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Frattura del capitello radiale

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Frattura del capitello radiale: cure, Fisioterapia e Riabilitazione

Il focus del nostro approfondimento, la frattura del capitello radiale, affronta a 360 gradi la frattura più comune a carico delle ossa del gomito. Sui casi complessivi di fratture del gomito, il 20% coinvolge proprio l’apice prossimale del radio che, insieme a ulna e omero, costituisce l’articolazione del gomito. Tra i soggetti più a rischio, troviamo tutti coloro che praticano sport di contatto.

La funzione principale del capitello radiale è consentire all’avambraccio di ruotare in un senso piuttosto che in un altro (movimento di prono-supinazione). Ha la forma di una pedina della dama: superficie superiore e bordo sono interamente lisci, rivestiti da uno strato di cartilagine.

Come si frattura il capitello radiale? Quali sono i sintomi, quali esami diagnostici è importante eseguire per riconoscerne la gravità? Come intervenire per risolvere il problema?

Intervento chirurgico o no, la Fisioterapia e Riabilitazione sono fondamentali per sperare in una completa e rapida guarigione.

Tipologie di frattura del capitello radiale

frattura del capitello radiale

Vengono classificate 4 tipologie di frattura del capitello radiale:

  • Composta (tipo I), la meno grave e più visibile ai raggi X, caratterizzata da una piccola crepa, un piccolo frammento che rimane nella sua posizione originaria senza creare alcuna separazione significativa tra le sezioni ossee coinvolte;
  • Scomposta ad un solo frammento (tipo II) che si sposta di almeno 2 mm (scomposizione leggera) rispetto al resto della struttura. Può presentarsi anche con una sola frattura del collo del capitello;
  • Pluri-frammentaria (tipo III), quando il capitello si frattura in diversi frammenti coinvolgendo, talvolta, anche i legamenti dell’articolazione del gomito;
  • Associata a lussazione del gomito (tipo IV) che implica la perdita dei normali rapporti tra le ossa.

Cause

Insieme alla frattura dell’oleocrano, coronoide e lussazione del gomito, la frattura del capitello radiale è una delle più comuni associata al gomito. Coinvolge il capitello e il collo del radio (l’osso più piccolo dell’avambraccio) che si articola con l’ulna per permettere al braccio di roteare. Per via della posizione che occupa, il capitello radiale è facilmente soggetto a traumi. Le fratture del capitello rappresentano il 20% degli infortuni totali a carico del gomito ed interessano persone di età compresa tra i 30 e i 40 anni.

Le cause responsabili di questo tipo di frattura sono:

  • Trauma indiretto (caduta sull’avambraccio a mano iperetesa e gomito esteso);
  • Trauma diretto contro la superficie esterna del gomito (incidente automobilistico, attività sportiva).

La frattura avviene nel momento stesso in cui il capitello radiale si scontra con la porzione inferiore della superficie dell’omero con una certa violenza, forza e velocità. Spesso, le lesioni si estendono anche a tendini, altre strutture ossee o connettive dell’articolazione (muscoli, legamenti). Le fratture del capitello sono spesso associate a lesioni del legamento collaterale radiale e ulnare nonché a lesioni vascolari e nervose.

Frattura del capitello radiale: sintomi

frattura del gomito

I sintomi tipici della frattura del capitello radiale sono:

  • Dolore immediato e acuto al gomito che peggiora durante il movimento (specie la supinazione);
  • Impossibilità di ruotare l’avambraccio;
  • Limitazione funzionale articolare (difficoltà nei movimenti di polso e gomito);
  • Perdita della forza;
  • Instabilità del gomito;
  • Gonfiore con o senza ematoma in corrispondenza del gomito (non sempre presente);
  • Rossore localizzato all’area lesionata.

Diagnosi

gomito frattura

Per controllare la stabilità, il medico ortopedico provocherà uno stress medialmente e lateralmente al gomito verificando anche un’eventuale lassità o movimento anomalo. Se, una volta applicato lo stress, l’articolazione del gomito non si muove, significa che la frattura è stabile e che i legamenti associati sono integri.

