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Gonalgia: cause e cura del dolore al ginocchio

Gonalgia: scopriamo insieme tutte le cause del dolore al ginocchio

Il dolore al ginocchio può dipendere da numerose cause molto diverse tra loro: ogni singolo caso di gonalgia va diagnosticato con cura e precisione. La diagnosi punta a scovare l’origine del problema per valutare la terapia più adeguata da seguire.

Le ginocchia sostengono il corpo, ci permettono di estendere e flettere le gambe. Qualsiasi disfunzione, patologia, disturbo e dolore condiziona la vita e, in casi estremi, può essere invalidante.

Quella del ginocchio è una delle articolazioni più delicate e complesse del corpo umano. Non vanta una stabilità ottimale: è costituita da femore, tibia, rotula, fibula e deve affidare la sua stabilità ai legamenti collaterali (mediale e laterale), ai legamenti crociati (anteriore e posteriore), menischi e capsula articolare che riveste l’articolazione. Queste strutture possono andare incontro a lesioni, usura, degenerazione, infiammazione. Il dolore è, come sempre, il campanello di allarme: ci avvisa che qualcosa non va.

Colpisce indiscriminatamente uomini e donne, soggetti di tutte le età, dall’anziano allo sportivo.

Scopri tutte le cause, i sintomi associati, quali sono le terapie più efficaci per intervenire.

La Fisioterapia d’avanguardia è pronta ad aiutarti a superare il problema alla radice.

Tutte le cause della gonalgia

gonalgia

Il dolore al ginocchio può essere dovuto a numerose cause a seconda della localizzazione della gonalgia e della struttura colpita:

  • Trauma diretto dovuto a cadute o incidenti (distorsione, frattura, strappo muscolare, lussazione, lesione del menisco, rottura dei legamenti);
  • Trauma alla caviglia o all’anca;
  • Sovraccarico funzionale;
  • Processi degenerativi e usura della cartilagine che riveste la superficie dei capi articolari (come la gonartrosi o artrosi del ginocchio, la causa più comune nei soggetti over 55);
  • Alterazione della normale biomeccanica articolare del ginocchio;
  • Patologie reumatiche infiammatorie;
  • Sindrome di Osgood Schlatter (osteocondrosi dell’apofisi tibiale anteriore) tipica negli adolescenti causata da ripetute trazioni esercitate dal tendine rotuleo;
  • Infiammazione del tendine rotuleo, detta anche ginocchio del saltatore, dovuta a sovraccarico funzionale, che colpisce perlopiù sportivi;
  • Borsite rotulea (ginocchio della lavandaia) ovvero infiammazione della borsa a seguito di traumi ripetuti;
  • Posture errate;
  • Sindrome muscolare da trigger point;
  • Tendinite del bicipite femorale;
  • Tendinite della zampa d’oca;
  • Condromalacia rotulea (ginocchio del corridore) che interessa la cartilagine della rotula;
  • Instabilità della rotula, un osso situato nella parte anteriore del ginocchio che, a lungo andare, potrebbe causare lussazioni;
  • Sindrome femoro-rotulea dovuta al mal allineamento dell’apparato estensore del ginocchio e all’usura della cartilagine articolare. Nei casi estremi, può provocare la lussazione della rotula;
  • Cisti di Baker (formazione cistica sinoviale) che può essere associata ad artrosi o lesione del menisco;
  • Malattia di König (osteocondrite dissecante);
  • Problemi ai piedi, anca o colonna lombare;
  • Malformazioni (ginocchio varo o valgo);
  • Sindrome della bandelletta ileotibiale, infiammazione che colpisce un muscolo fibroso situato nel comparto laterale della coscia;
  • periostite tibiale;
  • Gotta;
  • Artrite reumatoide;
  • Artrite settica;
  • Necrosi avascolare;
  • Emartrosi;
  • Infezioni;
  • Osteomielite.

Fattori di rischio

La comparsa del dolore al ginocchio può essere favorita dai seguenti fattori di rischio:

  • Postura scorretta;
  • Inattività;
  • Sovrappeso e obesità;
  • Età avanzata (superiore ai 55 anni);
  • Scarso tono muscolare, quindi minore supporto all’articolazione del ginocchio;
  • Attività ripetitive, sovraccarico, sforzi eccessivi che provocano infiammazione;
  • Anomalie strutturali come il ginocchio valgo o varo.

La gonalgia può associarsi anche a neuropatie e all’aumentato rischio di frattura (ad esempio, in caso di osteoporosi).

Gonalgia: sintomi associati

cura gonalgia

Il dolore al ginocchio, sintomo protagonista del nostro focus, generalmente aumenta durante il movimento e si attenua con il riposo.

Può essere accompagnato da altri sintomi a seconda della causa responsabile del dolore:

  • Debolezza del muscolo quadricipite;
  • Limitazione funzionale, rigidità o, peggio ancora, blocco articolare (con impossibilità di flettere o allungare);
  • Rigidità articolare, specie al risveglio o dopo un periodo di inattività;
  • Gonfiore articolare;
  • Ematomi per accumulo di liquido nel ginocchio;
  • Crepitio, scricchiolii articolari avvertiti anche senza dolore quando si salgono o si scendono le scale o in fase di movimento;
  • Sensazione di calore;
  • Sensazione di cedimento (in caso di instabilità della rotula);
  • Deformazione del ginocchio.

Gonalgia: tipologie di dolore al ginocchio

come curare la gonalgia

Il dolore può manifestarsi in varie aree del ginocchio: la localizzazione consente di capire quali potrebbero essere le strutture colpite.

In base alla localizzazione, distinguiamo la gonalgia:

  • Anteriore, che interessa la rotula (sindrome femoro-rotulea) con instabilità dell’articolazione;
  • Posteriore, tipica dell’infiammazione tendinea o del muscolo popliteo, per sovraccarico funzionale, posture errate, eccessivi sforzi, contrattura muscolare o presenza di cisti di Baker;
  • Mediale (o interna), a seguito di una lesione a carico del menisco o del legamento collaterale mediale;
  • Laterale (o esterna), tipica di traumi che interessano il legamento collaterale laterale o il menisco laterale. Può anche essere il sintomo della sindrome della benderella ileotibiale;
  • Sopra il ginocchio, associata ad un problema a carico dell’articolazione femoro-rotulea, a tendinite del quadricipite e fratture dei condili femorali;
  • Sotto il ginocchio, spesso causata da infiammazione del tendine rotuleo dovuta ad allenamenti errati, infortuni pregressi, alterazioni metaboliche;
  • Intrarticolare, quando interessa l’articolazione durante i movimenti, l’interno del ginocchio, coinvolgendo i legamenti crociati, la cartilagine (degenerazione).

Diagnosi e valutazione

Il primo step diagnostico consiste in una valutazione complessiva del paziente (anamnesi ed esame obiettivo comprensivo di test di Glide e test di apprensione).

In base all’esito della visita, lo specialista richiederà gli esami strumentali adeguati (Rx, Risonanza Magnetica Nucleare, ecografia, tomografia computerizzata, scintigrafia ossea).

Oltre alla diagnosi medica, è importante la diagnosi fisioterapica e funzionale. Il Centro Ryakos offre una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale allo scopo di pianificare un programma terapeutico personalizzato, individuale.

Si cura la causa, non i sintomi di una patologia: questo è l’obiettivo di un Fisioterapista qualificato.

Un video interessantissimo su tutti i test ortopedici per la valutazione del Ginocchio

Gonalgia: cure e trattamenti

Una volta individuata la patologia o il disturbo responsabile del dolore al ginocchio, lo specialista prescriverà un terapia conservativa mirata che può prevedere:

–       Riposo, immobilizzazione del ginocchio (con tutore rigido) ed elevazione dell’arto, in caso di trauma e gonfiore;

–       Applicazione di ghiaccio;

–       Ginocchiera in caso di patologia a carico della rotula o di un trauma distorsivo del ginocchio;

–       Ortesi di sostegno dell’arco plantare (in caso di eccessiva pronazione);

–       Farmaci antinfiammatori non steroidei, antidolorifici, miorilassanti (per contrattura muscolare), infiltrazioni locali con corticosteroidi o condroprotettori (come l’acido ialuronico);

–       Fisioterapia e Riabilitazione.

Nei casi gravi, quando il paziente non risponde alla terapia conservativa, è necessario ricorrere alla terapia chirurgica per via artroscopica (ad esempio, per la riparazione di legamenti e menischi lesionati). In caso di artrosi severa, è possibile valutare un intervento di sostituzione dell’articolazione con una protesi ginocchio mini invasiva.

Gonalgia: Fisioterapia mirata

tecarterapia-ginocchio

Gli effetti dei farmaci antinfiammatori e analgesici sono di breve durata. Per risolvere a lungo termine infiammazione e dolore del ginocchio affidati alla Fisioterapia d’avanguardia.

Dopo la valutazione globale e distrettuale offerta dal Centro Ryakos, verrà pianificato un percorso terapeutico personalizzato che comprende trattamenti fisici strumentali, manuali e riabilitativi.

Per combattere e ridurre dolore e infiammazione, il Fisioterapista sceglierà tra i seguenti trattamenti strumentali d’elezione:

La Terapia manuale e riabilitativa finalizzata a ripristinare la funzionalità articolare e muscolare prevede i seguenti trattamenti:

  • Linfodrenaggio per drenare l’edema ed il versamento articolare, in caso di gonfiore;
  • Terapia manuale eseguita dall’Osteopata;
  • Massaggi eseguiti dal Massoterapista;
  • Manipolazione miofasciale dei trigger point;
  • Kinesiotaping per stabilizzare il ginocchio, decontratturare e ridurre il gonfiore;
  • Esercizi terapeutici (stretching, rinforzo muscolare, ginnastica posturale, esercizi propriocettivi);
  • Rieducazione Posturale Globale con metodo Mezieres previo Esame Baropodometrico. Si tratta di un percorso esclusivo in grado di riequilibrare la postura di tutta la colonna vertebrale evitando, in tal modo, recidive.

