Il dolore nella cervicobrachialgia o nevralgia cervico brachiale è molto diverso da un classico torcicollo. Inizialmente, è progressivo e si manifesta con una rigidità dolorosa del collo e quindi alla cervicale con irradiazioni interscapolari o precordiali. Precede di qualche ora o di qualche giorno, talvolta di alcune settimane, il dolore dell’arto superiore.
Può essere sostituito da parestesie, segue il decorso della radice interessata fino alla mano e termina a livello di una o più dita con parestesie. Possono manifestarsi riacutizzazioni notturne, il dolore può scatenarsi da un movimento del collo, dalla tosse, da uno starnuto.
I sintomi sono dovuti all’irritazione o alla compressione di una radice nervosa (C5,C6,C7,C8).
Sindrome C5 – topografia del dolore e dei disturbi sensitivi: faccia anteriore della spalla fino al bordo esterno del gomito;
Compressione C6 – topografia del dolore e dei disturbi sensitivi: faccia anteriore della spalla, faccia esterna del braccio fino al pollice;
Sindrome C7 – topografia del dolore e dei disturbi sensitivi: giunzione cervico-dorsale, faccia posteriore della spalla, del braccio, dell’avambraccio, dorso del polso, del dito indice e medio, talvolta anulare;
Brachialgia C8 – topografia del dolore e dei disturbi sensitivi: faccia interna del braccio, dell’avambraccio, del polso, della mano 4° e 5° dito.
Talvolta, le cause di una cervico brachialgia sono associate a ernie discali cervicali del segmento C5-T1, protrusioni discali, contratture dei muscoli della regione cervicale come gli scaleni, trigger point attivi dei muscoli cervicali e dell’articolazione scapolo omerale.
Diagnosi strumentale in caso di nevralgia cervico brachiale
Indagini strumentali
Radiografia,
TAC,
Risonanza Magnetica.
Per una diagnosi efficace e corretta è indispensabile l’esame clinico del paziente mediante test ortopedici e neurologici che possono evidenziare l’origine del disturbo di cervicobrachialgia o nevralgia cervico brachiale.
Verrà esaminata la compressione neurologica di un’eventuale ernia cervicale da C5 a C7. In questo caso, l’ernia comprimerà il nervo brachiale e il paziente avvertirà formicolio/dolore all’arto colpito dalla compressione.
Inoltre verrà verificata la forza, i riflessi e la sensibilità dell’arto stesso.
Trattamenti riabilitativi nella cervicobrachialgia
L’immobilizzazione del collo con una minerva ben adattata è indispensabile nelle forme iperacute o ribelli di cervicobrachialgia.
Successivamente, si procederà con una precoce terapia riabilitativa che prevede l’uso di terapia strumentale per ridurre l’infiammazione e, successivamente, terapia manuale/posturale per riequilibrare l’intero sistema muscolo-scheletrico.
Il Laser e, soprattutto, la Tecarterapia dovranno rilassare i muscoli contratti in modo da creare una minore tensione a livello del nervo brachiale incriminato. Inoltre, grazie a queste strumentazioni, potrà essere eseguito un lavoro anti-edemigeno sull’ernia eventuale che causa la neuropatia.
Si rivelano molto utili le tecniche manipolatorie di pompage e decoattazione articolare che mirano a ossigenare, drenare e liberare i tessuti lesi. Dovranno essere liberati principalmente i muscoli del lato omolaterale alle nevralgia brachiale.
Inoltre, sarà presa in grande considerazione la presenza di eventuali trigger point che possono simulare una cervico brachialgia.
I trigger point sono contratture che, se attive, possono causare dolore riferito. Nel caso delle brachialgia, i muscoli che possono simulare queste problematica sono soprattutto il sottospinoso, i muscoli scaleni, il rotondo e il succlavio.
In sintesi, i trattamenti indicati in caso di brachialgia sono: Tecar, Laser Nd; Yag, mobilizzazione, release del trigger point, rieducazione posturale, massaggi, trattamenti di Osteopatia.
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Quando si parla di colpo di frusta, si usa un termine non medico per indicare un evento traumatico, che coinvolge la zona del rachide cervicale.
Questo fenomeno si verifica in seguito a movimenti bruschi del capo, che superano la normale soglia di mobilità articolare del collo.
Il meccanismo lesivo del colpo di frusta è tipico degli incidenti automobilistici, soprattutto di quelli che vedono il tamponamento violento tra vetture.
Tuttavia, il colpo di frusta può derivare anche da traumi violenti, da incidenti di altro tipo o da traumi sportivi, come quelli che si verificano negli sport di contatto, nel rugby o nel calcio.
Soprattutto nel caso di incidenti automobilistici dovuti a tamponamento, si verifica una forte accelerazione in avanti del sedile e del conducente, il cui capo tende a mantenere la posizione iniziale, mentre il corpo viene spinto in avanti, con conseguente pressione della testa contro il poggiatesta e successiva spinta in avanti con velocità e violenza.
Quando manca il poggiatesta o vi è una scorretta regolazione di questo, il danno è anche maggiore.
Colpo di frusta sintomi
In seguito ad un trauma del genere, il soggetto accusa fin da subito collo bloccato e dolorante, mal di testa, limitazione e rigidità nei movimenti del collo, acufeni, formicolii e parestesie diffusi, vertigini e vomito.
Nei casi più gravi, si registrano strappi, stiramenti, contratture fino a fratture a livello vertebrale, lesioni del midollo spinale e paralisi.
Inoltre, possono verificarsi anche alterazioni della colonna vertebrale, dell’equilibrio del bacino e dell’articolazione temporo mandibolare.
Colpo di frusta cosa fare
Nel momento in cui si verifica un trauma da cui consegua un colpo di frusta, anche in una forma inizialmente lieve, è fondamentale recarsi subito in pronto soccorso, per sottoporsi ad un attento esame clinico e strumentale, che permetta di escludere la presenza di eventuali lesioni ossee o del midollo.
In seguito, si potrà procedere con l’immobilizzazione del collo attraverso applicazione di un collare ortopedico, periodo di riposo, per non aggravare la situazione, e terapia farmacologica, a base di antidolorifici, antinfiammatori e miorilassanti.
Una volta terminata la fase acuta della patologia, sarà possibile iniziare un percorso di fisioterapia, che mira al recupero della mobilità del collo e alla riduzione dei tempi di guarigione.
Tra le tecniche riabilitative utilizzate, vi sono:
Nel percorso riabilitativo, inoltre, vengono introdotte anche manipolazioni manuali e i massaggi decontratturanti, che devono essere eseguiti da esperti, in modo che non si vadano a creare danni ulteriori, ma che siano utili a favorire la mobilità del collo attraverso la stimolazione manuale.
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La contrattura al collo è un fastidio molto comune in persone di tutte le età, che si concretizza in una condizione fastidiosa e limitante anche delle più semplici attività.
Quando si parla di contrattura al collo, si fa riferimento ad un disturbo muscolare dovuto ad una contrazione involontaria e duratura dei muscoli cervicali.
La zona cervicale è una delle zone in cui si manifestano più spesso le contratture, in quanto si tratta di un distretto ricco di muscoli che consentono un vasto numero di movimenti.
Proprio per questa sua funzione, il collo tende ad andare facilmente in sovraccarico: da qui, lo sviluppo di contratture e dolori cervicali.
I sintomi che si avvertono in presenza di una contrattura muscolare al collo sono dolore al collo, rigidità e pesantezza, sensazione di tensione, limitazione nel movimento e mal di testa e vertigini nei casi più accentuati.
Le cause di questa patologia possono essere di diversa natura, quali:
postura sbagliata mantenuta per tempo o postura alterata nel tratto cervicale;
colpo di frusta;
colpo di freddo;
improvviso movimento sbagliato;
sovraccarico dei muscoli del collo;
stress, ansia o stati depressivi che vengono somatizzati dal paziente;
discopatie, protrusioni ed ernie della zona cervicale.
Inoltre, la presenza di squilibri elettrolitici e di disordini del metabolismo possono essere fattori predisponenti all’insorgere di una contrattura al collo.
Proprio in ragione di questa varietà di cause scatenanti, è importante procedere ad una diagnosi accurata, per capire da dove derivi in concreto la contrattura al collo.