Dopo un trauma o una caduta con conseguente dolore, si raccomanda di eseguire subito una radiografia (in proiezione laterale, antero-posteriore e obliqua) per visualizzare al meglio le condizioni del capitello e verificare la presenza di rime di frattura e frammenti ossei eventualmente staccati. I raggi X rappresentano l’esame più indicato, in questo caso.

Attraverso la Risonanza Magnetica Nucleare è possibile, invece, individuare eventuali danni ai legamenti e alla capsula. Nei casi più gravi, può servire una scansione su vari piani per avere modo di valutare con più attenzione il trattamento chirurgico da effettuare.

Terapia conservativa, quando è necessario l’intervento chirurgico

A seconda del tipo di frattura si interverrà con la terapia più adeguata.

Le fratture composte (con 30° di angolazione) sono più semplici da trattare: sarà sufficiente un’immobilizzazione del braccio con gesso o tutore per un breve periodo (10/30 giorni) seguita da una precoce e graduale riabilitazione. In presenza di fratture con 60° di angolazione, si procederà con la manipolazione e riduzione per riallineare i frammenti ossei (tecnica manipolativa di Patterson).

Per le fratture scomposte e pluri-frammentarie, è necessario l’intervento chirurgico (osteosintesi) allo scopo di ricomporre i frammenti unendoli con piccole viti e placca metallica. In seguito, l’arto verrà immobilizzato con tutore per 2-3 settimane allo scopo di favorire il consolidamento di crepe o frammentazioni.

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In caso di fratture instabili, esposte e lussazione, è inevitabile l’intervento chirurgico per rimuovere frammenti e blocco osseo eseguendo una ricostruzione (sostituzione protesica).

Il percorso essenziale della Fisioterapia: trattamenti avanzati

riabilitazione frattura capitello radiale

Sia in caso di trattamento conservativo sia dopo l’intervento chirurgico il percorso riabilitativo è fondamentale per sperare di recuperare funzionalità articolare e forza. In questo modo, si eviterà il rischio di rigidità, formazione di tessuto fibroso e depositi di calcio a livello dell’articolazione.

Nella prima fase, si procederà a trattamenti fisici strumentali d’elezione a scopo antalgico e rigenerante:

–       Tecarterapia;

–       Laser Yag ad alta potenza;

–       Magnetoterapia( per accelerare formazione callo osseo)

–       Onde d’urto( nei casi di ritardo di formazione del callo osseo).

Esercizi terapeutici di mobilizzazione, rinforzo e coordinazione

Parallelamente, la mobilizzazione dovrà essere precoce, cauta e graduale secondo le indicazioni del medico ortopedico. All’inizio, deve essere passiva in trazione, poi gradualmente attiva con esercizi di auto-mobilizzazioni e allungamento (stretching).

Quando il paziente avrà raggiunto un’ottima mobilità articolare, il fisioterapista passerà alla seconda fase di recupero della forza ed elasticità dell’intera catena muscolare attraverso esercizi terapeutici.

Quali sono, nello specifico? Si tratta di esercizi di rinforzo (concentrici ed eccentrici) dei prono/supinatori del polso, flesso/estensori dell’avambraccio, bicipite e tricipite, stabilizzatori della spalla da eseguire con bende elastiche ed altri strumenti.

L’ultima, importante fase della riabilitazione riguarderà il ripristino della coordinazione manuale attraverso un percorso di training neuromotorio ed il recupero del gesto tecnico per evitare ulteriori infortuni.

I tempi di recupero post-operatorio o in caso di trattamento conservativo si aggirano intorno alle 6-8 settimane: in caso di gravi fratture, i tempi potrebbero allungarsi. Per sperare in una guarigione completa e più rapida, raccomandiamo di rispettare modalità e tempi dei vari trattamenti fisioterapici e riabilitativi.

Il Centro Ryakos, forte di apparecchiature di ultima generazione e di un personale altamente qualificato, offre una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale, essenziale al fine di programmare un percorso terapeutico personalizzato.


Roberto Franzese

Massofisioterapista specializzato in terapia fisica strumentale, nel trattamento delle sindromi dolorose e in rieducazione posturale Mezieres. Iscritto all'Ordine TSRM delle Professioni Sanitarie Guarda il profilo completo

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