Un video interessante del Dr. Chiapponi di esercizi per il dolore al ginocchio

Cura gonartrosi

Cura gonartrosi: terapia conservativa, Fisioterapia mirata, consigli

Individuare le cause, studiare i sintomi, indagare attraverso una diagnosi accurata per valutare la cura per la gonartrosi più adeguata. In questo articolo approfondiamo i rimedi, tutte le possibili cure, terapia conservativa e Fisioterapia d’avanguardia per intervenire tempestivamente sull’artrosi del ginocchio (gonartrosi). E’ importante frenare il processo degenerativo articolare evitando il più possibile l’ultima spiaggia, l’intervento chirurgico.

Affrontiamo la più comune e diffusa patologia articolare degenerativa che, se curata male o trascurata, può diventare invalidante.

Cura gonartrosi: non sottovalutare i sintomi

cura artrosi del ginocchio

In presenza di gonartrosi, la cartilagine un po’ alla volta si usura, si assottiglia, cede, perde elasticità e si indurisce. L’usura del tessuto cartilagineo che riveste le articolazioni comporta una grave alterazione articolare del ginocchio. Non potendo più scorrere agevolmente, le ossa si deformano e modificano il trofismo dell’osso subcondrale col rischio di una formazione di osteofiti marginali che causano irritazioni della capsula e della membrana sinoviale. Tutto questo può verificarsi nello stadio avanzato dell’artrosi, quindi è bene intervenire tempestivamente proprio per evitare che la degenerazione avanzi.

Non sottovalutare i sintomi (dolore, rigidità articolare, gonfiore, limitazione funzionale, contratture muscolari, zoppia di ‘fuga’ che può alterare oltretutto la postura) perché un trattamento precoce può curare la gonartrosi in modo efficace bloccando il processo degenerativo.

Le due forme di gonartrosi

La cura per la gonartrosi può intervenire su due forme distinte di artrosi del ginocchio:

  • Primaria, la più frequente, dovuta all’avanzare dell’età ed al sovraccarico articolare (il principale fattore di rischio è il sovrappeso);
  • Secondaria, meno frequente, legata a traumi sportivi o incidenti stradali, interventi chirurgici, deformità scheletriche (ginocchio valgo o varo), cattive posture, patologie reumatologiche;

La gonartrosi è una patologia cronico-degenerativa che colpisce maggiormente donne (over 65) e persone obese.

L’infiammazione delle articolazioni è provocata dall’usura della cartilagine articolare e dal conseguente sfregamento delle ossa coinvolte.  Può compromettere un ginocchio o entrambe le ginocchia (gonartrosi bilaterale, che si manifesta in oltre la metà dei casi). Il più delle volte, non coinvolge l’intera articolazione ma 1-2 dei suoi 3 compartimenti (mediale, laterale o femoro-rotuleo).

Diagnosi di artrosi del ginocchio

In caso di sospetta gonartrosi, il medico prescriverà un esame diagnostico mirato, accurato, preciso che prevede:

  • Anamnesi (storia clinica del paziente);
  • Esame obiettivo, visita ortopedica che include test specifici;
  • Radiografia standard delle ginocchia in piedi sotto carico in varie proiezioni (antero-posteriore, laterale, assiale della rotula) per verificare eventuali alterazioni del profilo scheletrico e presenza di osteofiti;
  • TAC e Risonanza Magnetica Nucleare (RMN), due esami consigliati allo scopo di evidenziare eventuali anomalie delle cartilagini e di approfondire le condizioni delle strutture capsulo-legamentose o meniscali.

L’esame più approfondito e significativo, in caso di gonartrosi, è la Risonanza Magnetica Nucleare in quanto permette di studiare l’entità della degenerazione, il livello di usura e di assottigliamento cartilagineo.

Gonartrosi cura: terapia conservativa

terapia gonartrosi

Per la cura della gonartrosi si può ricorrere a terapie farmacologiche, infiltrative, rigenerative, fisioterapiche. Soltanto nei casi più gravi, quando l’artrosi del ginocchio diventa invalidante, si valuta l’intervento chirurgico per l’impianto di una protesi di ginocchio mini invasiva parziale o totale (meno traumatica, attualmente la più sicura, avanzata e risolutiva in ambito chirurgico). Se la causa dell’artrosi è il ginocchio valgo o varo, potrebbe essere necessario un intervento correttivo per riallineare l’arto.

In base ai risultati diagnostici il medico prescriverà la terapia più adeguata. L’ideale è intervenire in tempo per evitare l’intervento, frenare la degenerazione.

La terapia conservativa punta a risolvere i sintomi e prevede:

  • Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e antidolorifici (da assumere per il breve periodo della fase acuta);
  • Infiltrazioni di cortisone;
  • Terapia infiltrativa con acido ialuronico (viscosupplementazione), con sostanze rigenerative e fattori di crescita come il PRP (Platelet-Rich Plasma, plasma arricchito di piastrine per favorire la rigenerazione dei tessuti), il gel piastrinico o il gel di polinucleotidi (PDRN);
  • Utilizzo di plantari, scarpe ammortizzate, ginocchiera o bastone;
  • Dimagrimento (in caso di obesità o sovrappeso) per ridurre il carico sulle articolazioni;
  • Condroprotettori ovvero farmaci ed integratori a base di glucosamina, condroitina solfato, nutraceutici orali che contrastano il processo degenerativo favorendo la normalizzazione della cartilagine e del liquido sinoviale;
  • Esercizi di riabilitazione e trattamenti mirati di Fisioterapia d’elezione (una volta superata la fase acuta).

Fisioterapia: l’importanza della valutazione globale e distrettuale

cura gonartrosi

Per il Fisioterapista esperto (come per l’Osteopata qualificato), ogni paziente è un essere unico da ‘valutare’ nel suo insieme: una patologia localizzata in un punto del corpo può essere scatenata dalla disarmonia del corpo (nella sua interezza). Tutti noi sappiamo, ad esempio, che anche l’artrosi può essere provocata da cattive posture che creano uno squilibrio su tutta la colonna vertebrale.

Il Centro Ryakos offre una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale (che include i più importanti test fisioterapici, ortopedici, ecc.) per controllare le reali condizioni del paziente nel suo complesso. La valutazione è fondamentale (almeno quanto la diagnosi medica) per pianificare un percorso terapeutico personalizzato, su misura del paziente, che include la correzione posturale.

Gonartrosi: Fisioterapia d’avanguardia, i trattamenti strumentali mirati

Dopo la fase acuta, è fondamentale ricorrere ad un ciclo di Fisioterapia mirata suddivisa in due fasi.

Nella prima fase, si punta a ridurre ed eliminare infiammazione e dolore scegliendo tra le seguenti terapie fisiche strumentali d’avanguardia:

–       Tecarterapia;

–       Laser Yag ad alta potenza;

–       Ultrasuoni;

–      Ionoforesi;

–       Magnetoterapia;

–       TENS.

La Tecarterapia resta, ad oggi, il trattamento più richiesto ed utilizzato: oltre a ridurre dolore e infiammazione, è decontratturante, rigenerante ed è in grado di drenare il ginocchio gonfio. Ha un’altra virtù: consente al Fisioterapista di abbinare la terapia manuale per  decontrarre e rinforzare i muscoli  (esercizi isometrici e concentrici).

Cura gonartrosi: trattamenti fisioterapici manuali

Una volta risolto il dolore, nella seconda fase si procederà con il recupero della funzionalità articolare e muscolare attraverso i seguenti trattamenti di Fisioterapia:

  • Manipolazioni e manovre eseguite dall’Osteopata per sbloccare l’articolazione, decontratturare e rilassare i muscoli;
  • Kinesio taping;
  • Esercizi terapeutici mirati al recupero della mobilità articolare ed al potenziamento dei muscoli (in particolare, quadricipite, flessori e polpaccio). Si tratta di esercizi di stretching, mobilizzazione, rinforzo muscolare, di tipo concentrico ed isometrico a cui si aggiungeranno esercizi propriocettivi e posturali.

Gli esercizi terapeutici devono essere eseguiti in modo corretto e seguiti dal Fisioterapista se vorrai ottenere risultati concreti. Sono importanti, fondamentali per potenziare la resistenza, il tono e l’elasticità dei muscoli che sostengono l’articolazione del ginocchio. Considera che un trattamento riabilitativo efficace può non soltanto risolvere i sintomi ma rallentare l’evoluzione della gonartrosi.

Se vuoi davvero preservare l’articolazione, il passo più importante da fare dopo aver eliminato il dolore è rinforzare i muscoli per supportare la struttura articolare al meglio.

Correzione posturale per frenare il processo degenerativo

gonartrosi cura

E’ perfettamente inutile curare i sintomi e ripristinare la funzionalità articolare e muscolare se, in seguito, il deficit posturale resta perché quel deficit sarà responsabile, in futuro, di recidive e può rischiare di far evolvere il processo degenerativo dell’artrosi.

Attraverso l’esame Baropodometrico il Fisioterapista controllerà in modo accurato e preciso la tua condizione posturale complessiva. Se necessario, ti suggerirà un percorso determinante per la tua salute: la Rieducazione Posturale Globale metodo Mezieres. Questo metodo unico è finalizzato a riequilibrare la postura dell’intera spina dorsale.

Ricordati che una postura corretta migliora l’elasticità muscolare, il movimento di tutto il corpo, evita recidive, riduce lo stress da sovraccarico e blocca il processo degenerativo dell’artrosi del ginocchio.

Prevenzione: consigli utili

Hai risolto il problema ma, per mantenere il tuo benessere, devi essere costante e cercare di non ripetere gli errori passati.

Ti diamo qualche consiglio:

  • Mantieni il tuo peso forma, se sei in sovrappeso segui una dieta equilibrata per evitare il sovraccarico sulle articolazioni;
  • Evita un’attività fisica inadeguata, sforzi eccessivi, sovraccarichi funzionali ma anche una vita sedentaria. Il movimento è vita anche per le articolazioni;
  • Svolgi regolarmente (ogni giorno) gli esercizi suggeriti dal Fisioterapista;
  • Mantieni una corretta postura in ogni momento della giornata e durante il riposo notturno;
  • Utilizza plantari specifici, scarpe ammortizzate o ginocchiere per favorire un appoggio podalico corretto;
  • Segui un corretto stile di vita evitando alcol e fumo, dannosi per le cartilagini.