Di solito, le contratture vengono individuate già attraverso la semplice palpazione, in quanto l’addensamento di fibre muscolari nella zona si presenta come una sorta di cordone rigido e dolorante al tatto.
Il muscolo più esteso della zona cervicale è il trapezio, nonché il più soggetto a contratture e, quindi, il principale responsabile del dolore al collo.
Contrattura al collo: rimedi e terapia
Una volta individuata la causa del dolore, il medico specialista, ortopedico o fisiatra, potrà fornirvi la terapia più adatta al caso specifico, in modo da eliminare rapidamente il fastidio.
In genere, si tratta di un trattamento farmacologico e a base di massoterapia e fisioterapia.
Per decontrarre la zona cervicale, infatti, vengono adottati miorilassanti e antinfiammatori ai quali vengono affiancate terapie strumentali e manuali, come la tecar terapia e i massaggi decontratturanti.
È importante intervenire in modo tempestivo per evitare la cronicizzazione del disturbo e lo sviluppo di ulteriori situazioni invalidanti, come torcicollo, alterazioni della postura, cervicalgia miotensiva.
In genere, tecar terapia e massaggi decontratturanti costituiscono il trattamento d’elezione per decontrarre e rilassare i muscoli e per eliminare in breve tempo la contrattura al collo.
Terapia manuale: massaggi decontratturanti
Il massaggio decontratturante è un massaggio che agisce sulle contratture muscolari per riattivare il tessuto connettivale.
È prevista l’esecuzione di manovre e pressioni specifiche nella zona di collo e spalle prima su un lato e poi sull’altro.
Questo tipo di massaggio mira a riattivare i centri nervosi, ad eliminare tossine e liquidi in eccesso e ad ossigenare i tessuti.
Tecarterapia
Spesso, alla terapia manuale si abbina anche la tecarterapia o diatermia da contatto.
Si tratta di un trattamento elettromedicale, che aiuta a guarire più rapidamente da infiammazioni e traumi muscolari.
La tecarterapia prevede la produzione di calore endogeno, ossia all’interno corpo, che attiva i meccanismi autoriparatori e contribuisce a rilassare la muscolatura e a sciogliere le tensioni muscolari accumulate.
Da questo tipo di terapia, derivano una serie di vantaggi, come:
una riduzione dei tempi di recupero;
un’accelerazione dei processi di autoriparazione dell’organismo;
una migliore mobilità del tratto cervicale;
un sollievo immediato dal dolore.
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Cura cervicobrachialgia: risolvi con la Fisioterapia d’avanguardia
Ti hanno diagnosticato la sindrome brachiale e sei in attesa di conoscere il tipo di cura per la cervicobrachialgia più efficace e rapida, in grado di liberarti da dolore e blocco.
Il dolore cervicale (che si irradia alla spalla e al braccio) e i sintomi associati (formicolio alla mano, debolezza muscolare, rigidità e contrattura dei muscoli paracervicali) li conosci fin troppo bene. Sai che possono dipendere da irritazione o compressione di una radice nervosa a livello del rachide cervicale.
Sai anche che la cervicobrachialgia può manifestarsi a causa di svariate patologie (artrosi cervicale, ernia discale cervicale, ecc.). Fortunatamente, non ti sono stati riscontrati deficit neurologici, radicolopatie o alterazioni strutturali. Hai un’artrosi cervicale curabilissima con la terapia conservativa e un ciclo di Fisioterapia strumentale, manuale e riabilitativa che ti rimetterà a nuovo.
Andiamo subito al sodo e scopriamo insieme come si cura la cervicobrachialgia.
Cura cervicobrachialgia: terapia conservativa
Una volta diagnosticata la cervicobrachialgia, dovrai seguire scrupolosamente i consigli e le prescrizioni dello specialista.
Nella fase acuta, a seconda delle condizioni e della gravità del dolore, il medico potrà prescrivere:
Riposo per un breve periodo;
Crioterapia (terapia del freddo, applicazione di ghiaccio) alternata a termoterapia (terapia del caldo, bagni caldi);
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), analgesici, miorilassanti (in caso di contratture) o, se il dolore è particolarmente acuto, cortisonici;
Infiltrazioni di anestetico locale e cortisone;
Utilizzo di un collare cervicale (soprattutto in caso di blocco totale dei movimenti) e di un cuscino cervicale.
Superata la fase acuta, raccomanderà un ciclo di Fisioterapia e Riabilitazione.
Fisioterapia strumentale d’elezione nella cura della cervicobrachialgia
La cura della sindrome brachiale trova nella Fisioterapia un percorso estremamente efficace e risolutivo, soprattutto se il disturbo è muscolare oppure origina dal tessuto connettivo, se il paziente non presenta deficit neurologici, radicolopatie o alterazioni strutturali.
Oltre ad esaminare la diagnosi medica, il Centro Ryakos offre una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale comprensiva di tutti i principali test. In riferimento alla cervicobrachialgia esistono diversi test: compressione foraminale, compressione di Jackson, compressione in estensione o in flessione, abduzione della spalla (segno di Bakody), test di Spurling.
La valutazione fisioterapica è essenziale per programmare un percorso terapeutico personalizzato.
Nella prima fase, i trattamenti strumentali d’elezione in grado di apportare benefici immediati su infiammazione e dolore sono:
Tecarterapia ad alto indice di efficienza con effetto antinfiammatorio, analgesico, decontratturante, vascolarizzante e rigenerante. Stimola l’energia all’interno dei tessuti rigenerando le cellule colpite dalla patologia. Può essere abbinata alla terapia manuale;
Laser Yag ad Alta Potenza, trattamento rapido e molto efficace;
Superato in gran parte o del tutto il dolore, il Fisioterapista procederà a sbloccare e ripristinare la funzionalità articolare e muscolare attraverso i migliori trattamenti manuali:
Terapia manuale osteopatica (manipolazioni dolci, tecniche ad energia miotensiva e cranio-sacrali) che ha lo scopo di liberare i blocchi articolari ed eliminare le contratture;
Trattamento miofasciale dei trigger point;
Esercizi attivi e passivi (allungamenti dei muscoli scaleni, mobilizzazione, decompressione, rinforzo muscolare, ginnastica posturale).
E’ determinante iniziare al più presto gli esercizi terapeutici per recuperare quanto prima il tono muscolare, la mobilità articolare, la forza e l’elasticità muscolare.
Per la cura cervicobrachialgia definitiva, come per ogni disturbo e patologia, è necessario trattare la causa senza limitarsi ai sintomi. Se alla base del problema si riscontra un deficit posturale bisogna combatterlo e vincerlo. Come?
La Rieducazione Posturale Globale con metodo Mezieres: la soluzione definitiva
Per verificare le condizioni posturali del paziente, bisogna eseguire l’EsameBaropodometrico.
E’ un passo importante perché uno squilibrio posturale, nonostante le migliori cure fisioterapiche, può portare a nuove ricadute.
Se l’Esame Baropodometrico rileva problemi di postura, il Fisioterapista qualificato raccomanderà la Rieducazione Posturale Globale con metodo Mezieres, un percorso unico, esclusivo, individuale, il migliore in termini di risultati a lungo termine. Va oltre la ginnastica posturale classica e lo stretching.
Eseguendo correttamente la tecnica di respirazione diaframmatica (essenziale durante le sedute), il paziente verrà seguito dallo specialista nell’esecuzione di un graduale allungamento della catena muscolare posteriore. E’ una tecnica di allungamento da mantenere in modo prolungato e duraturo.
Questo percorso correttivo e riabilitativo, terapeutico ma anche preventivo, non si può improvvisare e può essere applicato solo da esperti Mezieristi.
A fine ciclo, il risultato della messa in tensione globale eseguita dalla testa ai piedi sarà un riequilibrio posturale dell’intera colonna, degli arti superiori e inferiori. Addio recidive!
Cura cervicobrachialgia: terapia chirurgica
Raramente si ricorre all’interventochirurgico in caso di cervicobrachialgia.
Viene valutata questa possibilità soltanto se il problema non si risolve dopo un anno di trattamenti conservativi e sintomatici inefficaci. Succede in presenza di compressione del midollo spinale, di deficit neurologici di forza e sensibilità agli arti superiori che non migliorano con la terapia farmacologica o di ernia discale cervicale avanzata. L’obiettivo è la decompressione nervosa (nervi spinali cervicali o loro derivazioni passanti per lo stretto toracico).
