Dito a Scatto

Dito a Scatto: come si cura?
Il dito a scatto è una condizione piuttosto comune, caratterizzata da una rigidità di una o più dita della mano, che risulta bloccata in flessione per poi sbloccarsi improvvisamente emettendo un caratteristico suono simile ad un click.
La rigidità delle dita comporta spesso una più o meno marcata limitazione dei movimenti di flessione ed estensione, che rende difficoltoso lo svolgimento di molte attività della vita quotidiana, come la chiusura e l’apertura della mano e la prensione degli oggetti.
Sebbene tale condizione sia comunemente conosciuta come “dito a scatto”, la denominazione scientifica è in realtà tenosinovite stenosante, ad indicare la problematica che ne sta alla base: un processo infiammatorio che interessa la guaina di rivestimento di uno o più tendini flessori.
I tendini sono, infatti, circondati da una guaina di rivestimento che svolge un importante ruolo di protezione e lubrificazione; quando quest’ultima si infiamma, il canale all’interno del quale si muove il tendine va incontro ad un restringimento ( da cui il termine stenosante) che ne limita lo scorrimento, e che può, nei casi più gravi, provocarne addirittura l’intrappolamento.
Quando questo avviene, il dito può restare bloccato in posizione piegata anche per periodi prolungati, prima di sbloccarsi improvvisamente in estensione attraverso lo “scatto”.

Nei casi meno gravi, si osservano comunque disturbi della mobilità delle dita interessate, che, infatti, durante l’apertura della mano sembrano seguire una traiettoria diversa rispetto alle altre, come se andassero per conto proprio e sfuggissero al controllo volontario .
Se il fenomeno infiammatorio persiste, i tendini possono danneggiarsi e irritarsi a tal punto da dar vita a cicatrici di tipo nodulare e compromettere gravemente la funzionalità della mano.
Pertanto, è bene non sottovalutare il problema e recarsi quanto prima da uno specialista per attuare una terapia tempestiva.
Il dito a scatto può interessare una o più dita, generalmente della mano dominante, e si riscontra più frequentemente nelle donne.
Ovviamente, le persone più colpite sono quelle che, o per la loro professione o per lo svolgimento di una particolare attività sportiva o ludica ( come suonare uno strumento musicale) , sottopongono le dita a continui stress meccanici con conseguente sindrome da overuse.
Altri fattori di rischio sono l’età e patologie concomitanti come diabete, ipotiroidismo, artrite reumatoide, tubercolosi, gotta.
I sintomi più comuni sono senz’altro dolore, rigidità della mano, limitazione dell’apertura della mano e della pensione, il classico rumore a “scatto” percepito durante l’estensione del dito interessato o addirittura il blocco totale del dito in flessione, gonfiore o presenza di un nodulo fibroso alla base del dito interessato.
Sulla base dell’osservazione clinica della sintomatologia,della positività di specifici test diagnostici, della fluidità dei movimenti della mano e delle dita, della palpazione degli eventuali noduli e dalla comparsa del suono a scatto, può essere fatta la diagnosi, indagando anche, attraverso l’anamnesi, sulla compresenza delle patologie che rappresentano fattori di rischio predisponenti.
Come si cura il dito a scatto?
La cura del dito a scatto dipende molto dalla gravità dell’infiammazione e dal grado della limitazione motoria e della rigidità.
Sicuramente un approccio di tipo farmacologico con la somministrazione di antinfiammatori può velocizzare il riassorbimento del liquido infiammatorio nella guaina di rivestimento, alleviando, dunque, il gonfiore e il dolore e garantendo al tendine un maggiore spazio in cui muoversi.

In alternativa, anche iniezioni di cortisone effettuate direttamente sulla zona interessata possono aiutare la regressione della flogosi, ma non si tratta comunque di un trattamento risolutivo.
Molto efficace risulta invece il trattamento fisioterapico di tipo antalgico e antinfiammatorio, che può essere effettuato attraverso specifiche strumentazioni elettromedicali quali laser yag, ultrasuoni e tecarterapia, che hanno un effetto biostimolante, il quale accelera i meccanismi fisiologici di autoriparazione che l’organismo mette in atto per debellare l’infiammazione.
Il risultato sarà un notevole miglioramento del dolore e della mobilità delle dita coinvolte sfruttando gli effetti benefici delle rispettive energie fisiche erogate dai macchinari, ovviando per giunta le problematiche legate agli effetti collaterali delle terapie farmacologiche.
Di particolare rilevanza, negli ultimi tempi, è la terapia con le onde d’urto, che consiste in una stimolazione locale sui punti algici all’origine del problema: è proprio questa peculiare precisione e selettività a rendere questo tipo di terapia molto efficace e in grado di garantire un sollievo immediato in poche sedute.

In conclusione, il dito a scatto è una condizione che può essere curata con una terapia conservativa con farmaci, applicazione di ghiaccio, fisioterapia e riposo, in merito a quest’ultimo aspetto è bene ricordare che è necessario evitare stress che possano sovraccaricare i tendini e peggiorare lo stato infiammatorio: a tale scopo può essere utile applicare un tutore che tenga ferme le dita in estensione per limitare il rischio di un blocco in flessione.
Qualora l’approccio conservativo dovesse risultare inefficace o insufficiente, si può optare per il trattamento chirurgico, attraverso il quale si mira a restituire al tendine un adeguato spazio di scorrimento.
Si tenga presente, però, che l’intervento dovrà comunque essere seguito da un periodo di riabilitazione fisioterapica e di riposo.
Se anche tu soffri di Dito a Scatto chiama ora lo 0813419278 per una Visita Gratuita

Massofisioterapista specializzato in terapia fisica strumentale, nel trattamento delle sindromi dolorose e in rieducazione posturale Mezieres. Iscritto all’Ordine TSRM delle Professioni Sanitarie