Gonartrosi

Gonartrosi: tutto sull’artrosi ginocchio, cure, Fisioterapia mirata

L’artrosi del ginocchio (gonartrosi) è una delle più diffuse patologie articolari degenerative. Se non trattata o mal curata, può compromettere seriamente la mobilità degli arti inferiori fino a diventare invalidante.

In sostanza, la cartilagine che riveste le articolazioni un po’ alla volta cede: si assottiglia, si indurisce e perde di elasticità.

Di conseguenza, le ossa non riescono più a scorrere agevolmente le une sulle altre fino a deformarsi alterando il trofismo dell’osso subcondrale, nella fase più avanzata dell’artrosi. Inoltre, la formazione di osteofiti marginali possono causare irritazioni della capsula e della membrana sinoviale

Il dolore e altri sintomi associati non sono da trascurare né da sottovalutare. Un trattamento precoce può risultare più efficace, frenare il processo degenerativo articolare e velocizzare i tempi di guarigione dai sintomi.

Nel nostro focus approfondiamo sintomi, cause, esami diagnostici, cure, terapia conservativa con particolare attenzione ai trattamenti mirati di Fisioterapia d’elezione.

Gonartrosi: cos’è

artrosi del ginocchio

In gran parte dei casi, la gonartrosi (artrosi o osteoartrite del ginocchio) non colpisce l’intera articolazione ma uno o due dei suoi tre compartimenti (mediale, laterale o femoro-rotuleo).

Esistono, oltretutto, due forme di gonartrosi:

  • Primaria, legata all’invecchiamento dell’articolazione ed al sovraccarico articolare (il sovrappeso è il principale fattore di rischio);
  • Secondaria, meno frequente della prima, associata a traumi subiti dall’articolazione, interventi chirurgici, deformità scheletriche (ginocchio valgo o varo), patologie reumatologiche;

Questa patologia cronico-degenerativa che porta alla riduzione della cartilagine articolare colpisce più di frequente donne e persone obese.

L’infiammazione delle articolazioni è data dall’assottigliamento degli strati di cartilagine articolare (localizzate sulla superficie inferiore del femore e superiore della tibia) e dal conseguente sfregamento delle ossa coinvolte.

L’articolazione ‘reagisce’ producendo una maggiore quantità di liquido sinoviale e causando, in questo modo, gonfiore: anche le ossa ‘reagiscono’ al processo degenerativo, si adattano formando speroni detti osteofiti.

In fase avanzata, la capsula articolare si ispessisce, la muscolatura si retrae ed il ginocchio diventa rigido, semiflesso e varo.

Questa patologia può colpire un ginocchio o entrambi: in oltre la metà dei casi, interessa entrambe le ginocchia (gonartrosi bilaterale).

Sintomi dell’artrosi ginocchio

dolore al ginocchio da gonartrosi

Il quadro sintomatologico della gonartrosi è tipico, inequivocabile.

I sintomi caratteristici sono:

  • Dolori articolari e muscolari al ginocchio che, solitamente, si intensificano durante il movimento e si attenuano con il riposo;
  • Gonfiore, nodulo;
  • Arrossamento della pelle e senso di calore in corrispondenza del ginocchio;
  • Limitazione funzionale e della mobilità, difficoltà nella deambulazione;
  • Rigidità articolare, soprattutto al mattino e dopo lunghi periodi di inattività;
  • Zoppia ‘di fuga’ per appoggio incompleto allo scopo di ridurre la sensazione dolorosa;
  • Contratture muscolari;
  • Rumori articolari (scrosci, scricchiolii interni) in fase di movimento del ginocchio;
  • Formazione di osteofiti e cisti di Baker (cisti poplitea);
  • Disabilità (nella fase più avanzata di gonartrosi).

Cause della gonartrosi

Generalmente, l’artrosi del ginocchio trae origine da più cause.

Tra le cause e fattori di rischio più comuni, ritroviamo:

  • Età avanzata (oltre i 60 anni) seppure possa manifestarsi anche in soggetti più giovani (40-50 anni);
  • Sovrappeso, obesità che causano stress e notevole sovraccarico articolare;
  • Predisposizione genetica all’osteoartrite;
  • Passati episodi di ripetuti infortuni (soprattutto sportivi) alle ginocchia, esiti di fratture o lesioni capsulo-legamentose;
  • Movimenti ripetuti in ambito lavorativo;
  • Sovraccarico funzionale;
  • Cattive posture;
  • Interventi chirurgici di rimozione del menisco laterale o mediale;
  • Pregresse infezioni articolari;
  • Osteonecrosi condilica;
  • Appartenenza al sesso femminile in quanto le donne di età superiore ai 55 anni sono più predisposte alla gonartrosi rispetto agli uomini;
  • Altre forme di artrite (ad esempio, l’artrite reumatoide) o patologie metaboliche (morbo di Paget);
  • Deformazioni scheletriche (disallineamenti come ginocchio valgo o varo);
  • Instabilità per rottura dei legamenti crociati;
  • Sedentarietà;
  • Attività fisica eccessiva e inadeguata.

La precoce correzione di deformità come valgismo e varismo, l’accurata riduzione di fratture articolari saranno in grado di limitare l’incidenza dell’artrosi del ginocchio.

Diagnosi

radiografia ginocchio

L’iter diagnostico per individuare la gonartrosi comprende:

  • Esame obiettivo;
  • Anamnesi;
  • Raggi X in posizione eretta (sotto carico, in proiezione antero-posteriore, laterale e assiale della rotula) per evidenziare le alterazioni del profilo scheletrico e presenza di osteofiti;
  • TAC e Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) utili per rilevare eventuali irregolarità delle cartilagini e studiare più approfonditamente le strutture capsulo-legamentose o meniscali.

La RMN è l’esame strumentale più significativo: consente di verificare l’entità della degenerazione e il grado di assottigliamento cartilagineo.

Terapie

In base ai risultati dell’esame diagnostico, lo specialista valuterà la terapia più adeguata.

La terapia conservativa comprende:

  • Farmaci antinfiammatori non steroidei e analgesici;
  • Infiltrazioni cortisoniche, di acido ialuronico (viscosupplementazione), di gel piastrinico o di PRP (Platelet-Rich Plasma ovvero plasma arricchito di piastrine che favorisce la rigenerazione tissutale);
  • Ausilio di supporti (tutori specifici, bastone);
  • Perdita di peso (in caso di sovrappeso o obesità);
  • Integratori alimentari (preparati a base di glucosamina, condroitinsolfato e composti analoghi) noti come condroprotettori;
  • Interventi correttivi (in caso di ginocchio varo o valgo) per riallineare l’arto;
  • Esercizi di riabilitazione e trattamenti mirati d Fisioterapia.

Nei casi più gravi in cui la terapia conservativa non sortisce alcun effetto, il medico ortopedico valuterà la possibilità di un intervento chirurgico per l’impianto di protesi mini invasiva del ginocchio totale o parziale (monocompartimentale).

Gonartrosi: Fisioterapia d’avanguardia, i trattamenti mirati

gonartrosi

Attualmente, non esiste una cura risolutiva per la gonartrosi bensì trattamenti sintomatici finalizzati ad alleviare i sintomi (ridurre il dolore, ripristinare la mobilità articolare delle ginocchia).

Il trattamento di Fisioterapia prevede due fasi che puntano, rispettivamente, al controllo di infiammazione e dolore e ad un intervento di tipo muscolare.

Nella prima fase, dolore e infiammazione vengono risolti con i seguenti trattamenti strumentali di Fisioterapia d’elezione:

–       Tecarterapia;

–       Laser Yag ad alta potenza;

–       Ultrasuoni;

–       Ionoforesi;

rinforzo del quadricipite con elettrostimolazione;

–       Magnetoterapia.

In particolare, la Tecarterapia non si limita a ridurre dolore e infiammazione: agisce a livello muscolare, rilassa i muscoli contratti,  drena il ginocchio gonfio. Le sessioni di Tecarterapia possono essere abbinate al lavoro di rinforzo muscolare (esercizi isometrici e concentrici).

Nella seconda fase finalizzata al ripristino della funzionalità articolare e muscolare, si procederà con le seguenti terapie fisiche:

  • Terapia manuale eseguita dall’Osteopata, in grado di sbloccare l’articolazione, rilassare i muscoli contratti e ridurre la pressione sui nervi delle gambe;
  • Kinesio taping;
  • Esercizi terapeutici finalizzati ad aumentare la mobilità articolare e rinforzare i muscoli degli arti inferiori (soprattutto quadricipite, flessori e polpaccio).

Gli esercizi terapeutici (stretching dei muscoli appartenenti alla catena posteriore come il tricipite surale e il muscolo femorale, mobilizzazione, rinforzo muscolare, di tipo isometrico e concentrico, esercizi propriocettivi, ginnastica posturale) devono essere eseguiti correttamente su indicazione e sotto la guida del fisioterapista. In tal modo, si otterranno risultati concreti. Potenziare la muscolatura con gli esercizi è fondamentale per preservare l’articolazione.

Un trattamento riabilitativo efficace, eseguito da un fisioterapista qualificato, può migliorare notevolmente la qualità della vita rallentando l’evoluzione della patologia.

Qui un video a cura di Phisiolabroma

Rieducazione Posturale Globale: il metodo Mezieres

Tra la cause della gonartrosi, ritroviamo difetti posturali che devono essere assolutamente risolti per evitare recidive e non peggiorare il problema.

Il Centro Ryakos offre una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale (inclusi i più importanti test) per controllare le reali condizioni del paziente. In seguito, si potrà pianificare un percorso terapeutico personalizzato che include la correzione posturale.