In base alle condizioni del paziente, il neurochirurgo potrà scegliere tra le seguenti operazioni:
Microdiscectomia durante cui rimuove la parte di disco erniata, intervento possibile soltanto se il disco non è degenerato;
Artrodesi intersomatica con rimozione del disco intervertebrale (discectomia) e sostituzione con una protesi cervicale artificiale;
Unione delle due vertebre, cui consegue la perdita di parte della mobilità della colonna cervicale.
Come prevenire la cervicobrachialgia
Non esiste un rimedio in grado di prevenire al 100% questa patologia.
E’ possibile, però, seguire certe misure precauzionali che possono ridurre il rischio di insorgenza.
Ti consigliamo di:
Mantenere una postura corretta in qualsiasi momento della giornata (in posizione eretta, da seduto, ecc.) e anche di notte, utilizzando un cuscino cervicale ergonomico durante il riposo;
Evitare la sedentarietà;
Praticare regolarmente attività fisica per preservare la colonna vertebrale dall’ernia cervicale;
Muovere in modo corretto il corpo, soprattutto durante il sollevamento di pesi (che non devono gravare sulla colonna vertebrale) ed evitare con cura eccessive torsioni della schiena.
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Le ernie discali non rientrano con nessuna tecnica : solo la tecnica chirurgica risolve ma..
Per quante leggende metropolitane circolino online e nelle convinzioni di molti, le ernie del disco che siano cervicali, lombari o dorsali non rientrano ne con manipolazioni ne con qualche altra tecnica manuale o strumentale. Soltanto l’intervento chirurgico di rimozione può risolvere il problema. Ci riferiamo solo alle ernie espulse o anche a quelle contenute, estruse, protrusioni? A tutti i tipi di ernia e anche alle protrusioni.
Ripassiamo un po’ di concetti descrivendo le varie tipologie di ernia discale, ma la realtà resta la stessa: non rientra con nessuna tecnica tranne quella chirurgica.
E’ questo il focus dell’articolo e ti spiegheremo perché.
Vediamo in che modo interviene la Fisioterapia d’avanguardia e come risolvere il problema.
Le ernie non rientrano ma esistono meccanismi di guarigione spontanea
Dopo esserti sottoposto ad una TACe ad una Risonanza Magnetica Nucleare, ti hanno diagnosticato un’ernia lombare/cervicale. Qualcuno ti ha detto di evitare l’intervento chirurgico perché con la ginnastica l’ernia può rientrare. Errato!
Può succedere che il frammento discale espulso si disidrati perdendo gran parte del suo volume e trovando una posizione più innocua in relazione alle strutture locali che possono evocare dolore (algogene). L’ernia si ‘secca’, il materiale fuoriuscito viene gradualmente riassorbito dal corpo fino a non dare più fastidio.
Si tratta di un meccanismo naturale di difesa che può portare ad una guarigione spontanea nel giro di massimo 9 mesi dal momento dell’espulsione dell’ernia, in gran parte dei casi (70-75%).
Per questo motivo, è importante attendere questa eventualità prima di decidere per un intervento chirurgico, come pure per una manovra o terapia fisica.
Può verificarsi anche un secondo meccanismo, in caso di ernia lieve o protrusione discale: il rinforzo muscolare lombare ottenuto con la ginnastica e, allo stesso tempo, il ripristino della postura lombare possono far migliorare la sintomatologia ma non far regredire la protrusione.
Si tratta di eventualità ma, di regola, un’ernia discale non rientra se non grazie all’intervento di rimozione chirurgica.
Ernia discale: cos’è, tipologie, breve ripasso
L’ernia del disco intervertebrale è la fuoriuscita del nucleo polposo (interno) dall’anello fibroso, duro ed elastico (esterno) che si usura e si lacera. La fuoriuscita del materiale morbido si dirige verso il canale spinale o in vicinanza dei nervi spinali. Le cause dell’ernia discale possono essere traumatiche o degenerative.
In base alla quantità di materiale fuoriuscito dal disco e all’eventuale compressione sui nervi, i sintomi variano: dolore, perdita di forza muscolare a braccia, gambe o mano, scosse elettriche, alterazioni della sensibilità come intorpidimento, sciatalgia fino alla conseguenza estrema della paralisi. In altri casi, l’ernia discale può essere asintomatica.
I tre grandi gruppi di ernie discali sono: lombari (65%), cervicali (25%) e dorsali (10%).
Esistono tre diverse fasi dell’ernia:
Protrusione, quando il nucleo polposo si deforma senza fuoriuscita;
Ernia contenuta, quando il nucleo fa breccia nell’anello ma è ancora contenuto (con presenza del legamento longitudinale posteriore) e non fuoriesce;
Ernia espulsa, con fuoriuscita del nucleo polposo che si riversa nel canale vertebrale libero senza più essere in rapporto con il disco.
Le ernie non rientrano: cosa fare, cure, rimedi
Nella fase acuta, il medico prescriverà antidolorifici e soprattutto cortisonici e consiglierà al paziente di evitare determinati sforzi pur mantenendosi in movimento. Stare troppo fermi peggiora la situazione: i muscoli rischiano di contrarsi ancora di più innescando un circolo vizioso. E’ necessario un movimento corretto lasciandosi seguire da un Fisioterapista qualificato e l’utilizzo di un corsetto contenitivo o di un collare nella fase più acuta.
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Se la sintomatologia dolorosa è particolarmente intensa, il medico può prescrivere infiltrazioni spinali a base di cortisone oppure ozono per evitare di dover assumere per bocca forti dosi di antidolorifici.
Come interviene la Fisioterapia d’avanguardia
Qualunque tipo di ernia o protrusione, in qualsiasi posizione si trovi, non rientra. Nessuna tecnica al mondo, tranne quella chirurgica, può risolvere il problema.
Fisioterapia strumentale e manuale, manipolazioni osteopatiche e massoterapiche e Rieducazione Posturale Globale con metodo Mezieres possono offrire le seguenti soluzioni terapeutiche:
Curare l’edema vertebrale che causa neuropatia;
Decontrarre la muscolatura;
Una volta risolta la fase acuta, migliorare la mobilità vertebrale/articolare.
Noi del Centro Ryakos offriamo una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale (comprensiva di tutti i principali test) per pianificare un percorso terapeutico personalizzato.
I più avanzati ed efficaci trattamenti strumentali per combattere il dolore sono:
Mobilizzazioni del Fisioterapista per decontrarre la muscolatura;
Chinesiterapia (esercizi terapeutici mirati di scarico della colonna e di compenso della muscolatura, rinforzo muscolare, ginnastica posturale);
Rieducazione Posturale Globale con metodo Mezieres per correggere gli scompensi posturali.
Rieducazione Posturale Globale metodo Mezieres
Spesso, una cattiva postura può essere responsabile dell’ernia discale. Il modo migliore per prevenirla è modificare le proprie abitudini, soprattutto la postura.
La ginnastica posturale, al pari delle buone abitudini da adottare quotidianamente, serve a:
Mantenere ben allineate tra loro le vertebre;
Equilibrare la muscolatura del corpo;
Mantenere i dischi intervertebrali idratati;
Prevenire la fuoriuscita dei dischi dalla loro sede.
Se la ginnastica posturale è importante per evitare che la situazione peggiori, la Rieducazione Posturale Globale con metodo Mezieres moltiplica i risultati ottenuti con la Fisioterapia.
Il Centro Ryakos esegue l’EsameBaropodometrico per verificare la condizione posturale complessiva del paziente. Se necessario, consiglierà la Rieducazione Posturale Globalemetodo Mezieres. Si tratta di un percorso terapeutico in grado di ristabilire l’equilibrio di tutta la colonna vertebrale. Con questo metodo il paziente recupera del tutto la postura, migliora l’elasticità dei muscoli e la fluidità del movimento.
Le ernie non rientrano: la soluzione definitiva è l’intervento chirurgico
L’ernia espulsa non rientra: è come voler far rientrare il dentifricio spremuto dal tubetto.
Considerando la possibilità di una guarigione spontanea (l’eventualità che il nucleo polposo fuoriuscito si ‘secchi’ e venga riassorbito), bisognerà attendere dai 3 ai 9 mesi dall’espulsione dell’ernia. Per tale motivo, non si procede all’intervento chirurgico prima dei 3/9 mesi o a meno che non vi siano gravi deficit neurologici/motori.
