Applicazioni ripetute di ghiaccio di 15-20 minuti nell’arco della giornata;
  • Utilizzo di supporto come l’arco plantare o la talloniera;
  • Farmaci antidolorifici e antinfiammatori, iniezioni di corticosteroidi;
  • Esercizi di stretching (allungamento) ed eccentrici per migliorare la flessibilità e la forza di salto.

Se i farmaci vi provocano effetti collaterali, non potete assumerli o se non ottenete miglioramenti significativi dalla terapia conservativa, potete affidarvi a trattamenti di fisioterapia avanzata e, soprattutto, alla terapia di elezione delle Onde d’urto.

Chi è in sovrappeso dovrà, innanzitutto, seguire una dieta appropriata per perdere i chili di troppo e ridurre il sovraccarico.

Onde d’Urto al tendine d’Achille: come e perché funzionano

Quando tutte le altre terapie non si sono dimostrate efficaci, si ricorrerà alle Onde d’Urto da associare a terapia manuale, esercizi terapeutici mirati, esercizi eccentrici e stretching, guidati dal fisioterapista.

Al trattamento (valida alternativa alla chirurgia) si possono affiancare terapie fisiche come la Tecarterapia e la Laserterapia ad alta potenza.

Il fisioterapista eseguirà, inizialmente, una palpazione della struttura per individuare la fibrosità cercando di isolare il più possibile la parte dolente e infiammata del tendine.

Una volta individuata la zona, verranno trattate le zone perimetrali per stimolare la microcircolazione locale. La piccola testina del dispositivo utilizzato per le Onde d’Urto verrà posizionata sul punto dolente intervenendo direttamente sulla parte compromessa.

Uno studio scientifico che dimostra l’efficacie delle Onde d’urto nella tendinopatia achillea.

La terapia è antidolorifica, antinfiammatoria, antiedemigena e rigenerante in quanto grazie a queste onde si può interferire positivamente con il metabolismo del tendine andando a stimolare la riparazione dei tessuti.

Ad agire sono onde a elevata energia acustica trasmesse attraverso la superficie cutanea e diffuse nell’organismo in senso radiale. Incrementano la vascolarizzazione favorendo cambiamenti biologici a livello cellulare.

Gli effetti biologici indotti della cura richiedono tempo, il risultato associato all’azione  rigenerante non è immediato.

Perché funzionano? Oltre a combattere dolore e infiammazione, sono in grado di creare una nuova formazione di vasi sanguigni (la cosiddetta neoangiogenesi) che stimola la riparazione dei tessuti e rigenera. Il problema si risolve nell’80% dei casi.

Il trattamento delle Onde d’Urto si esegue, solitamente, una volta alla settimana e gli effetti sono soggettivi: talvolta, il miglioramento avviene dopo la prima seduta, altre volte occorre aspettare qualche settimana dal termine del ciclo.

In genere, bastano 3-5 sedute: in alcuni casi, sono necessarie più sedute per risolvere la patologia.

Onde d’Urto: controindicazioni

Le terapia con le Onde d’Urto è una metodica non invasiva e priva di effetti collaterali rilevanti, non prevede anestesia.

E’ un trattamento controindicato a:

  • Donne in gravidanza;
  • Pazienti di età inferiore ai 18 anni (nei giovani sulle cartilagini di accrescimento);
  • Soggetti con tendini lesionati a rischio rottura;
  • Pazienti in terapia cortisonica o anticoagulante orale;
  • Persone con difetti della coagulazione (incluse trombosi locali), tumori locali o infezioni (virali e batteriche).

Onde d’Urto al tendine d’Achille: considerazioni finali

Le Onde d’Urto al tendine d’Achille agiscono sulla situazione finale della patologia. Ovviamente, non potrà intervenire sulle cause che hanno scatenato la sofferenza del tendine.

In un’ottica più ampia, è necessario intervenire sulle condizioni che sono all’origine del problema come, ad esempio, problemi di natura posturale per evitare che la tendinopatia si ripresenti.

Le Onde d’Urto devono far parte di un processo terapeutico più vasto, in grado di valutare la condizione clinico/funzionale globale del paziente.

Ecco perché al trattamento delle Onde d’Urto devono essere associati esercizi specifici, terapia manuale e fisica come la Tecar risolvendo dolore e infiammazione, recuperando elasticità e flessibilità, funzionalità articolare delle strutture interessate.

A guarigione avvenuta, è molto importante controllare la postura se si sospettano cause ad essa associate.

In caso di problemi (riscontrati attraverso l’esame Baropodometrico computerizzato), si procederà ad una rieducazione posturale totale attraverso il metodo Mezieres, la terapia migliore per il recupero completo della postura.


Roberto Franzese

Massofisioterapista specializzato in terapia fisica strumentale, nel trattamento delle sindromi dolorose e in rieducazione posturale Mezieres. Iscritto all'Ordine TSRM delle Professioni Sanitarie Guarda il profilo completo