Verrai sottoposto ad esame Baropodometrico per controllare in modo molto preciso la tua condizione posturale totale. Se necessario, il Fisioterapista qualificato ti consiglierà la Rieducazione Posturale Globale con il metodo Mezieres. E’ l’unico metodo che permette di riequilibrare la postura dell’intera colonna vertebrale. Una postura completamente corretta significa migliorare l’elasticità muscolare, il movimento di tutto il corpo, evitare che dolore e infiammazione si ripresentino e ridurre lo stress da sovraccarico rallentando l’evoluzione della gonartrosi.

Lesione del Crociato Anteriore

Lesione del Crociato Anteriore parziale: Fisioterapia d’elezione

Cos’è, quali sono i sintomi e le cause, come trattare la lesione del Crociato Anteriore parziale? E’ possibile risolvere senza sottoporsi ad intervento chirurgico? Il nostro approfondimento si basa, principalmente, su queste domande.

L’articolazione del ginocchio è la più esposta a distorsioni e traumi. A farne le spese, tra i due legamenti crociati anteriore e posteriore, è soprattutto quello anteriore (colpito dieci volte di più del crociato posteriore). Si tratta di un trauma tra i più temuti da sportivi agonisti e non (in gran parte uomini nella fascia di età compresa tra i 17 ed i 50 anni), in particolare da chi pratica sport come calcio, basket, sci, corsa.

Il legamento può lesionarsi parzialmente o può rompersi completamente. In caso di totale rottura del Crociato Anteriore, la soluzione non può che essere l’intervento chirurgico che riesce a ripristinare la funzionalità del ginocchio in più del 90% dei casi. In caso di lesione parziale, è possibile evitare l’operazione recuperando completamente mobilità e funzionalità articolare?

Scoprilo leggendo l’articolo.

Lesione del Crociato Anteriore parziale: meccanismi di stress, cause

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Il Legamento Crociato Anteriore (LCA) insieme a quello Posteriore (LCP) forma il centro di rotazione del ginocchio. Ha la funzione di impedire che la tibia si sposti in avanti rispetto al femore. E’ composto da due fasci: antero-mediale e postero-laterale. Tra i 4 legamenti che compongono l’articolazione del ginocchio, è quello più soggetto a sollecitazioni e stress: per questo motivo è più sottoposto a traumi e lesioni rispetto ad altri legamenti (oltre il 60% dei casi).

I maggiori meccanismi di stress responsabili della lesione totale o parziale del Legamento Crociato Anteriore sono tre, tutti dovuti a traumi causati da sport, attività fisica o incidenti stradali:

  • Flessione del ginocchio con intrarotazione;
  • Extrarotazione in valgo;
  • Iperestensione associata a intrarotazione.

Raramente, questa lesione si associa a fratture, spesso ad altre lesioni che coinvolgono strutture articolari prossime (menischi, legamenti collaterali).

Qui un video sull’articolazione del ginocchio

Lesione Crociato Anteriore: sintomi

A causa di un’eccessiva rotazione del ginocchio, di un brusco cambio di direzione o di uno stop improvviso, il Crociato Anteriore può subire una trazione anomala. Si sfilaccia, produce una lesione come se si trattasse di un elastico che si strappa. Nel 52% dei casi, alla lesione del crociato anteriore si associa la lesione del menisco. Chi ne resta colpito riferisce di aver sentito un forte rumore (uno schiocco) e, subito dopo, un forte dolore al ginocchio destinato a gonfiarsi in poche ore.

I sintomi, variabili a seconda del paziente e del grado di lesione, sono:

  • Dolore intenso;
  • Gonfiore importante che sopraggiunge in modo rapido;
  • Sensazione di cedimento e instabilità;
  • Impotenza funzionale che non consente alcun movimento in nessuna direzione;

Se non viene trattato, il ginocchio rimane instabile, con dolore e gonfiore ricorrenti. L’instabilità può causare ulteriori traumi distorsivi.

Diagnosi

lesione del crociato

La lesione del Crociato Anteriore parziale o totale viene diagnosticata attraverso i seguenti esami:

  • Esame obiettivo con manovre cliniche (come la manovra di Lachman, il Jerk test o il test del ‘cassetto anteriore’) per controllare la stabilità del ginocchio;
  • Radiografia standard per verificare la presenza di eventuali lesioni ossee o fratture associate;
  • Risonanza Magnetica Nucleare, essenziale per valutare eventuali lesioni ai legamenti collaterali, menisco o cartilagine;
  • Tomografia assiale computerizzata (TAC) in grado di visualizzare accuratamente le lesioni del legamento e del crociato, che può rappresentare un’alternativa alla RMN.

Trattamento conservativo

cura legamento crociato

La scelta della terapia più adeguata (conservativa o chirurgica) dipende da vari fattori: età del paziente, grado di instabilità, stile di vita, eventuale presenza di altre lesioni (menisco, cartilagine, altri legamenti) e livello di attività.

Una lesione del Crociato Anteriore parziale in pazienti con basse richieste funzionali può essere trattata non chirurgicamente optando per la terapia conservativa.

Il medico prescriverà:

  • Un periodo di riposo;
  • Terapia con farmaci antinfiammatori non steroidei e antidolorifici;
  • Applicazione di ghiaccio locale;
  • Utilizzo di un tutore per impedire che la lesione diventi completa;
  • Fisioterapia e riabilitazione attraverso esercizi terapeutici.

Arrivati a questo punto, parliamo di recupero del legamento crociato anteriore senza intervento.

Fisioterapia e Riabilitazione: terapia strumentale e manuale

In caso di lesione parziale, talvolta è possibile evitare l’intervento chirurgico sottoponendosi a trattamenti strumentali mirati di Fisioterapia per intervenire su dolore e infiammazione.

I più efficaci sono:

Una volta superata la fase acuta del dolore, si rivelano molto utili le seguenti terapie fisiche per ripristinare mobilità e funzionalità articolare e muscolare:

  • Terapia manuale eseguita dall’Osteopata;
  • Massoterapia;
  • Manipolazione miofasciale dei trigger point;
  • Kinesiotaping;
  • Terapia propriocettiva per ristabilire l’equilibrio.

Il percorso riabilitativo si basa su tutta una serie di esercizi terapeutici per i quali è bene farsi seguire dal fisioterapista qualificato se si vogliono ottenere risultati ottimali.

Vediamo quali sono.

Esercizi terapeutici per trattare la lesione del Crociato Anteriore parziale

Quando il dolore si riduce, la mobilità del ginocchio migliora notevolmente. A questo punto, sarà possibile iniziare a compiere esercizi terapeutici eccentrici, di mobilità, flessione ed estensione isotonica, di rinforzo delle strutture articolari e muscolari per il ripristino della stabilità articolare.

E’ preferibile limitare l’estensione tra 0 e 45° nelle prime 8-12 settimane dall’evento traumatico per limitare le sollecitazioni.

Gli esercizi di rinforzo muscolare andranno a sollecitare i muscoli gastrocnemio e posteriori della coscia anche per aumentare la stabilizzazione dinamica tramite contrazione simultanea del quadricipite.

Gli esercizi di contrazione eccentrica servono a potenziare i muscoli ischiocrurali (bicipite femorale, semitendinoso e semimembranoso).

Questa fase riabilitativa è importante anche per riprogrammare l’esperienza percettiva del movimento, riacquisire la propriocezione dell’articolazione ed il controllo neuromuscolare.

La Fisioterapia resta il cardine della riabilitazione, indipendentemente dal fatto che l’intervento venga eseguito o meno.

La lesione del legamento crociato anteriore si può prevenire?

In che modo è possibile prevenire la lesione del Crociato anteriore?

Per prevenire il più possibile questo rischio, è bene aumentare:

  • La forza muscolare della coscia allenando i muscoli anteriori del ginocchio che permettono la flessione del ginocchio sull’anca;
  • La flessibilità;
  • La propriocezione ovvero la capacità di percepire il corpo nello spazio.

Acquisire una maggiore agilità ed un maggior equilibrio significa ridurre il rischio di lesioni.

Trattamento della lesione Crociato Anteriore parziale: prima visita gratuita

Diagnosi e valutazione accurata sono fondamentali per scegliere la terapia più adeguata a qualsiasi tipo di disturbo o patologia.

Il Centro Ryakos offre una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale al fine di pianificare un programma terapeutico personalizzato.

Ginocchio gonfio

Ginocchio gonfio con o senza dolore: sintomi, cause, cosa fare, cure

Puoi ritrovarti con un ginocchio gonfio con o senza dolore, ma sappi che non si tratta di una patologia. Il versamento di liquido all’interno dell’articolazione del ginocchio altro non è che una conseguenza diretta, ben visibile all’esterno, di una lesione localizzata nella capsula articolare.

Il versamento al ginocchio è un problema frequente dovuto all’accumulo di liquido all’interno o intorno all’articolazione.

Cause e sintomi variano a seconda del tipo di versamento che, a sua volta, dipende dalla lesione delle varie componenti articolari del ginocchio.

Cosa fare? Scopri i rimedi, le terapie più efficaci a seconda della problematica, quando e come interviene la Fisioterapia attraverso trattamenti di elezione.

Ginocchio gonfio: anatomia e diversi tipi di versamento

ginocchio gonfio cause

L’articolazione del ginocchio, una tra le più importanti e complesse del corpo umano, è costantemente sottoposta a vari tipi di movimento, perciò può andare incontro a lesioni seppure legamenti e menischi siano preposti per evitare un eccessivo stress meccanico.

I diversi tipi di versamento sono associati alla lesione delle varie componenti articolari: ossee (femore, tibia, rotula) e non ossee (menischi, legamenti crociati e legamenti collaterali).

Di conseguenza, avremo versamenti di liquido di tipo:

  • Sieroso, causato da un processo infiammatorio o dalla lesione dei menischi;
  • Adiposo, caratterizzato da liquido con tracce di grasso (ma anche sangue), tipico della frattura ossea;
  • Ematico, con presenza di sangue senza grasso, tipico di una lesione dei legamenti crociati;
  • Purulento (evenienza rara) associato ad un processo infettivo (batterico) a carico del ginocchio.