Se, dopo la terapia conservativa e la Fisioterapia, il problema non si risolve è necessario ricorrere all’intervento per l’asportazione chirurgica dell’ernia (discectomia), la rimozione del frammento che comprime il nervo.
La tecnica chirurgica può essere a cielo aperto oppure mini invasiva a seconda della grandezza e delle condizioni dell’ernia.
Generalmente, l’intervento non dura più di un’ora ed il paziente viene dimesso il giorno successivo all’operazione. Una volta dimesso, potrà muoversi liberamente evitando sforzi per 3-4 settimane. Potrà tornare al lavoro dopo 4-6 settimane dall’intervento.
Nel 90% dei casi, grazie all’intervento chirurgico il problema viene risolto.
Prevenzione
Cosa fare per prevenire l’ernia discale o recidive?
Se vuoi prevenire l’ernia ti consigliamo di:
Adottare posture corrette sia di giorno sia di notte quando dormi, utilizzando un materasso ortopedico ergonomico;
Evitare la sedentarietà;
Praticare una regolare attività fisica allo scopo di mantenere un buon tono muscolare e stretching per migliorare la flessibilità muscolare;
Evitare eccessivi sforzi, inadeguati al tuo livello di preparazione muscolare;
Smettere di fumare;
Controllare il peso corporeo.
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Stenosi cervicale:quando il canale vertebrale si restringe
Il termine stenosi si traduce in ‘restringimento’ di un dotto, di un passaggio. La stenosi cervicale è una patologia degenerativa responsabile del graduale restringimento di una o più porzioni del canale vertebrale che interessa il rachide cervicale. Questo canale è lo spazio che contiene midollo spinale e radici nervose: col passare del tempo, si verifica una compressione a carico delle strutture nervose contenute nella colonna cervicale.
Raramente, le cause sono di natura congenita. Insorge soprattutto a causa del processo d’invecchiamento (in soggetti ultrasessantenni), artrosi, ernia discale espulsa, spondilosi, spondilolistesi, ma anche a seguito di fratture, traumi e microtraumi, sforzi eccessivi, artrite reumatoide, degenerazione delle faccette articolari.
In casi più rari, i responsabili possono essere infezioni, gotta, morbo di Piaget, tessuto cicatriziale post-chirurgico, tumori ossei. Sono a rischio soprattutto i soggetti sedentari o che eseguono lavori pesanti.
Il restringimento legato a stenosi cervicale può portare a diverse conseguenze:
– Ispessimento e indurimento dei legamenti vertebrali;
– Allargamento di ossa e articolazioni con possibile formazione di osteofiti;
– Protrusione o collasso dei dischi intervertebrali;
– Scivolamento delle vertebre dalla loro sede.
I sintomi si sviluppano lentamente, gradualmente nel tempo; in mancanza di compressione nervosa, la patologia è asintomatica.
Il quadro sintomatologico varia a seconda del tipo di struttura nervosa coinvolta dalla stenosi cervicale: dolori articolari e muscolari nell’area compromessa, perdita della forza muscolare e della sensibilità agli arti superiori, rigidità muscolare e articolare, formicolii, bruciori, sensazione di scariche elettriche.
Stenosi del canale vertebrale cervicale: complicanze
Se trascurata o curata in modo inadeguato, la stenosi cervicale può avere un esito invalidante e portare alla mielopatia cervicale, una sofferenza a carico del midollo spinale cervicale responsabile di disabilità potenzialmente irreversibile (paraplegia). La spasticità è un fenomeno tipico della mielopatia cervicale caratterizzato da rigidità degli arti inferiori dovuta ad un’interruzione o interferenza a carico dei fasci nervosi che dal cervello regolano l’attività muscolare periferica.
Possono sopraggiungere disturbi di forza parziali (tetraparesi) o completi (tetraplegia) che causano invalidità associata a disturbi urinari o sfinterici, disfunzione erettile, impotenza nell’uomo, gravi problemi di sensibilità propriocettiva, di equilibrio e deambulazione.
La mielopatia cervicale necessita di intervento chirurgico ma è difficile fare una prognosi certa sulla risposta del paziente al trattamento chirurgico riguardo al recupero dei disturbi neurologici.
Un danno midollare associato a spasticità ha un’aspettativa di miglioramento limitata e, oltretutto, dipende dalle condizioni generali del paziente.
Stesso dicasi per i disturbi sfinterici e sessuali che, una volta comparsi, difficilmente regrediscono dopo un intervento di decompressione cervicale.
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Esiste una cura risolutiva per la stenosi cervicale?
Attualmente, non esiste una cura risolutiva per la stenosi cervicale. Una volta diagnosticata attraverso un esame obiettivo confermato da indagini strumentali (radiografia, TAC, Risonanza Magnetica Nucleare, Elettromiografia), bisognerà scegliere la terapia più adeguata.
In gran parte dei casi, l’approccio terapeutico è multiplo e non richiede l’intervento chirurgico. Lo scopo è quello di contenere e ridurre il più possibile il dolore, frenare il processo degenerativo ed il peggioramento dei sintomi migliorando la funzionalità articolare e muscolare. Come? Lo specialista può prescrivere:
– Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), antidolorifici (paracetamolo) da assumere per un breve periodo;
– Iniezioni di corticosteroidi o infiltrazioni di farmaci steroidei (iniezioni peridurali);
– Oppioidi a lunga durata d’azione;
– Decontratturanti, miorilassanti;
– Farmaci antiepilettici e antidepressivi che intervengono sulla percezione del dolore;
– L’utilizzo di un collare cervicale per un periodo limitato;
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– Integratori a base di glucosamina solfato e condroitina (se la causa è l’artrosi);
– Riduzione del peso corporeo, in caso di necessità.
Questa terapia conservativa può funzionare nelle forme più lievi di stenosi cervicale o in caso di controindicazione all’intervento chirurgico.
Una volta superata la fase acuta, è fondamentale sottoporsi a Fisioterapia mirata e personalizzata che prevede:
– terapie fisiche strumentali d’elezione (Tecarterapia, Laser Yag ad Alta Potenza, Ultrasuoni, Elettrostimolazione, Radiofrequenza);
– esercizi terapeutici specifici per rinforzare la muscolatura, ridurre il dolore, migliorare l’elasticità dei muscoli e bloccare il processo degenerativo;
– Rieducazione Posturale Globale con metodo Mezieres che si rivela molto utile per riequilibrare la postura dell’intera colonna vertebrale.
Stenosi cervicale: quando è necessario l’intervento?
In caso di gravi deficit motori e nervosi, si ricorre a trattamento chirurgico mini invasivo di:
decompressione (laminectomia) per eliminare il tessuto osseo in eccesso che comprime le radici nervose;
discectomia cervicale per asportare un eventuale disco erniato;
corpectomia cervicale per asportare corpi vertebrali malati da sostituire con protesi sintetiche;
stabilizzazione del canale vertebrale per rimuovere un disco intervertebrale e sostituirlo impiantando una struttura artificiale (spaziatore interspinoso).
All’operazione seguirà un periodo di Fisioterapia e Riabilitazione.
In gran parte dei casi, escludendo problematiche neurologiche, l’intervento risolve completamente il problema, complicanze e rischi premettendo (infezioni, piccole lesioni ad una radice, rottura del sistema di stabilizzazione, pull-out di una vite) come per qualsiasi altro tipo di intervento.
Massofisioterapista specializzato in terapia fisica strumentale, nel trattamento delle sindromi dolorose e in rieducazione posturale Mezieres. Iscritto all’Ordine TSRM delle Professioni Sanitarie
Ernia cervicale C5-C6 o C6-C7: cos’è, sintomi, cause, cura mirata
Gran parte dei soggetti colpiti da discopatia del tratto cervicale soffre di ernia cervicale C5-C6 o C6-C7. Ciò significa che l’ernia cervicale si manifesta più di frequente a livello dei segmenti C5-C6 e C6-C7.
In questo approfondimento, spiegheremo bene cos’è, il significato,cosa significa un ernia ad ampio raggio, mediana, paramediana, posteriore, intraforaminale, quali sono i sintomi, le cause, come diagnosticare l’ernia in modo preciso ed accurato e, soprattutto, perché affidarsi alla Fisioterapia d’avanguardia per risolvere il problema.