Sintomi del versamento ginocchio

Generalmente, il versamento di liquido nel ginocchio è accompagnato dai seguenti sintomi associati:

  • Gonfiore localizzato;
  • Ecchimosi o ematoma;
  • Dolore nel muovere la gamba o alla palpazione;
  • Arrossamento cutaneo nell’area dell’articolazione interessata;
  • Limitazione della funzionalità e mobilità articolare, difficoltà a muoversi;
  • Traumatismi esterni evidenti, lesioni o ferite;
  • Calore al tatto;
  • Eventuali fratture delle ossa coinvolte.

Cause del gonfiore ginocchio

ginocchio gonfio e infiammato

Le cause responsabili del ginocchio gonfio possono essere diverse:

  • Infortunio, trauma (contusione, distorsione del ginocchio, lesione del menisco o della cartilagine, frattura del ginocchio, rottura dei legamenti);
  • Processo infiammatorio (liquido sinoviale generato da artrosi, artrite);
  • Stress meccanico e ripetuti microtraumi;
  • Conseguenza post-operatoria;
  • Infezione articolare;
  • Gravidanza;
  • Gotta;
  • Borsite;
  • Cisti di Baker (in questo caso, il gonfiore è localizzato dietro, nella parte posteriore del ginocchio).

Cause decisamente più rare del gonfiore al ginocchio sono:

  • Lussazione della rotula;
  • Ginocchio del corridore (infiammazione del tendine rotuleo);
  • Tumore osseo;
  • Trombosi venosa profonda;
  • Problemi di circolazione (ad esempio, di coagulazione del sangue).

Fattori di rischio

Le persone più colpite da versamento e gonfiore al ginocchio sono:

  • Soggetti di mezza età o anziani che soffrono di gonartrosi (artrosi ginocchio) e artrite reumatoide;
  • Persone obese o in sovrappeso;
  • Soggetti in terapia anticoagulante, predisposte ad emorragie;
  • Chi pratica sport come calcio, basket, rugby, particolarmente esposti a traumi da contatto o bruschi cambi di direzione.

Diagnosi

cura ginocchio gonfio

Soltanto attraverso un’accurata diagnosi è possibile analizzare il tipo di lesione e la gravità del disturbo per, poi, valutare la terapia più adeguata per intervenire.

La diagnosi comprende:

  • Esame obiettivo e anamnesi (inclusi test specifici e manovre eseguite dal medico ortopedico);
  • Artrocentesi, esame specialistico invasivo che consiste nel prelevare dall’articolazione ed analizzare una parte del versamento articolare. Con questo esame si potrà evidenziare la presenza o meno di sangue, grasso, pus, depositi di calcio o acido urico;
  • Radiografia standard dell’arto inferiore (nel caso si sospetti una frattura);
  • Ecografia;
  • Risonanza Magnetica per verificare eventuali danni ai tessuti molli, soprattutto legamenti e menischi.

Ginocchio gonfio cosa fare? Rimedi e cura

Come risolvere il ginocchio gonfio? Esistono diversi approcci terapeutici che variano a seconda della problematica associata al gonfiore: dal riposo ai farmaci, dalla fisioterapia all’intervento chirurgico vero e proprio.

Nei casi più comuni dovuti a trauma non grave ed infiammazione, la terapia conservativa prevede:

  • Riposo assoluto;
  • Elevazione del ginocchio;
  • Applicazione di ghiaccio;
  • Riduzione del carico;
  • Compressione con bende elastiche o ginocchiere;
  • Assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e antidolorifici;
  • Infiltrazioni di corticosteroidi o di acido ialuronico.

In caso di ginocchia gonfie non utilizzare il caldo.

In caso di infezioni, il trattamento prevede l’assunzione di antibiotico.

Se dolore e versamento dipendono da una lesione ossea il medico ortopedico potrebbe valutare un intervento chirurgico dopo aver optato per una fisioterapia conservativa che consentono il riassorbimento del gonfiore. Patologie che coinvolgono legamenti o menischi possono richiedere un intervento di chirurgia artroscopica oppure a cielo aperto.

Ginocchio gonfio: Fisioterapia strumentale d’avanguardia

Nel nostro Centro Ryakos trattiamo efficacemente il gonfiore al ginocchio attraverso le seguenti terapie fisiche strumentali:

  • Tecarterapia che sviluppa calore endogeno all’interno dell’articolazione;
  • Laser Yag ad alta potenza che agisce sui tessuti in profondità;
  • Ultrasuoni;
  • Magnetoterapia;
  • TENS.
tecarterapia-ginocchio

Fisioterapia manuale d’elezione

Una volta risolti dolore e infiammazione, si procederà con la seconda fase che prevede il ripristino della mobilità e funzionalità articolare e muscolare.

I migliori trattamenti, in questo senso, sono:

  • Terapia manuale eseguita dall’Osteopata;
  • Massoterapia;
  • Manipolazione miofasciale dei trigger point;
  • Kinesiotaping;
  • Esercizi terapeutici eccentrici, di stretching e rinforzo muscolare;
  • Terapia propriocettiva per ripristinare l’equilibrio.

Non bisogna esagerare né improvvisare gli esercizi terapeutici che vanno eseguiti correttamente dietro la supervisione del fisioterapista.

Il Centro Ryakos offre una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale essenziale allo scopo di  pianificare, per il ginocchio gonfio come per qualsiasi altro disturbo o patologia, un programma terapeutico personalizzato.

Tempi di guarigione

In riferimento alle lesioni dei tessuti molli, sono necessarie dalle 4 alle 12 settimane per guarire.

Per le lesioni cartilaginee, potrebbe volerci più tempo in quanto l’afflusso del sangue è minore.

Come prevenire il ginocchio gonfio

Come prevenire la formazione di liquido nel ginocchio?

Per prevenire il più possibile questo fastidioso e doloroso disturbo, è bene:

  • Sottoporsi periodicamente a visite mediche per controllare lo stato delle articolazioni, in caso di artrosi, artrite reumatoide, gotta;
  • In caso di traumi subiti in passato, indossare tutori e presidi ortopedici prescritti dal medico in grado di bilanciare il lavoro articolare ;
  • Mantenere il peso nella norma, quindi dimagrire se si è in sovrappeso per evitare il sovraccarico sull’articolazione del ginocchio;
  • Rinforzare i muscoli della coscia facendosi seguire da un fisioterapista esperto;
  • Adottare una corretta educazione posturale per ridurre il carico di lavoro;
  • Controllare l’alimentazione, in caso di patologie reumatiche dovute a depositi di calcio e acido urico.

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La lesione del menisco

Lesione del menisco: come curarla

La lesione menisco traumatiche sono una causa comune di gonalgia. Il menisco mediale si lesiona con maggiore frequenza rispetto al laterale.

Non comune nei minori di 18 anni, in quanto perché questa lesione menisco si produca, l’articolazione deve aver raggiunto lo sviluppo e la forma definitiva, e la cartilagine deve mostrare alcuni segni di involuzione.

Lesione meniscale: sintomi

Il paziente lamenta dolore e la sensazione di avere l’articolazione “bloccata” oppure nota che l’articolazione è “ cedevole”. La palpazione della rima articolare dolorosa.

La lesione meniscale può essere longitudinale, trasversale o “a manico di secchio”.
Più di un terzo delle lesioni meniscali è associato a lesioni del legamento crociato anteriore.

Guardiamo un Video dell Anatomia dell articolazione del Ginocchio

Diagnosi di lesione del menisco

Molto spesso una diagnosi di lesione del menisco puó essere risolta cercando dei trigger point che danno dolore menisco riferito in quell’ area specifica del menisco. I trigger si trovano a livello del muscolo quadricipite e quindi del retto femorale, del vasto mediale, del vasto laterale e del vasto intermedio.

Possono essere ricercati sui muscoli posteriori dietro al ginocchio a livello del muscolo soleo, del bicipite femorale, del semimembranoso, semitendinoso, gracile e sartorio.

Inoltre molto spesso la causa del dolore al ginocchio é da ricercare nella mobilitá dei corni meniscali.  In questo caso la mani di un esperto fisioterapista o osteopsta saranno in grado di ristabilire la corretta mobilità e funzionalitá ai menischi e al ginocchio.

Le tecniche sui menischi sono molteplici e indolore e danno sin dalla Prima seduta sollievo. Talvolta vi è una scomparsa completa della sintomatologia. Nei casi in cui le terapie e i metodi sopra descritti non dessero giovamenti si ricorre all’ artroscopia. Questa prevede una pulizia articolare e meniscale dei frammenti lesionati.

Trattamento e indagini in caso di menisco lesionato

Indagini strumentali: Ecografia, RMN

Trattamenti riabilitativi: tecar, laser Nd:Yag, Osteopata, massaggi.

Video della Tecar al ginocchio a cura di Fisioghio

Il trattamento migliore in caso di menisco lesionato prevede l’usi della laserterapia antalgica yag, della tecarterapia e di un trattamento manuale.

Il laser yag e la tecarterapia serviranno per trattare l’infiammazione, il dolore e le contratture muscolari che possono dare sia un dolore localizzato al ginocchio simile ad una meniscopatia che limitare la mobilità articolare. I muscoli che danno una sintomatologia simil lesione meniscale sono il soleo, i femorali, il semimembranoso e il semitendinoso oltre che il muscolo quadricipite. Prima di procedere al trattamento verranno testati tutti i muscoli appena citati per focalizzare il trattamento.Con il laser yag potrà essere eseguito un trattamento molto mirato a livello del corno anteriore o posteriore del menisco affetto da infiammazione o lesione.Il trattamento manuale servirà per migliorare la mobilità articolare, mobilizzare i menischi liberandoli e facendo compiere loro un migliore scivolamento articolare, a drenare i tessuti, decontratturare i muscoli oltre che ossigenare l’articolazione tramite apposite tecniche di decoaptazione.

Oggi giorno avviene un semplice intervento di pulizia. Prima si andava a rimuovere completamente il corno del menisco lesionato creando danni articolari importanti e artrosi precoce con imoianto di protesi sicura.L interventi dura circa 30-60 minuti dopodiché inizia un breve ciclo di riabilitazione.  Prevederà uso della tecar per rimuovere dolore e gonfiore, esercizi di rinforzo muscolare , mobilizzazione e rieducazione propriocettiva tramite pedane, palloni e altri strumenti.

Qui un Video di Esercizi per la Riabilitazione Post Operatoria di Menisco

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Morbo di Osgood-Schlatter

Morbo di Osgood-Schlatter: dolore al ginocchio, come curarlo

La patologia del ginocchio nota come sindrome o morbo di Osgood-Schlatter colpisce generalmente bambini e adolescenti (soprattutto di sesso maschile) che praticano un’intensa attività sportiva. E’ una malattia conosciuta anche come apofisite tibiale anteriore oppure osteocondrosi dell’apofisi tibiale anteriore.

Ne hai mai sentito parlare?

E’ un disturbo benigno e con la crescita tende a scomparire. Può colpire anche in età adulta? Quali sono i sintomi, le cause, eventuali complicanze e soprattutto le cure, i rimedi?

Scoprilo.

Morbo Osgood Schlatter: cos’è

Morbo di Osgood-Schlatter

L’osteocondrosi dell’apofisi tibiale anteriore è una patologia di tipo infiammatorio-degenerativo, una sindrome dolorosa a carico del ginocchio che colpisce, di solito, i bambini di sesso maschile nella fascia di età compresa tra 10 e 15 anni che praticano attività sportiva. Può capitare anche alle bambine in età compresa fra gli 8 ed i 13 anni.

Coinvolge il punto preciso in cui il muscolo quadricipite si unisce alla tibia. Questo particolare punto prende il nome di tuberosità tibiale anteriore. Di solito, si manifesta ad una sola gamba senza limitazioni funzionali: solo nel 25-30% dei casi colpisce entrambe le ginocchia.

La patologia si risolve da sé quando le ossa del bambino smettono di crescere (18-19 anni).

In base ai dati più recenti, questa sindrome dolorosa colpisce 1 su 5 atleti adolescenti, quindi non è da sottovalutare.

Quali sono i sintomi?

Sintomi della malattia di Osgood Schlatter

Il morbo di Schlatter si manifesta con i seguenti sintomi:

  • Dolore al ginocchio che si intensifica dopo l’attività fisica (soprattutto nei movimenti di flessione, estensione e dopo aver salito le scale) e diminuisce con il riposo;
  • Gonfiore e sensazione di calore;
  • Comparsa di una protuberanza di circa 2 cm appena sotto il ginocchio.

In genere, il dolore è localizzato a livello del terzo inferiore del tendine ma può irradiarsi verso la rotula e la tibia.

Le cause

Ecco quali sono le cause responsabili della malattia di Osgood Schlatter:

  • Intense e ripetute sollecitazioni del tendine rotuleo sul nucleo di accrescimento del tubercolo tibiale nei movimenti di estensione della gamba che portano ad uno stress meccanico;
  • Gestione muscolare scorretta, in particolare del muscolo quadricipite;
  • Predisposizione ereditaria;
  • Squilibrio tra la crescita dell’apparato muscolo-legamentoso e quella scheletrica.

Questa malattia compare in età pre-adolescenziale (tra i 10 ed i 15 anni) per risolversi verso i 18-20 anni, quando si conclude il processo di crescita e la calcificazione delle ossa. Colpisce soprattutto il sesso maschile, i ragazzi che praticano sport come calcio, basket, danza, atletica. Questo genere di sport  prevede piegamenti ripetitivi del ginocchio, notevole attività del muscolo quadricipite, stress meccanico continuo alla tuberosità della tibia (che non ha ancora completato il processo di ossificazione).

La ripetuta azione traumatica provocata dalla trazione del tendine rotuleo sulla sua inserzione tibiale, le continue contrazioni del muscolo estensore della gamba portano ad una frammentazione ossea che può generare uno sviluppo osseo alterato.

Il continuo stress meccanico causa uno spostamento dell’apofisi tibiale che tenderà ad ossificarsi fuori dalla sua sede naturale. Ne consegue la comparsa della protuberanza sotto la rotula.

Morbo di Osgood Schlatter: conseguenze

Possono verificarsi le seguenti complicazioni:

  • Calcificazioni intra-tendinee;
  • Rigidità dei muscoli circostanti;
  • Distacco della tuberosità tibiale (evento raro).

Il morbo di Osgood-Schlatter in età adulta

fisioterapia osgood schlatter

Se in età pre-adolescenziale questa sindrome viene trascurata, potrebbero verificarsi complicazioni in età adulta.

Una volta terminato il processo di crescita, la tuberosità tibiale si può frammentare: il frammento osseo calcificato può causare sofferenza al tendine. Ecco perché, negli adulti, si parla di tendinopatia rotulea. Il frammento potrebbe causare distacchi ossei che dovranno essere rimossi o fissati tramite intervento chirurgico, seppure questo evento si verifichi di rado.

Diagnosi

diagnosi Morbo di Osgood-Schlatter

Attraverso la visita specialistica il medico ortopedico è in grado di riconoscere i sintomi, il dolore ed il gonfiore a livello dell’apofisi tibiale ma, per un’ulteriore conferma, prescriverà una radiografia RX laterale del ginocchio al fine di escludere fratture, altre forme di osteocondrosi, patologie tumorali, osteomieliti. A volte, l’RX mostra una frammentazione del tubercolo tibiale.

Morbo di Osgood-Schlatter: terapia conservativa

tutore osgood schlatter

Se è vero che la sindrome, in gran parte dei casi, guarisce spontaneamente quando la crescita è terminata, è anche vero che il bambino prova dolore. E’ necessario, quindi, intervenire avendo cura di non trascurare questo problema.

Il medico prescriverà una terapia conservativa che prevede:

  • Sospensione dell’attività sportiva responsabile della sindrome;
  • Riposo;
  • Farmaci antinfiammatori non steroidei (ibuprofene) e antidolorifici (locali o sistemici) da assumere con una certa cautela considerando gli effetti collaterali;
  • Applicazione locale di ghiaccio;
  • Utilizzo di un tutore del ginocchio (pressore sottorotuleo) per ridurre lo stress meccanico sulla tibia;
  • Sedute di Fisioterapia con esercizi specifici.

Osgood Schlatter Cura

Per ridurre l’infiammazione e controllare il dolore, è importante sottoporsi a trattamenti riabilitativi specifici di Fisioterapia.

I migliori, in questo caso, sono:

–       Ionoforesi;

–       Laser Yag ad alta potenza;

–       Ultrasuoni;

–       Magnetoterapia

–       Terapia manuale eseguita dall’Osteopata;

–       Esercizi specifici decontratturanti per eliminare le tensioni muscolari del quadricipite, stretching della catena posteriore, esercizi di rinforzo muscolare per elasticizzare il muscolo e per migliorare la coordinazione tra quadricipite e flessori;

–       Recupero del gesto atletico e della postura.

Ai bambini colpiti da questa sindrome si consigliano due attività sportive, in particolare: nuoto e ciclismo.

Il decorso di questa malattia è benigno: si guarisce definitivamente nell’arco di 2 anni.

Il recupero della postura con il metodo Mezieres

Dopo che il dolore sarà passato e il ragazzo avrà recuperato la funzionalità articolare e muscolare, sarebbe il caso di controllare le condizioni posturali dell’intera colonna vertebrale effettuando l’esame Barodopometrico. Se attraverso questo esame verranno riscontrati problemi, il percorso migliore di Rieducazione posturale globale è il metodo Mezieres. Con questo metodo è possibile recuperare completamente la postura dell’intera spina dorsale.

Il Centro Ryakos offre una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale. Dopo aver eseguito questo controllo generale attraverso test fisioterapici, muscolari, neurologici, ortopedici, funzionali, ecc. sarà possibile programmare un percorso terapeutico personalizzato.

Distorsione del Ginocchio

Come si cura la distorsione del ginocchio?

Sarà possibile rispondere alla domanda “come si cura la distorsione del ginocchio dopo un’accurata diagnosi. La migliore terapia può essere decisa soltanto dopo aver scoperto la causa e la gravità della lesione: la regola vale per qualsiasi patologia, inclusa la distorsione di una delle più grandi articolazioni del corpo umano.

Il ginocchio comprende un insieme di muscoli, legamenti, tendini e menischi: la distorsione interessa uno o più legamenti di questa articolazione ovvero il collaterale mediale e laterale ed il crociato anteriore e posteriore.

In genere, non si tratta di un infortunio grave ma bisogna curarlo adeguatamente e con i giusti tempi di recupero. Ogni anno, colpisce migliaia di persone (come la distorsione della caviglia) a seguito di un trauma, a causa di una patologia degenerativa o a carico dell’apparato scheletrico.

Come si cura la distorsione del ginocchio: l’importanza di evitare recidive

come curare la distorsione del ginocchio

Cosa succede durante la distorsione del ginocchio? Succede che la rotazione supera il limite fisiologico del normale range di movimento di questa articolazione provocando uno stiramento o, nel peggiore dei casi, una lesione del legamento collaterale mediale, legamento crociato anteriore o dei tendini.

Nei casi non gravi, la fisioterapia e l’osteopatia rappresentano un valido percorso terapeutico per accelerare i tempi di guarigione ed il recupero completo: servono, oltretutto, a prevenire il rischio di recidive.

Per evitare recidive, è importante conoscere le cause ed i fattori di rischio.

Sono particolarmente soggetti a distorsione del ginocchio:

Gli sportivi che praticano sport da contatto (running, calcio, basket, sci, tennis, ginnastica artistica, pesistica, ecc.);
Le donne in menopausa la cui densità ossea e cartilaginea si riduce notevolmente;
Chi è affetto da malattia degenerativa dei tessuti connettivi o di tipo reumatoide che compromettono la resistenza e l’elasticità di muscoli, legamenti, tendini, cartilagini.

Il più delle volte, la causa è traumatica (rotazione o movimento mal eseguito, caduta con torsione, un urto particolarmente violento).

Distorsione del ginocchio: sintomi e diagnosi

gradi lesioni legamenti ginocchio

Pur essendo, nella maggioranza dei casi, una patologia reversibile e risolvibile, la distorsione del ginocchio può risultare fastidiosa e dolorosa al punto tale da limitare i movimenti condizionando le normali attività quotidiane.