Oltre ad un accurato esame diagnostico e all’intervento di un medico ortopedico, è importante sottoporsi ad una valutazione globale e distrettuale eseguita da un Fisioterapista qualificato. Il Centro Ryakos offre una prima visita gratuita (valutazione inclusa) per avere modo, in seguito, di pianificare un programma terapeutico personalizzato. L’obiettivo è andare oltre i sintomi, scovare la reale causa ed intervenire su questa attraverso terapie d’elezione su misura per te. Approfitta dell’offerta e non rimandare più.
Ernia cervicale C5-C6 o C6-C7: cos’è
Tutto è iniziato con un semplice dolore al collo accompagnato da cefalea o sbandamenti. Da una lastra o risonanza ti viene diagnosticata una protrusione discale o ernia cervicale C5-C6 o C6-C7. Tranquillo, rientri nella casistica più frequente: è questo il tipo di discopatia cervicale più comune (talvolta, asintomatico). Niente di preoccupante se decidi di affrontare subito il problema affidandoti a specialisti per intraprendere la terapia più adeguata, efficace e risolutiva.
L’ernia in sé (cervicale o lombare) a differenza delle protrusioni discali si verifica a seguito dello schiacciamento di uno o più dischi intervertebrali del collo (una sorta di cuscinetti che funzionano da ammortizzatori tra le vertebre) con conseguente compressione o rottura di una porzione discale. Fuoriesce materiale gelatinoso dal nucleo polposo del disco interessato all’ernia e questa fuoriuscita provoca la formazione di una sporgenza del disco che può comprimere radici nervose, nervi spinali o midollo spinale.
Il rachide cervicale è composto dalle prime 7 vertebre della colonna (numerate da C1 a C7). Nel caso specifico, i dischi intervertebrali del tratto cervicale coinvolti sono quelli posti, rispettivamente, tra la quinta e la sesta vertebra cervicale o tra la sesta e la settima.
Se la lesione del disco è contenuta si parla di protrusione discale; in questo caso, l’anello fibroso del disco intervertebrale risulta indebolito, comincia a sfaldarsi ma si trova nella sua posizione fisiologica (quindi, non c’è fuoriuscita del nucleo polposo).
L’erniacervicale vera e propria, invece, è caratterizzata dalla fuoriuscita del nucleo polposo dovuta alla rottura dell’anello fibroso.
Comunque sia, i sintomi possono iniziare a comparire anche in presenza di semplice protrusione discale. Per saperne ulteriormente puoi prendere il libro che ho scritto per la Cervicale
Il quadro sintomatologico della discopatia che coinvolge i segmenti C5-C6 o C6-C7 è, più o meno, lo stesso dell’ernia cervicale in genere. Diversi studi confermano che il 70% degli adulti, pur presentando una piccola/media ernia cervicale, non manifesta sintomi.
I sintomi tipici dell’ernia cervicale sono:
Dolore localizzato al collo (cervicalgia) che può irradiarsi alla scapola o al braccio;
Contrattura muscolare;
Rigidità e limitazione articolare;
Disturbi visivi indefiniti (fastidio alla luce, difficoltà di messa a fuoco o nel vedere oggetti in movimento);
Dolore al braccio e/o alla mano;
Formicolio, intorpidimento, sensazione di scosse o punture di spilli, debolezza muscolare e perdita di sensibilità (per la compressione di una radice nervosa).
Ernia cervicale C5-C6 o C6-C7: segni neurologici
Rispetto all’ernia cervicale C4-C5 o C7-T1 quella che colpisce i segmenti C5-C6 o C6-C7 presenta specifici segni neurologici.
L’ernia cervicale C5-C6 coinvolge più di frequente la radice nervosa C6 e presenta i seguenti sintomi:
Dolore e disturbi della sensibilità che dal collo possono estendersi fino al margine radiale della mano (la parte del pollice);
Debolezza del muscolo bicipite omerale e dei muscoli estensori del polso.
L’ernia cervicale C6-C7 (statisticamente, la più comune) colpisce, solitamente, la radice nervosa C7 provocando i seguenti sintomi:
Dolore e disturbi della sensibilità che dal collo possono irradiarsi lungo il braccio fino al dorso della parte centrale della mano e del terzo dito;
Debolezza del tricipite (preposto alla funzione di estendere il gomito) e dei muscoli estensori delle dita.
In caso di ernia cervicale C4-C5, il dolore è localizzato a livello della spalla (regione scapolo omerale); si avverte debolezza a carico del muscolo deltoide ma non manifesta, solitamente, deficit di sensibilità (intorpidimento o formicolio). In caso di ernia cervicale C3-C4 il dolore viene avvertito alla regione scapolare.
L’ernia cervicale C7-T1 si manifesta, invece, con debolezza nella motricità della mano, dolore e disturbi della sensibilità che dal collo si irradiano lungo il braccio fino alla superficie ulnare della mano (fino al 5° dito).
Un video del Test di Jackson per la valutazione dell’ ernia cervicale
Cause
L’ernia cervicale colpisce, generalmente, prima dei 50 anni. I segmenti maggiormente colpiti sono C6-C7 (70%), che corrisponde all’attaccatura del collo sul busto, e C5-C6 (20%) a causa della loro maggiore mobilità e maggiori sollecitazioni cui sono sottoposti.
Le cause responsabili di ernia cervicale sono:
Usura, disidratazione e degenerazione di uno o più dischi intervertebrali dovuti, il più delle volte, all’avanzare dell’età;
Trauma cervicale diretto (come il colpo di frusta);
Predisposizione fisica/genetica;
Contrattura muscolare prolungata che provoca un’eccessiva pressione sulle vertebre;
Sovraccarichi funzionali sul rachide cervicale;
Posture errate;
Deficit muscolari;
Debolezza dei legamenti;
Sforzi, sollecitazioni, microtraumi ripetuti nel tempo;
Per diagnosticare una sospetta ernia cervicale C5-C6 o C6-C7, il medico (fisiatra, ortopedico o, in caso di necessità, neurologo) studieranno i sintomi, raccoglieranno la storia clinica del paziente (anamnesi) ed eseguiranno test specifici durante la visita (esame obiettivo).
In seguito, potrà prescrivere i seguenti esami strumentali:
Radiografia Rx del collo nelle due proiezioni standard per verificare le condizioni del rachide cervicale e l’entità della lesione;
RMN (Risonanza magnetica nucleare) che approfondisce anche lo stato dei tessuti molli. E’ l’esame d’elezione per individuare un’eventuale ernia del disco, con esatta localizzazione ed entità del conflitto con le strutture nervose o del midollo spinale;
TAC, che mostra immagini dettagliate della componente ossea, esame utile per pazienti a cui è controindicata la Risonanza magnetica Nucleare;
Elettromiografia (EMG), un esame neurofisiologico che serve a verificare eventuali danni radicolari attraverso la misurazione dell’attività elettrica a livello di nervi e muscoli;
Mielografia con mezzo di contrasto per verificare le condizioni del midollo spinale seguita da diverse proiezioni a raggi X.
Ernia cervicale C5-C6 o C6-C7: terapia e rimedi: cura risolutiva in Fisioterapia
Soltanto il 3-4% delle ernie cervicali necessita di rimozione tramite intervento chirurgico per compressione sul nervo o sul midollo spinale.
In fase acuta, il medico prescriverà farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), antidolorifici, miorilassanti, corticosteroidi o, se necessario, l’utilizzo del collare per un breve periodo.
Oltre alla diagnosi medica, risulta particolarmente importante la valutazione globale e distrettuale (con i più importanti test) che il Centro Ryakos esegue. Il nostro Centro Fisioterapico offre una prima visita gratuita comprensiva di questa valutazione, quindi puoi approfittarne ed avere un ulteriore motivo per non rimandare più.
In base agli esiti della valutazione globale e distrettuale, il Fisioterapista programmerà un percorso terapeutico personalizzato che comprende terapie fisiche strumentali e manuali d’elezione, le più efficaci, rapide e risolutive.
In prima fase, per ridurre ed eliminare infiammazione e dolore, il Fisioterapista sceglierà fra le seguenti terapie strumentali d’avanguardia:
Esercizi terapeutici di allungamento (stretching), mobilizzazione, decompressione e potenziamento muscolare da eseguire su indicazione ed in presenza del Fisioterapista.