Dolore, gonfiore, arrossamento e senso di calore dovuto ad infiammazione, rigidità articolare, instabilità, versamento di sangue nei tessuti circostanti, talvolta riduzione del tono muscolare.

Tutti questi sintomi sono di intensità variabile, più o meno presenti a seconda della gravità della distorsione (primo, secondo o terzo grado).

Il medico ortopedico potrà diagnosticare una distorsione con una semplice visita obiettiva. In certi casi, però, è necessario escludere patologie gravi ed è quindi necessario sottoporsi ad una radiografia(TAC, risonanza magnetica).

Come si cura la distorsione del ginocchio: terapia conservativa

In presenza di una comune distorsione del ginocchio, il medico prescriverà:

Alcuni giorni di riposo con immobilizzazione dell’arto;
Elevazione della gamba per favorire il ritorno venoso. Nei primi giorni successivi all’infortunio, è importante mantenere la gamba a riposo e sollevata;
Applicazione di ghiaccio che, oltre ad anestetizzare lievemente la parte, servirà a fermare il versamento responsabile di dolore e gonfiore. Il ghiaccio andrà applicato per 15-20 minuti ogni 3-4 ore per almeno 2-3 giorni finché il dolore non si sarà ridotto in modo significativo;
Una fasciatura a compressione o l’utilizzo di un tutore specifico;
Farmaci antidolorifici e antinfiammatori non steroidei (FANS):
Artrocentesi, ovvero aspirazione del liquido tramite siringa (solo nei casi più severicaratterizzati da gonfiore importante)

L’intervento chirurgico in artroscopia si rende necessario soltanto in presenza di una forte instabilità articolare (distorsione di terzo grado).

Trattamenti di Fisioterapia e Osteopatia per la cura della distorsione ginocchio

tecarterapia in caso di distorsione al ginocchio

Si dovrebbe iniziare con sedute di fisioterapia leggera dopo 3-7 giorni dal trauma (o dall’intervento chirurgico) per un percorso essenziale di riabilitazione in grado di prevenire lo sviluppo di rigidità articolare ed atrofia muscolare.

Superata la fase acuta, è fondamentale sottoporsi a trattamenti fisioterapici finalizzati a:

Intervenire su dolore e infiammazione eliminandoli;
Eliminare la rigidità articolare per recuperare fluidità nei movimenti;
Ripristinare la funzionalità articolare velocizzando la guarigione ed il recupero completo;
Recuperare il tono muscolare ottimale rafforzando l’articolazione.

Nella prima fase di trattamento, si punterà all’eliminazione del dolore rigenerando i tessuti lesi attraverso le seguenti terapie:

Laser Yag ad Alta Potenza;
TENS;
Ionoforesi;
Magnetoterapia.

La seconda fase ha come obiettivi eliminare l’edema, la rigidità muscolare e lavorare sul recupero della funzionalità articolare e muscolare tramite sedute di:

Terapia manuale eseguita dall’Osteopata;
Esercizi terapeutici (eccentrici, stretching statico e dinamico, rinforzo muscolare, flessibilità, recupero del range di movimento) da ripetere a casa senza mai forzare e senza movimenti bruschi.

Il percorso di riabilitazione standard prevede il potenziamento della muscolatura nella regione anteriore della coscia (quadricipite). Rinforzare questi muscoli servirà a stabilizzare ulteriormente l’articolazione riducendo il rischio di nuovi infortuni.

Nella terza fase, si passerà al recupero del controllo propriocettivo, posturale e del gesto sportivo a scopo preventivo, per evitare recidive.

Come si cura la distorsione del ginocchio: controllo del gesto atletico e della postura

Il fisioterapista qualificato completa il suo lavoro testando la stabilità del ginocchio del paziente, una volta concluso il ciclo di sedute fisioterapiche. Chiederà al soggetto di simulare sotto sforzo (specie se si tratta di un atleta) il gesto tecnico che dovrà compiere tornando alla sua attività sportiva.

Controllerà anche la sua condizione posturale eseguendo un esame Baropodometricocomputerizzato. In caso di problematiche, gli consiglierà un percorso di rieducazione posturale totale attraverso il metodo Mezieres, l’unico in grado di riequilibrare l’intera colonna vertebrale. Solo in questo modo, lo specialista potrà dire di aver curato al 100% il suo paziente.

Il Centro Ryakos ha come obiettivo curare la causa dopo aver risolto la sintomatologia. Crediamo nell’importanza del recupero del gesto atletico e della postura ottimale, spesso responsabile di patologie o infortuni. Per questo motivo offriamo una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale attraverso test fisioterapici, muscolari, neurologici, ortopedici, funzionali, di forza ed elasticità.

Una volta eseguito il controllo totale, in caso di problematiche pianificheremo un programma terapeutico personalizzato.

Tempi di recupero

I tempi di recupero dipendono da diversi fattori tra cui:

la tempestività con cui si diagnostica e si cura la distorsione del ginocchio (prima si interviene, meglio è);
l’età del paziente (più si è giovani, più si recupera in fretta);
la gravità dell’infortunio (una distorsione di primo grado guarisce prima);
la scelta di una terapia adeguata.  

In genere, per una distorsione di 1° o 2° grado, sono necessarie 2-4 settimane per recuperare completamente la funzionalità del ginocchio. In questo periodo, è consigliabile indossare un tutore semirigido o una fascia elastica per ridurre il carico sul ginocchio infortunato durante la deambulazione.

Gli atleti agonisti non dovrebbero riprendere l’attività sportiva prima di 6-7 mesi in caso di distorsione del ginocchio.

Esercizi per la gonartrosi

Esercizi per la gonartrosi

L’artrosi del ginocchio è la patologia articolare più diffusa in Italia (colpisce almeno 4 milioni di persone): preparare una guida dedicata agli esercizi per la gonartrosi mi sembra il minimo che si possa fare. Ti servirà a capire quanto sia importante e ‘curativo’ il movimento eseguito in modo mirato. L’obiettivo finale è rallentare la degenerazione della cartilagine articolare, dell’osso subcondrale, dei legamenti e dei tendini per evitare che la situazione peggiori.

Nella fase acuta, il medico ti prescriverà una terapia conservativa basata su farmaci antinfiammatori e antidolorifici, trattamenti di fisioterapia per potenziare resistenza, tono ed elasticità dei muscoli che sostengono l’articolazione del ginocchio.

Ti consiglierò alcuni esercizi per la gonartrosi che potrai effettuare a casa: esercizi utili che, però, non bastano. E’ importante combinarli con specifici trattamenti di fisioterapia avanzata, efficaci e rapidi.

In tutti i casi, potenziare i muscoli è fondamentale perché serve a ridurre il dolore aumentando, allo stesso tempo, forza muscolare e mobilità articolare.

Esercizi per la gonartrosi: su quali cause intervenire

Le origini del dolore o delle limitazioni nella funzionalità articolare possono essere molto diverse tra loro: può trattarsi di trauma sportivo, infortunio, lesione al legamento crociato o al menisco, artrosi.

La gonartrosi è la prima causa di dolore al ginocchio per gli over 65 (soprattutto donne) oppure persone in sovrappeso, obese, con uno stile di vita sbagliato. L’avanzare dell’età rappresenta la prima causa scatenante della gonartrosi ma non è l’unica: può trattarsi di patologie di natura post-traumatica, vascolare, reumatica, di sovrappeso, sedentarietà, posture sbagliate, deformità articolari che possono colpire anche i più giovani.

L’usura dei capi articolari, le lesioni da gonartrosi si localizzano sia nell’articolazione tra femore e rotula sia nell’articolazione tra femore e tibia. La cartilagine si assottiglia, i muscoli si retraggono, il ginocchio si irrigidisce: se non viene adeguatamente curata, a lungo andare la gonartrosi può portare all’aumento del dolore di tipo meccanico e della rigidità fino alla disabilità o invalidità.

I due fattori di rischio principali sono il sovrappeso e la sedentarietà. Il movimento è essenziale per migliorare le condizioni di chi soffre di gonartrosi.

L’importanza degli esercizi per la gonartrosi

L’artrosi al ginocchio può essere combattuta con esercizi specifici di stretching, rinforzo della muscolatura e di propriocezione. Eseguendoli regolarmente tutti i giorni vedrai che il gonfiore, la rigidità e il dolore si ridurranno.

Questo tipo di esercizi aiuta a mantenere attiva la funzionalità articolare, i meccanismi del movimento rafforzando i muscoli che supportano l’articolazione e favorendo il riassorbimento di microtraumi e traumi. Migliorano anche la flessibilità e la stabilità degli arti inferiori.

Inizia gradualmente e senza forzature aumentando il numero di sessioni quando sentirai i tuoi muscoli più forti. Esegui lentamente, non bruscamente. Gli esercizi non devono risultare faticosi, stressanti o dolorosi: devono favorire il rilassamento e stimolare forza e flessibilità. Se avverti troppo dolore ti consiglio di sospenderli e di farti visitare.

Dedica almeno mezz’ora tutti i giorni al movimento terapeutico suddividendo gli esercizi in sessioni, prendendoti delle pause tra l’una e l’altra.

Oltre agli esercizi che ti descrivo di seguito, non trascurare la camminata e la ginnastica in acqua per favorire la flessibilità del ginocchio. Tieni sotto controllo anche il peso.

Esercizio per la gonartrosi n.1

esercizi per artrosi al ginocchio

Sdraiati in posizione supina con le braccia distese lungo i fianchi. Solleva la gamba contraendo i muscoli addominali: in questo modo, spingerai indietro la zona lombare. Mantieni per 5 secondi la gamba a mezza altezza per estendere il ginocchio, poi torna lentamente alla posizione iniziale abbassandola. Ripeti 4 volte per gamba.