Ernia cervicale esercizi: Rieducazione Posturale Globale con metodo Mezieres
Una volta concluso il ciclo riabilitativo, è importante controllare la condizione posturale attraverso l’Esame Baropodometrico. Se necessario, in caso di deficit posturali responsabili dell’ernia cervicale, esiste la possibilità di risolvere il problema con la Rieducazione Posturale Globalemetodo Mezieres. Con questo metodo unico è possibile ristabilire l’equilibrio della postura dell’intera colonna vertebrale per evitare recidive.
Video di Esercizi utili per ernia c5-c6 c6-c7
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Massofisioterapista specializzato in terapia fisica strumentale, nel trattamento delle sindromi dolorose e in rieducazione posturale Mezieres. Iscritto all’Ordine TSRM delle Professioni Sanitarie
Chi ha deciso di recuperare una buona qualità della vita e non intende assumere farmaci per tamponare un dolore cervicale recidivo si chiede: “le manipolazioni cervicali quando sono indicate?”. Cerca soluzioni serie, capaci di scovare la causa reale del problema. Chi come te vuole sbarazzarsi di infiammazione e dolore cervicale che non va via, ad un certo punto, vuole scoprire di più.
Un tuo amico, parente o conoscente ti ha parlato più volte di Osteopatia e Massoterapia. All’inizio, eri semplicemente curioso, ora vuoi sapere se funzionano davvero e se sono in grado di risolvere il tuo problema.
Hai digitato su Google ‘manipolazioni cervicali’ (ricordi che il tale amico te ne parlava, qualche mese fa) e ora ti ritrovi a leggere questo approfondimento. Chiariamo subito un punto: la medicina manuale eseguita da specialisti rappresenta una scienza medica consolidata e codificata a livello internazionale.
Ti converrebbe continuare a leggere perché sei finito nel posto giusto.
Manipolazioni Cervicali: quando sono indicate e perché?
Nell’ambito della Fisioterapia cervicale – che comprende tutta una serie di trattamenti mirati e accreditati a livello internazionale – sono due i trattamenti manuali in grado di ridurre infiammazione e dolore cervicale: Osteopatia e Massoterapia.
Prima di approfondire le varie tecniche terapeutiche di entrambe le discipline di Fisioterapia, chiediamoci per quali disturbi o patologie a carico delle zone cervicali e lombari sono indicate:
Riassumendo, le indicazioni alla manipolazione cervicale e vertebrale sono quelle in cui il dolore vertebrale (o di origine vertebrale) è sostenuto da un disturbo doloroso del Segmento Mobile Vertebrale (SMV), una disfunzione di natura meccanica e reversibile che coinvolge articolazioni, legamenti, dischi, radici nervose. Tali elementi possono rappresentare la sede di origine del dolore vertebrale oppure di un dolore riflesso (muscolare/paravertebrale o localizzato in sedi più distanti collegate a muscoli, fasce, tendini, radici nervose). La manovra manipolativa riesce a correggere la Disfunzione Somatica ed a restituire alla colonna vertebrale il suo movimento fisiologico.
Manipolazioni Cervicali eseguite dall’Osteopata
Ora che hai scoperto le Manipolazioni Cervicali quando sono indicate e perché, vediamo in che modo interviene l’Osteopata per risolvere di dolori cervicali acuti o cronici.
L’Osteopatia è, indubbiamente, un approccio diverso, unico nel suo genere: valuta la salute del paziente nella sua globalità, inclusa la postura o l’alimentazione.
L’Osteopata esegue la sua personale diagnosi attraverso l’anamnesi, test ortopedici/neurologici e la palpazione per individuare con esattezza la natura e l’origine del dolore cervicale.
Le vertebre cervicali si relazionano anatomicamente e funzionalmente con diverse strutture del corpo. Ad esempio, una disfunzione dello stomaco (dovuta a perdita di movimento per deficit posturale) può incidere sul rachide cervicale. Chi ne soffre tende ad alterare e perdere la lordosi fisiologica assumendo un atteggiamento di verticalizzazione della colonna e del cranio.
L’Osteopata utilizza diverse tecniche a seconda della problematica:
– Cranio sacrale;
– Fasciale;
– Viscerale;
– Funzionale;
– Manipolazione diretta (thrust), approccio basato su una spinta ad alta velocità e bassa ampiezza (HVLA) ed eseguito attraverso un micromovimento secco che combina uno stiramento e una rotazione.
Le mobilizzazioni passive possono essere dolci oppure molto intense, generando anche i tipici crack: variano per quantità, velocità, localizzazioni e forze applicate.
Il trattamento terapeutico osteopatico professionale non è invasivo, esclude a priori l’assunzione di farmaci, è sicuro ed efficace. In genere, dopo le prime sedute, il dolore diminuirà da subito insieme alla rigidità ed altri sintomi della cervicalgia. Benefici e miglioramenti potrebbero, però, risultare passeggeri se non si modificheranno abitudini scorrette (ad esempio, la postura o l’alimentazione).
Il lavoro dell’Osteopata può essere ottimizzato dalla collaborazione di un Fisioterapista per velocizzare i tempi di guarigione dalla condizione infiammatoria attraverso l’uso di terapie fisiche strumentali d’elezione come la Tecarterapia o il Laser Yag ad Alta Potenza.
Manipolazioni Cervicali eseguite dal Massoterapista
Rispetto ad altri disturbi, la cervicalgia spesso è causata da traumi o tensioni muscolari che, durante la palpazione, si riconoscono come noduli o corde.
La Massoterapia, una pratica fisioterapica, interviene sul problema cervicale attraverso una serie di manipolazioni su muscoli per migliorare l’irrorazione sanguigna dell’area trattata ed attivare i naturali processi riparativi.
Il Massoterapista utilizza generalmente le mani (con l’ausilio di gomiti, avambracci, oli, creme).
sfioramento, manovra di preparazione e conclusione del trattamento, con cui le mani scivolano dolcemente sulla pelle senza eseguire alcuna pressione;
sfregamento con cui si inizia a fare pressione sulla pelle;
frizione con cui la mano mantiene il contatto costante con la cute;
impastamento (superficiale e profondo) con cui si pratica una manovra in corrispondenza delle masse muscolari;
pressione esercitata in senso perpendicolare alla zona da trattare, eseguita con palmi, dita o gomiti;
percussione che consiste in una serie di picchettamenti rapidi e brevi, praticati con dita, bordo della mano o mani a coppetta;
vibrazione, che trasmette un movimento rapido e breve alla cute oppure alla muscolatura.
La tecnica miofasciale in Massoterapia
Il trattamento massoterapico risulta particolarmente efficace in caso di tensioni o contratture muscolari dovuti a stress o traumi che si ripercuotono sulla zona cervicale o lombare. Le manovre del Massoterapista svolgono un’azione decontratturante, di riallungamento e rigenerante. Interviene sulla circolazione sanguigna e linfatica, sul sistema nervoso.
La tecnica miofasciale risolve le tensioni muscolari a livello del tessuto connettivo che avvolge i muscoli e ne permette l’ancoraggio sulle strutture ossee.
Anche la Massoterapia, se associata a terapiefisiche strumentali d’avanguardia (Tecarterapia, Laser Yag), aumenta di efficacia.
Un trattamento eseguito da un Massoterapista qualificato è sicuro, non ha effetti collaterali. Si tratta di una terapia manuale controindicata in caso di:
lesioni (muscolari, ossee, cutane);
problemi della pelle (infezioni, irritazioni, rash cutanei);
ustioni, lividi, vesciche.
Manipolazioni Cervicali: effetti collaterali e controindicazioni
Le Manipolazioni Cervicali eseguite in modo non professionale da personale inesperto presentano il rischio di brutte sorprese che possono portare a gravi conseguenze. Non dimentichiamo che il tratto cervicale è una regione molto sensibile le cui vertebre presentano diverse strutture vascolari che portano il sangue al cervello.
In caso di manipolazione cervicale eseguita da professionisti, non si corre alcun rischio, anzi queste manipolazioni terapeutiche non soltanto sono ben tollerate ma hanno un’efficacia tripla rispetto ai farmaci e non sono dolorose.
L’Osteopata e il Massoterapista eseguono terapie manuali dopo aver valutato indicazioni e controindicazioni e dopo aver eseguito la visita preliminare, aver letto la diagnosi medica generale corredata da esami strumentali e dopo un’attenta valutazione globale e distrettuale.
Il Centro Ryakos offre una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale per pianificare un programma terapeutico personalizzato.
La controindicazione numero uno è l’operatore inesperto. Affidati a ‘buone mani’, ad un Osteopata e Massoterapista esperti e qualificati.
Le manipolazioni cervicali sono controindicate in caso di:
patologie reumatiche;
malattie infettive acute o croniche (artrite, Tbc, ecc.);
Manipolazioni Cervicali: quando e come intervenire?
La manipolazione cervicale eseguita tanto dell’Osteopata quanto del Massoterapista può far emergere, in fase di diagnosi e valutazione, problemidi natura posturale. I due specialisti, attraverso manovre e manipolazioni, puntano ad eliminare blocchi e squilibri posturali localizzati in un distretto muscolare ma se non modifichi le tue cattive abitudini il problema può ripresentarsi.
A conclusione del trattamento, è importante verificare la condizione posturale complessiva attraverso l’EsameBaropodometrico. Se necessario, il Fisioterapista ti raccomanderà la Rieducazione Posturale Globale col metodo Mezieres per riequilibrare la postura dell’intera colonna vertebrale. In questo modo, potrai recuperare la corretta posizione dei muscoli e la funzionalità articolare evitando recidive.
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Massofisioterapista specializzato in terapia fisica strumentale, nel trattamento delle sindromi dolorose e in rieducazione posturale Mezieres. Iscritto all’Ordine TSRM delle Professioni Sanitarie
I sintomi che accusi dipendono da cervicobrachialgia o contrattura degli scaleni? I muscoli scaleni eccessivamente contratti sono un sintomo o una causa della cervicobrachialgia? Come scoprirlo?
Rispondere a queste tre principali domande è l’obiettivo del nostro focus.
La cervicobrachialgia è caratterizzata da sintomi tipici, primo fra tutti un dolore a livello del rachide cervicale che si irradia a spalla, braccio e mano. Le cause scatenanti possono essere diverse ma, in questo approfondimento, ci concentriamo sulla contrattura degli scaleni e sull’irritazione del plesso brachiale.
Esiste la possibilità di diagnosticare la sindrome degli scaleni? Siamo pronti a rispondere a queste ed altre domande per arrivare ad un solo obiettivo: la cura risolutiva offerta dalla Fisioterapia d’avanguardia.
Cervicobrachialgia o contrattura degli scaleni: la diagnosi differenziale
Generalmente, in presenza di sospetta cervicobrachialgia, il medico prescriverà i seguenti esami:
Anamnesi;
Esame obiettivo molto accurato con valutazione di un eventuale ridotto range articolare del collo, della forza, sensibilità e riflessi osteotendinei degli arti superiori. Questo esame include diversi test tra cui test di compressione foraminale, di Jackson, in estensione, in flessione, segno di Bakody, test di Spurling ;
Radiografia del tratto cervicale in due proiezioni;
Risonanza Magnetica del rachide cervicale nel caso in cui si sospettino lesioni dei tessuti molli, dischi intervertebrali o del midollo spinale;
Elettromiografia per lo studio neurofisiologico del plesso brachiale, un esame di valutazione della conduzione nervosa (indicato in caso di ernia cervicale e tunnel carpale).
In particolare, attraverso test appropriati, dovrà essere eseguita la diagnosi differenziale per verificare un’eventuale sindrome dello scaleno anteriore del Piccolo Pettorale o plessite (nevrite del plesso brachiale).
Queste ultime patologie possono riprodurre in maniera totale o parziale i sintomi della cervicobrachialgia.
Vediamo quali sono questi sintomi tipici.
Sintomi tipici della cervicobrachialgia
Descrivere al proprio medico i sintomi accusati è fondamentale per aiutarlo a diagnosticarne le cause.
I sintomi classici della cervicobrachialgia sono:
Dolore cervicale che può essere sordo, lancinante, aumentare con determinati movimenti del collo, con un colpo di tosse o starnuto;
Rigidità e contrattura dei muscoli paracervicali;
Parestesie all’arto superiore, soprattutto di notte (diminuzione o perdita di sensibilità, formicolii, crampi, torpore);
Riduzione o perdita dei riflessi dell’arto superiore;
Debolezza muscolare;
Compressione dei nervi sensitivi e motori che originano dal midollo spinale. A seconda delle radici nervose tra C5 e C8, tale compressione può produrre diversi disturbi (motori che interessano muscoli come il deltoide, il bicipite o il tricipite, i muscoli dell’avambraccio, spalla, mano o polso, problemi di sensibilità).
Il dolore alla spalla e al braccio può manifestarsi come il tipico dolore della cervicobrachialgia (che dal collo si irradia verso il braccio) oppure associato ai movimenti dell’arto (trasmesso verso il basso) o nevralgia diffusa, non associata al movimento.
La contrattura degli scaleni è un sintomo o una causa della cervicobrachialgia?
Contrattura degli scaleni: sintomo o causa della cervicobrachialgia?
La cervicobrachialgia è caratterizzata da un dolore cervicale che si irradia ad uno o entrambi gli arti superiori. Le cause possono essere diverse (protrusione o ernia cervicale, stenosi del canale).
Il motivo principale è dato dalla costituzione anatomica del plesso brachiale, un vero e proprio fascio di nervi che dal tratto cervicale si estende al braccio e alla mano.
Una degenerazione artrosica evidente può provocare una compressione che si manifestano a causa di determinati movimenti della testa: questa compressione può colpire le radici nervose del plesso brachiale causando dolore che si estende a spalla e braccio.
Esistono, però, altre zone critiche: il plesso brachiale attraversa il gruppo dei muscoli scaleni (in particolare, scaleno anteriore e medio). Un’eccessiva contrattura degli scaleni può irritare uno dei nervi del plesso brachiale causando la cervicobrachialgia con dolore accompagnato a parestesia (riduzione o perdita di sensibilità) al braccio e alla mano. Questa patologia è chiamata sindrome degli scaleni.
Quando il plesso brachiale è irritato i sintomi, generalmente, sono:
Dolore che si irradia lungo il braccio (simile alla nevralgia);
Cervicobrachialgia o contrattura degli scaleni: la Fisioterapia risponde
Nella fase acuta il medico ti prescriverà riposo, farmaci antinfiammatori non steroidei, analgesici, miorilassanti o cortisonici a seconda della gravità del dolore.
Sempre nella fase acuta, è particolarmente utile l’applicazione del collare cervicale (specie in caso di blocco totale dei movimenti) e l’utilizzo di un cuscino cervicale.
Alcuni trattamenti strumentali d’elezione di Fisioterapia per la cura della sindrome cervicobrachiale portano benefici immediati su infiammazione e dolore:
Tecarterapia ad azione antinfiammatoria, analgesica, decontratturante e rigenerante;
Laser Yag ad alta potenza, terapia rapida ed efficace;
In seguito, per sbloccare e ripristinare la funzionalità articolare, recuperare elasticità e forza muscolare, il Fisioterapista procederà con le miglioriterapie fisiche:
Terapia manuale eseguita dall’Osteopata (manipolazioni dolci, tecniche ad energia miotensiva che sfruttano le contrazioni muscolari attive del paziente, cranio-sacrali);
Trattamento miofasciale dei trigger point;
Massoterapia;
Esercizi attivi e passivi (stretching, in particolare allungamenti dei muscoli scaleni, mobilizzazione, decompressione, rinforzo muscolare).
Valutazione globale e distrettuale: prima visita gratuita al Centro Ryakos
Oltre alla diagnosi, nel nostro Centro Ryakos pianifichiamo un programma terapeutico personalizzato, su misura per ogni paziente, dopo averlo sottoposto ad una valutazione globale e distrettuale.
Offriamo una prima visita gratuita con questo tipo di valutazione comprensiva dei più importanti test.
Per risolvere dolore, infiammazione, rigidità, debolezza muscolare ed evitare recidive, i trattamenti che ti abbiamo elencato in precedenza sono ideali, i più efficaci e rapidi.
In questo caso, sarà importante trattare al meglio la causa della sindrome brachiale.