Ginnastica isometrica ginocchio n.2

esercizio per gonartrosi

Restando sdraiato sempre in posizione supina esegui lo stretching dei semimuscoli. Dovrai piegare una gamba sollevando lentamente l’altra e avvicinando il ginocchio verso il petto. Mentre esegui l’esercizio, sistema la mani vicino al sedere nel tentativo di raddrizzare il più possibile il ginocchio. Mantieni questa posizione per 30-60 secondi, poi piega con lentezza il ginocchio prima di abbassare la gamba tornando alla posizione iniziale.

Esercizi per ginocchio n.3

rimedi per gonartrosi

Seduto a terra con le gambe dritte divaricate, poggia le mani sul pavimento mantenendo il busto eretto. Piega un ginocchio lentamente per 5 secondi finché non sentirai tirare senza avvertire dolore. Ripeti l’esercizio con l’una e l’altra gamba.

Esercizio per la gonartrosi n.4

esercizio per rinforzo muscolare

Seduto con le cosce completamente poggiate su una sedia, sistema una caviglia sopra l’altra. Fletti la gamba sottostante verso l’alto mentre spingi verso il basso l’altra gamba. Mantieni questa posizione per circa 10 secondi se riesci a farlo senza avvertire dolore. Esegui una serie di 5 esercizi alternando le gambe (sopra e sotto) e prendendoti una pausa di qualche secondo tra un movimento e l’altro.

Questo esercizio serve a rinforzare i muscoli del quadricipite, la stabilità del ginocchio e l’equilibrio.

Esercizi per le ginocchia n.5

esercizio del cavalier servente

Hai mai adottato la posizione del “cavalier servente”? Prova inginocchiandoti e tenendo una gamba piegata con il piede ben piantato a terra. Avvicina il piede della gamba inginocchiata verso il gluteo aiutandoti con una mano (o una cintura). Questo esercizio di stretching del quadricipite serve ad allungare il muscolo anteriore della coscia, a preservare la rotula ed a non sentire dolore quando scendi le scale. Mentre lo esegui, non arcuare la schiena: mantieni dritto il busto. Ripeti una serie di 5 movimenti cambiando gamba.

Esercizio per la gonartrosi n.6

esercizio di propriocezione

In posizione eretta, su un piede solo ed a gambe tese, fai oscillare braccia e ginocchio piegato in tutte le direzioni. Mantieni questa posizione per 10 secondi: sospendi l’esercizio se senti dolore. Ripeti 5 movimenti per ogni lato prendendoti una pausa di qualche secondo tra l’uno e l’altro.

Questo è un esercizio di propriocezione utile per rinforzare il ginocchio e, di conseguenza, proteggere le articolazione dell’anca e della caviglia.

Esercizi per il ginocchio n.7

estensione della coscia

Per prevenire il blocco in flessione del ginocchio dovuto al dolore, esegui questo esercizio di estensione della coscia. Siediti e distendi una gamba poggiandola su uno sgabello mentre l’altra resta piegata con il piede a terra. Mantieni questa posizione per 15-20 minuti (non oltre i 20), poi passa all’altra gamba. Dopo l’esercizio, applica del ghiaccio sulle ginocchia.

Esercizio per la gonartrosi n.8

esercizio di equilibrio articolare

Siediti posizionandoti leggermente in avanti per assicurarti una maggiore ampiezza di movimento. Da seduto sistema una pallina sotto il piede. Falla rotolare avanti e indietro. Esegui accuratamente l’esercizio muovendoti al massimo dell’ampiezza, distendendo completamente la gamba e arrivando con il piede sotto la sedia. Questo esercizio di equilibrio articolare protegge l’articolazione. Esegui una serie di 5 movimenti per gamba.

Tutori per l’artrosi del ginocchio

A seconda della causa e del livello di gravità della gonartrosi è possibile scegliere il tutore più adatto. Sbagliare modello può significare non soltanto non risolvere il problema ma complicare la situazione. Può consigliare il tutore ideale soltanto il medico ortopedico o il fisioterapista dopo una visita accurata ed una corretta diagnosi.

In base alla funzione ed alla struttura, il tutore può essere sportivo, protettivo, post-intervento, termico, per infortuni gravi, fascia elastica riscaldante e in neoprene, ortesi regolabile (con chiusura laterale a strappo, a cerniera, con cinturino sotto-rotuleo).

Il tradizionale tutore per gonartrosi (dotato di stecche e snodi) ha il compito di limitare i movimenti (la flessione) e consentire un movimento controllato del ginocchio per rallentare il processo di degenerazione della cartilagine articolare.

In genere, il suo utilizzo è particolarmente indicato per artrite, artrosi, fratture (femore, rotula, parte superiore della tibia), lesione del menisco o ai legamenti crociati.

Le funzioni di base del tutore sono quelle di comprimerlo per rilassare tendini e muscoli, attenuare il dolore, mantenere stabile il ginocchio, impedire sforzi eccessivi o movimenti sbagliati, bilanciare il carico, prevenire infortuni.

Esercizi per la gonartrosi e trattamenti specifici di fisioterapia

Limitarsi agli esercizi per la gonartrosi da eseguire a casa non basta. Per ridurre ed eliminare il dolore e l’infiammazione, rigenerare i tessuti, recuperare la normale funzionalità muscolare ed articolare, bisogna ricorrere a determinati trattamenti fisioterapici sia strumentali sia manuali:

  • Tecarterapia;
  • Magnetoterapia;
  • Laser Yag ad Alta Potenza;
  • Trattamento manuale eseguito dall’Osteopata
  • Trattamento miofasciale dei trigger point.

Sarà il fisioterapista a consigliarti gli esercizi più adatti ed a mostrarti come vanno effettuati.

Oltre alla rieducazione muscolare, procederà anche con la verifica della tua condizione posturale totale: soltanto il giusto equilibrio può consentire alla colonna vertebrale di funzionare come si deve senza creare dolore o infiammazione. L’esame Baropodometrico computerizzato serve a valutare la tua condizione posturale generale: in caso di problematiche, con il Metodo Mezieres potrai recuperare la postura corretta.

Il vero motivo del successo di un percorso fisioterapico completo è la personalizzazione della terapia.

Il Centro Ryakos pianifica un programma terapeutico personalizzato per ogni paziente, solo dopo averlo sottoposto ad una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale (attraverso test fisioterapici, muscolari, ortopedici, funzionali, neurologici, di forza ed elasticità).

Infiammazione tendine rotuleo

Tendine rotuleo : anatomia e sintomi

In quanto articolo approfondiremo l’ infiammazione del tendine rotuleo.

Il tendine rotuleo è una struttura posta contatto con la rotula del ginocchio la cui funzione é quella di trasmettere la forza dalla rotula alla tibia generata dalla contrazione del muscolo quadricipite.

É un tendine molto forte e robusto poiché sottoposto a sollecitazioni importanti.

Col termine tendinopatia si descrivono varie patologie  a carico del tendini che possono essere una semplice infiammazione del tendine chiamate tendinite, alla usare e quindi cronicizzazione dell’ infiammazione tendinea chiamata tendinosi che si può trasformare in lesione. Nel caso vi sia un infiammazione della guaina che riveste il tendine si parlerá di tenosinovite.

Il tendine rotuleo infiammato é in genere causato da over-use e puó riguardare sia le parte superiore che quella inferiore.

I sintomi in un primo momento sono leggeri e si avvertono solo durante l’attivitá sportiva. Il dolore anteriore al tendine del ginocchio potrá presentarsi anche con nelle normali attivitá quotidiane e a riposo.

Spesso si presente negli sportivi che eseguono movimento ripetuti come il salto e da qui il nome di ginocchio del saltatore. Altre cause di tendinite possono essere dovute a microtraumi ripetuti, asse femoro-tibiale non allineato, problematiche a carico del muscolo quadricipite come ad esempio trigger point e squilibrio posturale degli arti inferiori, contrattura alla gamba e squilibri del bacino.

Diagnosi e trattamento in casi di infiammazione tendine rotuleo

La diagnosi é sia clinica che strumentale. Prevede la valutazione della dolorabilitá alla palpazione della regione interessata, test muscolari contro resistenza e test di lunghezza muscolare.

Le indagini consigliate vanno dalla semplice ecografia alla risonanza magnetica.

In caso di un infiammazione tendinea rotulea acuta i tempi di recupero sono di circa un mese. Per le problematiche croniche e quindi in caso di tendinosi i tempi di recupero possono allungarsi fino a 6 mesi.

Ciô che causa un rallantamento nella cura di queste infiammazioni é che il tendine é un tessuto scarsamente vascolarizzato e proprio per questo motivo che i tempi di recupero sono lenti.

Come curare quest’infiammazione e quali sono i rimedi

L’uso del ghiaccio é consigliato solo in fase acuta e dopo attività sportiva. Nelle fasi croniche é sempre sconsigliato poiché provoca vasocostrizione su una struttura giá poco irrorata.

Il paziente si presenta dal medico o dal fisioterapista quando vi è gia un importante situazione infiammatoria con un dolore sopra o sotto la rotula.

Raramente vi è un interessamento di un legamento del ginocchio.

Molto spesso questa patologia presente entrambi i tendini infiammati sia sopra che sotto la rotula.

Verrá prescritta una terapia medica a base di Fans, farmafi antinfiammatori, e  talvolta a base di cortisone anche se non molto consigliato poiché provoca indebolimento del tendinee utilizzo di un tutore.

La fisioterapia strumentale in caso di tendinite rotulea prevede l’utilizzio di laserterapia al alta potenza, Onde d’urto(non in fase acuta), Tecarterapia e ultrasuoni terapia.

Molto utili risultano essere lo stretching e gli esercizi eccentrici che prevedono un riallungamento e un potenziamento allo stesso tempo del tendine. Consigliamo di eseguirli al proprio domicilio quotidianamente per migliorare e stabilizzare i risultati della Riabilitazione.

Il tutore è utile in caso di tendinite ginocchio?

Si, risulta essere molto utile  l’applicazione di un tutore specifico per la tendinite rotulea.

Abbiamo scritto una Guida per il tutore per il ginocchio.

Ecco un Video a cura di Altra Riabilitazione

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Se soffri anche tu di infiammazione del tendine rotuleo chiama ora per una Visita Gratuita allo 0813419278