In caso di deficit posturale risultante dall’EsameBaropodometrico, il Fisioterapista qualificato ti raccomanderà un percorso unico nel suo genere: la Rieducazione Posturale Globalemetodo Mezieres, in grado di riequilibrare la postura di tutta la colonna vertebrale attraverso la messa in tensione globale eseguita dalla testa ai piedi. Questo metodo consente di riallungare tutta la catena muscolare posteriore recuperando la corretta posizione dei muscoli e ripristinando la fisiologica funzionalità delle superfici articolari.
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La contrattura del muscolo trapezio e la Cervicalgia
Perché abbiamo intitolato questo approfondimento “La contrattura del muscolo trapezio e la Cervicalgia”? La condizione di forte contrattura del muscolo trapezio (così come di altri muscoli del collo) è il sintomo più frequente quando si soffre di disturbi al rachide cervicale.
Il trapezio è un grande muscolo localizzato nella parte posteriore del collo (alla base del cranio) che si estende fino alle spalle. La sua funzione principale è quella di stabilizzare e muovere la scapola. La contrattura cervicale coinvolge soprattutto il trapezio ed il muscolo elevatore della scapola.
La contrattura è un sintomo doloroso che si verifica in fase di flessione, inclinazione ed estensione del collo: quando si manifesta, i vasi che forniscono sangue ai muscoli vengono compressi.
Questo sintomo doloroso dovuto alla particolare tensione muscolare si associa ad altri sintomi: rigidità, mal di testa, sbandamenti e vertigini, dolore riflesso anche al braccio.
In questo focus, esploriamo a 360 gradi la contrattura del trapezio: perché si manifesta, quali sono i sintomi associati, come affrontare il problema e, soprattutto, come risolverlo.
Il trattamento risolutivo è offerto, anche stavolta, dalla Fisioterapia d’elezione.
La contrattura del muscolo trapezio e la Cervicalgia: sintomi associati
Per capire se il tuo problema cervicale dipende proprio dalla tensione e contrattura del muscolo trapezio (e non da altre cause), c’è da valutare certi segnali, sintomi precisi:
Dolore al collo localizzato in un punto preciso della nuca oppure generalizzato;
Rigidità;
Difficoltà di movimento;
Dolore al braccio oppure tra scapola e colonna vertebrale. Questo è un sintomo tipico della discopatia C5-C6 o C6-C7;
Mal di testa che può manifestarsi a un lato (emicrania cervicale) oppure in modo uniforme (cefalea tensiva) in quanto i muscoli del collo e quelli cranici sono strettamente collegati;
Testa pesante;
Nausea provocata dalla tensione che irrita il Nervo Vago (nervo digestivo);
Sbandamenti o vertigini in quanto l’infiammazione di muscoli e vertebre cervicali coinvolgono determinati centri nervosi (tronco dell’encefalo).
Le tre cause del muscolo trapezio contratto
La contrattura del muscolo trapezio e la Cervicalgia viaggiano insieme al punto tale da essere scatenate entrambe da tre principali cause: posturali-meccaniche, metaboliche e da ansia/stress.
Ognuna di queste cause si può riconoscere da determinati sintomi tipici. Ci spieghiamo meglio.
Se la causa è posturale-meccanica avvertirai un dolore localizzato in un punto preciso che si intensifica durante certi movimenti e si attenua in maniera considerevole a riposo.
Puoi comprendere, invece, che la causa è metabolica (problemi allo stomaco cronici, intolleranze, allergie) se avverti questi sintomi: dolore al collo generalizzato (non facilmente individuabile), correlato con i pasti, miglioramento delle condizioni se segui una dieta adeguata, gonfiori o colon irritabile associati.
Se la causa è da ricondurre a tensione nervosa e stress, oltre ad avvertire fortemente questa tensione dei muscoli cervicali, manifesterai anche sbandamenti o vertigini, perdita di lucidità o memoria (a breve termine), dolore che persiste anche a riposo oppure il bisogno costante di allungare il collo.
Tra le altre cause, ricordiamo il sovraccarico funzionale (sportivo o lavorativo), movimenti e gesti ripetitivi, debolezza muscolare, movimenti bruschi o alterati della spalla, vita sedentaria, mancanza di riscaldamento prima dell’attività fisica.
I soggetti più a rischio sono le persone sedentarie, in sovrappeso, con deficit posturale e gli sportivi che si allenano in modo sbagliato. Se vuoi saperne di più acquista il libro che ho scritto sul Rachide Cervicale
Non sempre i muscoli più tesi sono quelli che provocano più dolore o altri sintomi. La contrattura non può essere misurata o identificata con una lastra a meno che non si tratti di una conseguenza da traumi o strappi muscolari (ben visibili da un’ecografia).
Tolti i casi di traumi o lesioni, la contrattura muscolare del trapezio è una sensazione soggettiva: la percepisci, ne soffri al di là di qualsiasi misurazione. I muscoli tesi, rigidi dipendono spesso dal nostro carattere, da come ci muoviamo, da cosa mangiamo.
Attraverso l’esame obiettivo lo specialista (fisiatra o fisioterapista) saprà riconoscere una contrattura del muscolo trapezio o un dolore al trapezio di altra causa.
Contrattura muscolo trapezio: la terapia conservativa
Segui le indicazioni del tuo medico che, per superare la fase acuta del dolore, ti prescriverà:
Farmaci antinfiammatori e antidolorifici da assumere per un breve periodo;
Cortisonici, in caso di dolore particolarmente forte;
Il magnesio supremo è un ottimo miorilassante naturale;
Applicazioni di ghiaccio;
Crema all’arnica;
Fisioterapia (dopo aver superato la fase acuta);
Correzioni posturali;
Esercizi mirati per rieducare il lavoro muscolare (allungamento e rinforzo muscolare);
Miglioramento dell’alimentazione (se la contrattura dipende da cause metaboliche);
Tecniche di respirazione diaframmatica per ridurre la tensione nervosa (il diaframma è collegato al sistema nervoso).
La contrattura del muscolo trapezio e la Cervicalgia: Fisioterapia d’elezione
La Fisioterapia d’avanguardia ha un ruolo molto importante per risolvere il problema della contrattura del muscolo trapezio legato alla Cervicalgia.
Il Centro Ryakos pianifica un percorso terapeutico personalizzato solo dopo aver eseguito una valutazione globale e distrettuale. Offre una prima visita gratuita comprensiva di questa essenziale valutazione.
In base ai risultati emersi dalla valutazione, il Fisioterapista sceglierà la terapia più adeguata tra i seguenti trattamenti strumentali:
Tecarterapia che svolge un’azione antinfiammatoria, antidolorifica, decontratturante e rigenerante;
Laser Yag ad alta potenza, in grado di risolvere rapidamente e in modo efficace infiammazione e dolore;
Lo specialista ricorrerà anche alle migliori terapie fisiche per sciogliere la contrattura, i blocchi cervicali ripristinando la funzionalità articolare, l’elasticità e forza muscolare cercando di ridurre al minimo i tempi di recupero. Le migliori terapie fisiche sono:
Esercizi di stretching, mobilizzazione del tratto cervicale, decompressione e potenziamento muscolare. Gli esercizi terapeutici mirati sono essenziali per recuperare la funzionalità articolare e muscolare;
Metodo Mezieres per la Rieducazione Posturale Globale
Tra le cause più frequenti di contrattura del muscolo trapezio, ritroviamo quelle posturali-meccaniche. Posture scorrette possono essere responsabili del problema.
Per verificare la tua condizione posturale, sarai sottoposto ad Visita Baropodometrica computerizzata.
Se l’esito di questo esame evidenzierà un deficit posturale, il Fisioterapista ti raccomanderà il metodo Mezieres per la Rieducazione Posturale Globale.
Si tratta di un metodo unico, risolutivo, in grado di riequilibrare la postura di tutta la colonna vertebrale. Serve a riallungare tutta la catena muscolare posteriore, recuperare la corretta posizione dei muscoli e ripristinare la normale funzionalità delle superfici articolari.
Tutto questo è importante non soltanto per riconsegnare al paziente una buona qualità della vita ma anche per evitare recidive.
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Massofisioterapista specializzato in terapia fisica strumentale, nel trattamento delle sindromi dolorose e in rieducazione posturale Mezieres. Iscritto all’Ordine TSRM delle Professioni Sanitarie